Per il diciannovesimo episodio di PARMATALK, il webshow dedicato ai crociati, l’ex Nicola Amoruso è stato ospite ai microfoni di SportParma per commentare l’ottima annata dei gialloblù e le prospettive della squadra.
Autore di una mezza stagione con la maglia dei ducali, Nicola Amoruso arrivò dal Torino nell’estate del 2009 a titolo definitivo nel Parma neo-promosso in Serie A. In Emilia rimase solamente 6 mesi dove realizzò 5 gol e 1 assist in 17 apparizioni con la maglia crociata.
«Sono molto contento della stagione del Parma. Ho un bellissimo ricordo dei 6-7 mesi passati con Guidolin, dove eravamo settimi e giocavamo divertendoci: il “Tardini” è uno stadio particolare con una tifoseria altrettanto particolare, è stata veramente una bella esperienza. Mi dispiace aver lasciato a gennaio, quando mister Mutti mi chiamò all’Atalanta, ma quella a Parma è stata veramente una fantastica esperienza sotto tutti i punti di vista, sia tecnica sia soprattutto umana: Parma è una città bellissima» ha così ricordato l’ex bomber tra le tante di Juventus, Napoli, Torino, Perugia e Messina. «Il ricordo che ho di quell’anno – ha poi proseguito – con Guidolin è di una squadra che giocava e si divertiva, grandi risultati e grandi partite. Per la storia e per il blasone il Parma in Serie A ci deve sempre essere. A me sinceramente piaceva tantissimo giocare al “Tardini”, con una tifoseria bella, sana, positiva e sempre vicina alla squadra. Si respira un atmosfera particolare a Parma. Giocare in questo stadio era bello per l’energia positiva che avvertivi e quindi mi piaceva anche da avversario, oltre che ovviamente con la maglietta del Parma. Inoltre la tifoseria ha vissuto il calcio importante che conta e ha sempre saputo apprezzare i giocatori tecnici, quindi sia da avversario che con il Parma sempre bellissime emozioni. Era come esibirsi a teatro».
Sul momento attuale dei Crociati, “Nick” Amoruso ha espresso la sua felicità per il primato in Serie B, e soprattutto per l’amico Pecchia: «Sono contento che il Parma stia andando bene con un allenatore che conosco molto bene: Pecchia è un caro amico, abbiamo giocato insieme al Napoli e alla Juventus. Non avevo nessun dubbio che sarebbe diventato allenatore, è una di quelle persone nate per farlo: è sempre stato un grande professionista, molto meticoloso e attento ai dettagli. Io lo chiamavo “Avvocato”. È un allenatore molto preparato e stimato che lavora in una società sana e con una squadra forte, speriamo di rivedere al più presto il Parma nella serie che merita e che possa costruire sempre di più una squadra importante. Al calcio manca una città e una squadra con la grande tradizione calcistica del Parma, sono ben contento di vederlo primo in classifica».
Pochi dubbi sul pronostico finale di questa stagione, anche se le insidie in cadetteria sono sempre dietro l’angolo: «La Serie B è un campionato difficile: non devi solo essere bravo tecnicamente e giocare bene ma anche avere quella cattiveria domenica dopo domenica di portare punti a casa, altrimenti, se ti rilassi, rischi. Il Parma ha un buon bottino di vantaggio e io credo che possa assolutamente vincere serenamente questo campionato, ma bisogna sempre tenere le antenne alte perché è un campionato che non ti permette di rilassarti più di tanto».
Per concludere, l’ex attaccante dei ducali si è espresso sulla differenza che separa la Serie A dalla serie cadetta e delle difficoltà che una squadra come il Parma, dominante in Serie B, potrebbe trovare nella massima lega italiana: «Ai miei tempi sicuramente era un calcio diverso ma credo sia importante costruire una base con giovani interessanti e il Parma li ha. Inoltre credo sia fondamentale formare la mentalità di un calcio propositivo che poi ti porti dietro e quello puoi farlo solamente negli anni. Certo, degli innesti importanti li devi fare perché è tanta la differenza tra la Serie A e la Serie B ma credo che la cosa importante sia portare l’entusiasmo della vittoria del campionato, come può essere per il Parma, per poi andare a migliorarsi nel campionato che conta. L’entusiasmo può essere un fattore determinante per una squadra che torna in Serie A dopo tanto tempo, poi ovviamente vanno presi giocatori forti, con esperienza e giovani interessanti per completare la squadra. Secondo me tutto questo rientra nei piani del Parma, che è una società strutturata e starà sicuramente già guardando al futuro. Fabio (Pecchia, n.d.r.) ha fatto tanta gavetta e quasi sempre scelte giuste, il Parma è indubbiamente tra queste. Ormai è un po’ di anni che si allena, deve affermarsi in Serie A e sono convinto ci riuscirà. A Fabio auguro il meglio, faccio il tifo per lui e per il Parma perché il Parma in Serie A è una delle piazze più belle da allenare».