L’importanza e la credibilità di un premio dipende anche e soprattutto dal reale valore dei premiati. Purtroppo sul Premio Sant’Ilario, istituito nel 1986 dalla giunta dell’allora sindaco Lauro Grossi, c’è una macchia indelebile difficile da cancellare, anche se il passare del tempo ammorbidisce le polemiche e annienta i veleni. La macchia ingombrante è quella di Tommaso Ghirardi e del Parma Fc, premiati in stecca nel 2009 e nel 2010. Scene da manicomio: applausi scroscianti, sorrisi, pacche sulle spalle, cortei, striscioni, baci e abbracci, ma anche una valanga di menzogne e ingiustizie (tra cui alcuni licenziamenti di personaggi che hanno fatto la storia del Parma Calcio). Ghirardi osannato, servito e riverito da una città, e soprattutto dalle sue principali istituzioni (compresa l’Upi di cui faceva parte il Parma Fc) che fino a pochi giorni prima del crac lo hanno coccolato e aiutato, tanto da rendersi “complici” silenziosi del grande fallimento che ha gettato palate di merda sulla nostra città, come se il crac Parmalat e altri scandali connessi non avessero insegnato nulla.
Il bresciano ha conquistato Parma nel 2007, l’ha prima illusa e poi stuprata, anche se tutti facevano finta di non accorgersene, come succede nei peggiori paesi mafiosi, dove l’omertà è il miglior compagno di viaggio. “Ghirardi è diventato un personaggio molto importante – diceva l’ex sindaco Elvio Ubaldi nel 2010 – al quale dobbiamo essere grati perché è riuscito a fare quello che noi non siamo riusciti a fare. Quindi, a tutto titolo, lo consideriamo ormai dei nostri e lo adottiamo”. Lo stesso Ghirardi spendeva parole dolcissime per ringraziare istituzioni e città, mentre i bilanci del club facevano acqua da tutte le parti, nell’indifferenza generale e con la complicità di diversi personaggi, anche se per emettere delle sentenze è necessario aspettare i tempi “biblici” della magistratura italiana e in particolare della Procura di Parma.
“Sono felice perchè il nostro progetto è in crescita, abbiamo avuto alti e bassi ma abbiamo lavorato con serenità e determinazione, rispettando i nostri tifosi e le logiche economiche di una squadra di calcio”. E’ quanto dichiarava Ghirardi a margine del Premio Sant’Ilario del 2010. Tempi in cui tutto luccicava come l’oro (finto).
Potremmo andare avanti all’infinito con queste frasi di facciata, da isola felice, ma non avrebbe senso, tanto è chiaro a tutti chi è e cosa ha fatto il signor Ghirardi, a cui il tribunale di Brescia continua a sequestrare (a titolo conservativo) beni di sua proprietà per un valore superiore ai 4 milioni di euro.
In conclusione, l’appello che parte da queste pagine è il pensiero comunque di migliaia di parmigiani: togliete il premio Sant’Ilario a Tommaso Ghirardi. E’ una questione di credibilità e onestà, oltre che di dignità morale. In realtà, alla lista delle “cancellazioni” ci sarebbero da aggiungere altri nomi illustri, ma noi restiamo confinati nel mondo dello sport.
Parma Calcio
Ghirardi, una macchia indelebile sul Premio Sant’Ilario
Ghirardi, una macchia indelebile sul Premio Sant’Ilario
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