Per l'Italrugby, l'appuntamento con i quarti di finale della Rwc è nuovamente rimandato
Questa volta non ci si può nemmeno rammaricare perché l’Italia a scrivere la storia c’è andata piuttosto lontano. Ha aperto il libro, ma l’inchiostro non usciva dalla penna.
L’Italia ha fatto il suo prima di arrivare alla partita decisiva: ha tenuto un tempo e un po’ con gli Aussie, ha demolito la Russia e ottenuto il bonus con gli USA. Poi si è inceppata l’arma migliore e ciò che era difficile è divenuto impossibile. La mischia ha sofferto contro un pack che aveva fatto impressione contro i Wallabies e l’uscita di Castro ha acuito i problemi. La touche non è andata male ma ha perso il pallone forse più importante, quello che avrebbe potuto consentire di riavvicinarsi all’Irlanda. Risultato: un’occasione da meta nel primo tempo (peraltro convertita in tre punti) e la seconda al 72’: troppo poco. Non abbiamo molte alternative, quando giochiamo contro squadre di livello, alla predominanza o meno della mischia e quando si gioca, quel poco, non si riesce a dare continuità all’azione.
La difesa. Abbiamo migliorato il margine di sconfitta con le squadre dell’emisfero sud, piccola-grande consolazione, ma quando ci vengono attaccati gli spazi nella linea siamo più in difficoltà di altri (anche con la Russia) e l’Irlanda lì ha colpito ad inizio ripresa.
Si può criticare, si può, si deve, applaudire comunque, ma la realtà è questa. Questo è il nostro livello: apprezziamo lo sforzo ma lì siamo. Possiamo migliorare? Se lo abbiamo fatto negli anni ’90 (non a caso l’ultima vittoria azzurra con l’Irlanda risale al 1997) possiamo farlo ancora. Avverrà con la svolta Keltika? Con Brunel? Con qualche cambiamento in seno alla Fir? O con tutto quanto insieme? Chi vivrà, vedrà.
Di certo c’è che non vedremo più una seconda linea sudafricana in campo (la vedremo francese!?). Non avevamo italiani all’altezza? Per perdere di 30 con l’Irlanda, ma l’ultima meta è stata come il pugno assestato mentre il pugile stava già cadendo a terra per knock-out, forse è stato meglio così …