Ci voleva, forse, una situazione di grandissima difficoltà della squadra di cui è stata scelta come condottiera in campo, per far riapparire sulla scena il capitano del Terre Verdiane Servizi Italia, Valentina Rania, la quale, insieme all’altra bandiera del ‘club’ biancorosso, ‘The Wall’ Diletta Sestini, …
… con la collaborazione del libero Lucia Lunghi e della collega schiacciatrice Costanza Manfredini, ha tenuto a galla, senza farlo completamente sfigurare, il sestetto della Bassa parmense, in una sfortunata partita nata male già in fase di preparazione settimanale.
In particolare, dalla metà del primo set fino alla conclusione del terzo della quinta giornata di campionato, si è tornati ad applaudire il suo vigore e il suo coraggio (al saldo della gara equivalente a dodici punti siglati, tanti consecutivamente, uno a servizio, con sette break point all’attivo), perché lei è una giocatrice che avvalora la propria forza tecnica e atletica con il gran carattere.
Che sia riemersa in una circostanza complicata, insomma, non pare un caso, ma è una rinascita ancora parziale, secondo la diretta interessata, da sua stessa ammissione, da perfezionista quale giustamente é.
“A livello personale la prova di domenica, soprattutto in attacco, mi aiuta a venir fuori da un periodo incerto e mi infonde maggior sicurezza, perché finora non sono andata come avrei voluto. Non è, però, che contro Sala Consilina abbia giocato come dovrei. Sono soddisfatta, perché sono migliorata, ma non ancora al punto da essere la giocatrice utile, nella sua completezza, a questa squadra. Ho fatto buone cose – riconosce Valentina – in fase offensiva, ma in difesa no, devo ancora crescere. L’emblema è quella ricezione che ho sbagliato nel quarto set, momento decisivo per recuperare la partita, quando una mia intercettazione è andata di là, nel campo avverso. Continuo a lavorarci in allenamento, come il resto della squadra, d’altronde. Gli effetti si vedranno, come si cominciano a intravedere quando sono chiamata a schiacciare”.
Una prospettiva di lavoro, ricorda il capitano, che sta implicando tutta la squadra.
“E’ l’aspetto, come collettivo, non solo personale, su cui dobbiamo insistere maggiormente in allenamento. I nostri tecnici lo sanno e stiamo, per questo motivo, concentrandoci molto su questo fondamentale. Domenica, al di là della bellissima prestazione del nostro libero, Lucia Lunghi, abbiamo compiuto un po’ tutte, non solo io, qualche errore di troppo in difesa e se cala la ricezione – sottolinea Rania – quando viene a mancare un attaccante come Luciana, che ha voluto essere in campo per dare ugualmente il proprio contributo a tutte noi, ma che stava malissimo, e non poteva darci tutto quanto è nel suo potenziale, si è destinati a soffrire tantissimo. Se, poi, l’avversario è in stato di grazia come lo erano le campane, accade che si perde”.
Parole che nascondono un pizzico di dispiacere, un piccolo cruccio, raccolto dal punto di riferimento morale, in campo e nello spogliatoio, fra le compagne, che rivela:
“Peccato, perché almeno un punticino potevamo portarlo via. Ci avrebbe galvanizzato riuscire a conquistare almeno una lunghezza in classifica in una gara in cui ci siamo presentate non solo con l’improvvisa influenza di Luciana, ma anche con quasi tutto il nostro organico più o meno acciaccato, dopo una settimana in cui non ci siamo preparate al completo, ma a singhiozzo, con defezioni ogni giorno”.
Uno sbandamento che si assimila, si metabolizza e si archivia alla voce incidenti di percorso.
“Proprio per questo motivo la sconfitta di domenica ci deve preoccupare il giusto, senza fare drammi eccessivi. E’ stata soltanto una battuta d’arresto causata da condizioni avverse che possono capitare nell’arco di una stagione, le quali hanno un po’ ingigantito i nostri difetti. Finora, in cinque partite, non siamo mai state surclassate, non abbiamo mai patito una debacle. Anzi, abbiamo dimostrato, in situazioni difficilissime, di compiere imprese – anatomizza Valentina Rania – come portare al tie-break Giaveno e Santa Croce e vincere a Pontecagnano, in un ambiente ostico, quando eravamo sotto per due set a zero. Una volta può essere fortuna, ma due, tre no. Significa che la squadra e il gruppo ci sono, che condividono un progetto, anche fuori dal parquèt, e che ci sono pure doti tecniche giovani da sviluppare, ma che stanno già facendo passi da gigante, se penso al rendimento di prospetti come Chiara Lapi, Lucia Lunghi e Costanza Manfredini…”.
Il capitano scorta le proprie compagne sempre e ovunque, non le abbandona nel frangente delle oscurità che una stagione può, di tanto in tanto, presentare. Alla prima vera ombra di questa difficile annata d’esordio del Terre Verdiane in serie A2 Valentina, detta Anbeta, ha acceso la luce.