Diceva lo stoico Seneca, nel De brevitate vitae, che «ci vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse sembrerà più strano, ci vuole tutta la vita per imparare a morire» . Jones Aboagye di tempo, purtroppo, ne ha avuto davvero poco. Diciotto anni. Un passato molto breve alle spalle e un lungo futuro ancora tutto da scoprire. Ma è bastato un banale e innocente gesto, come un tuffo in mare, a portarsi via una vita di un giovane ragazzo. La squadra di Terza Categoria dell’Inter Club Parma piange la sconvolgente e assurda morte del suo Jones, vittima della «tragedia del pontile» di Forte dei Marmi. Il suo corpo è stato ritrovato ieri, dopo 24 ore di ricerca nelle acque della località balneare toscana.
Arrivato in Italia dal Ghana a dicembre assieme alla sua famiglia, il ragazzo aveva trovato anche una collocazione calcistica nella società nerazzurra di via Parigi. Lì, nonostante la scarsa padronanza della lingua italiana, si era fatto subito voler bene, come testimoniato da alcuni compagni. Aveva sempre il sorriso, s’impegnava a fondo ed era in campo un attaccante “generoso”. Aveva esordito contro il Cus Parma e giocato, in seguito, anche contro il Team Carignano. Prima che il Covid-19 fermasse tutte le attività. «Per lui noi eravamo i suoi amici e l’Inter Club stava per diventare la sua famiglia» è il messaggio che trapela dallo spogliatoio dei ragazzi dell’Inter, “sommersi” a loro volta da una notizia che ha dell’inverosimile.
La redazione di SportParma si unisce al dolore dei familiari, dei compagni di squadra e di tutti i dirigenti dell’Inter Club Parma, a cui vengono rivolte le più sentite condoglianze dai nostri collaboratori.