Fatti, misfatti, curiosità Â dell'italica, più parmigiana, palla ovale
Il rugby italiano ci sta dando molti spunti in questi ultimi mesi, alcuni non proprio positivi. Cambiamenti, situazioni difficili, decisioni particolari, ma anche curiosità.
L’Italian Job, come chiamano oltre Manica le partite delle italiane contro le locali, per eccellenza sarà visibile su Dahlia, tv a pagamento del digitale terrestre. Il Normal10 è sempre sulla Rai ma le partite sono state spostate alla domenica. Se il rugby ha bisogno di maggior visibilità, due scelte che, forse, vanno nel senso opposto. Questione di sovrapposizioni e la Magners ha il diritto di precedenza; in più bisogna non portar via pubblico, quel poco, alle squadre “nostrane”. Evidentemente non c’erano altre soluzioni …
Una squadra, la Rugby Roma, ha avuto il permesso di potersi iscrivere pur in presenza di lodi arbitrali non risolti, uno ora sì, producendo una garanzia in tal senso che avrebbe sistemato il tutto entro il 5 agosto o, in seconda battuta, ad inizio gennaio. Tutte le squadre ducali che si sono spossessate del titolo sportivo seniores sono ripartite dalla C, meno il Colorno che riparte dalla B. Anche questi un segno del dilettantismo?
Parlando di moneta, la situazione la si può dipingere con un famoso refrain di un trio comico napoletano “l’acqua è poca ossia scarseggia e la papera non galleggia”. Una delle società che forse fa più fatica di tutte a galleggiare è, ahinoi, la Rugby Parma che ancora deve versare alcune mensilità ai propri ex giocatori e che nonostante gli accordi presi grazie all’intermediazione dell’Air ha chiesto ai giocatori di “accontentarsi” di qualcosa meno pena il rischio di non prendere nulla.
La novità è stata un politico “di peso”, nessuna facile ironia, come Luigi Giuseppe Villani alla presidenza di una squadra di rugby. Villani, che è anche stimato chirurgo, è ora assurto alle cronache locali, almeno quelle di RepubblicaParma.it, per una questione che lo riguarderebbe sollevata dal suo collega di partito Lavagetto (sembrerebbe quasi una sorta di regolamento di conti) con un’interpellanza al consiglio provinciale e di cui il presidente provinciale Bernazzoli ha interessato la Procura della Repubblica affinché chiarisca. Niente a che vedere coi vari Verdini, Balducci e compagnia bella (l’ipotesi sarebbe quella del conflitto d’interessi e viene quasi da ridere visto come funziona in Italia) e comunque ci si augura che la cosa vada come deve andare (vista la statura morale che finora ha contraddistinto il neo presidente dei Crociati) perché il rugby non ha certo bisogno di altre beghe.
In tutto questo vi sono anche quei piccoli particolari che fanno del rugby la vera essenza cui guardare. Come ad esempio il caso di Filippo Frati che ha suddiviso la sua squadra in quattro “famiglie”, perché il rugby è noi non io, che portano il nome dei quattro semi delle carte da gioco piacentine. Volete sapere che “briscola è” Fa’atau?