Il tecnico gialloblù torna sulla prestazione di domenica contro l'Inter e indica la strada che il Parma dovrà Â seguire per raggiungere gli obiettivi prefissati. E in risposta a Pietro Leonardi, che a margine della conferenza di ieri aveva chiesto più coraggio afferma: "Contro L'inter non si può giocare a chi picchia più forte".
A due giorni dalla prestazione convincente ma sfortunata a San Siro contro l’Inter, il Parma riprende gli allenamenti e si prepara ad ospitare il prossimo avversario. Per Francesco Guidolin, che già a caldo aveva riassunto la vittoria dell’Inter nella “magico” gol di Eto’o, la chiave di lettura resta la stessa anche se a mente fredda offre una soluzione: a San Siro l’impresa si sarebbe potuta concretizzare solo andando in rete e possibilmente per primi. “Forse – ha affermato il tecnico crociato – potevamo essere un po’ più pungenti, ma quando cominciavamo a pensare che sarebbe potuta essere una giornata positiva per noi, siamo stati castigati. Proprio nel momento in cui abbiamo subito la rete stavamo dando il meglio: purtroppo Eto’o ci ha puniti. La considerazione che mi viene in mente a freddo, è che c’è ancora tanto da lavorare”.
Guidolin risponde, indirettamente, alle dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri dal dg Pietro Leonardi, che aveva chiesto più coraggio: “Non ho letto i giornali, però ho sentito il Direttore Generale al telefono dopo la partita di Milano, e nelle considerazioni che abbiamo fatto insieme c’è stata piena sintonia”. Poi ammette che la partita si sarebbe potuta risolvere diversamente: “C’è stato un momento in cui abbiamo rischiato anche di passare in vantaggio: almeno questo va bene, vuol dire che abbiamo avuto coraggio, però bisogna sempre mantenere l’ordine, perché se contro un avversario come l’Inter non si mantiene almeno l’ordine, è più facile che a picchiare più forte sia l’Inter”. Biabiany ha fatto vedere buone cose, ma al momento decisivo non ha concretizzato: “Deve migliorare soprattutto nelle scelte che compie quando si trova davanti alla porta, e questa cosa avviene solo lavorandoci su. Jonathan è un ragazzo che nel possesso palla e nel saltare l’avversario è già un bel pezzo avanti, però poi quando si tratta di essere lucido per calciare a rete, deve sicuramente migliorare”.
L’attenzione poi si sposta sul prossimo avversario, quel Palermo a cui Guidolin resterà indelebilmente legato e che ora; “Il Palermo è una squadra forte, una squadra ben costruita e che ha tutte le qualità per poter disputare un ottimo campionato: forza, tecnica, vivacità, tutte doti non indifferenti. Molti calciatori hanno vissuto l’esperienza di Palermo con me. Sono passati tanti altri allenatori che hanno lasciato il loro marchio, il loro modo di gestire il gruppo, e perciò credo che ormai in loro non ci sia più molto di quello che ho fatto quando ero alla guida della squadra siciliana. Sono rimati i calciatori, ed i calciatori li conosco bene, e sono bravi”. L’ambiente rosanero stravede ancora per il tecnico vicentino ma i tifosi della squadra isolana non potranno venire in trasferta al Tardini nonostante non vi siano pericoli espliciti o precedenti episodi negativi con la tifoseria gialloblù: “I tifosi del Palermo, quando io ho lavorato in Sicilia, non sono mai stati segnalati, né in casa né fuori: si sono sempre comportati molto bene. E’ altrettanto vero che negli anni in cui ho lavorato io a Palermo non ci sono state tante polemiche ed i risultati sono stati sempre molto positivi, quindi è sempre stato un crescendo di entusiasmo. Mi dispiace per loro, ma mi dispiace in generale per questo divieto, perché il calcio è bello anche perché ci sono le tifoserie contrapposte. Mi dispiace perché penso ad un calcio senza barriere, magari in un domani non troppo remoto, ma d’altra parte comprendo le motivazioni che possono portare a definire una partita a rischio oppure no. Mi piace pensare che un domani anche in Italia ci potranno essere tifoserie avversarie unite, come succede all’estero. Abbiamo un compito da svolgere tutti quanti per arrivare a questo”.
Contro la formazione rosanero il tecnico si dice possibilista circa l’utilizzo di Zaccardo:”So che ho a disposizione un ragazzo che può giocare anche in quel ruolo lì. A noi manca un giocatore nel centrocampo che abbia quelle caratteristiche spiccate e precise per giocare davanti alla difesa: l’unico è Lunardini. Degli altri nessuno è un centrocampista in grado di unire la fase di costruzione a quella di contrasto. Sto lavorando per cercare di adattare qualche giocatore in quel ruolo e di insegnare a qualcun altro come si sta in quella posizione. Per esempio Mariga è un calciatore che potrà essere schierato in quel ruolo, con il tempo e con il lavoro”. Per vedere Bojinov dall’inizio si dovrà probabilmente aspettare ancora: “Si vede che a Valeri manca ancora un po’ il passo partita, ma sento che migliora di giorno in giorno, che la sua condizione cresce: lui è a posto con i parametri dei test fatti. Domenica, nello specifico, ho inserito Amoruso al posto di Paloschi perché avevo visto bene in allenamento Nicola, che dopo dieci giorni di allenamento mi è piaciuto subito, così come mi è piaciuto il suo impatto con l’ambiente”.