Il compendio su Elisa Martini, diciannovenne secondo libero del Terre Verdiane Servizi Italia, è fin troppo scontato e ovvio … libera di sognare … , ma veritiero, reale e fedele, leggendo la sua breve storia da pallavolista, già alla ribalta, in pianta stabile, in serie A2.
Del gruppo parmense è una delle due uniche atlete locali. Casualmente agli antipodi per esperienza. L’altra è la più anziana, la chioccia Margherita Fabbri, mentre lei è la più giovane, la cucciola. E’ di Fornovo Taro, sulle colline, da dove scende, ogni giorno, nella Bassa verdiana, per il doppio allenamento quotidiano, e dove ha cominciato, bambina, con il mini volley. Dal proprio paese si è, poi, spostata a quello limitrofo, Collecchio, uno dei centri provinciali con maggior tradizione pallavolistica, quindi in città, a Parma. Prima all’S.C. Parma, per approdare, infine, al Cariparma Si-Grade, dove ha preso il volo verso le Terre Verdiane.
Da quella partita a Santa Croce sull’Arno, il ventitre aprile dell’anno scorso, ultima giornata di campionato, in cui, tra le fila del Cariparma Si-Grade ormai matematicamente promosso, diciottenne, iniziasti una gara di serie A2 da titolare cosa è cambiato?
“Tante cose. Tutte molto belle. Quell’esperienza in panchina mi ha permesso di imparare in palestra durante la settimana senza pensare troppo all’impegno agonistico di campionato della domenica, con la mente molto libera, concentrata esclusivamente alla, chiamiamola così, didattica. Quest’anno, grazie al Terre Verdiane Volley, c’è stato un ulteriore salto di livello, duro, ma molto esaltante. Avere la tensione della gara ti brucia energie mentali, ma in modo positivo, è ulteriormente allenante, soprattutto in questo ambiente”.
La scorsa estate sei arrivata come secondo libero, di riserva, poi sei partita subito titolare, perché l’allenatore Marco Botti, sfruttando la regola delle Under 22, gioca con due liberi, tu e la titolare Lucia Lunghi, in contemporanea. Te lo aspettavi, ne eri al corrente o è stata una sorpresa?
“E’ stata assolutamente una sorpresa. Non me l’aspettavo. Marco ce lo ha comunicato una decina di giorni prima dell’inizio del campionato. E’ stata una scelta che mi ha entusiasmato, anche se non nascondo che un po’ d’ansia per la responsabilità mi ha preso, ma, poi, una volta in campo, il ghiaccio si rompe, ci si scioglie, con le compagne le quali, a iniziare proprio da Lucia, ti aiutano e ti sostengono”.
E’ la prima volta, considerata la tua giovanissima età, che giochi in questo modo? Ti trovi a tuo agio?
“Sì, è la prima volta. Non mi era mai capitato. Mi piace molto, non solo, come si potrebbe pensare, perché mi ha dato la possibilità di avere più spazio, ma soprattutto perché è eccitante tecnicamente, sportivamente. Con la compagna che ti sta vicino e che ha i tuoi stessi compiti, in questo caso la titolare Lucia, ti carichi vicendevolmente. Basta un bel gesto tecnico dell’una per esaltare l’altra, completamente a servizio della squadra, che, in questo modo, forse perde un po’ in fase offensiva, ma ne guadagna in difesa”.
Dopo diciannove giornate tutte da titolare, allora, ti senti adatta alla serie A2, credi sia un palcoscenico in cui puoi essere protagonista?
“Obbiettivamente, per il momento, con questo ruolo, in questo modo, sì. Da sola, come unico libero, non lo so, è da verificare. Sento di averne le capacità, ma devono essere, naturalmente, provate. Ho solo diciannove anni e tanta strada ancora davanti per potermi migliorare. Ho numerosi difetti da colmare, in particolare in ricezione, dove ci vuole più tecnica rispetto alla difesa, che, al contrario, è più istintiva”.
Come ci si trova a essere la cucciola, la più giovane in assoluto, in un gruppo come quello del TV Volley?
“Si è coccolate il giusto, con tanta simpatia, da ragazze come Luciana Do Carmo, per esempio, che ha una storia sportiva importante alle spalle. Sono tutte molto carine e gentili, disponibili. La differenza di età non la fanno pesare per nulla. Episodi di nonnismo no, non ce ne sono. Solo battute, tra l’altro molto spassose e belle, per nulla cattive, provocazioni con il sorriso sulle labbra, perché con un allenatore così, come Botti, il quale crede molto nello spirito di gruppo, è automatico”.
Dall’inizio del torneo sei in testa a una statistica molto singolare, quella dei liberi che hanno realizzato più punti, in un ruolo esclusivamente difensivo. Con l’ace di domenica scorsa a Santa Croce, hai raggiunto il bottino di nove realizzazioni…
“C’è soddisfazione, è logico. Come è evidente e comprensibile che questo sia l’effetto della figura un po’ anomala che svolgo, della possibilità che ho di andare a servizio, essendo il secondo libero, sfruttando una mia caratteristica tecnica che mi porto dietro dalle giovanili e che, ovviamente, alleno con insistenza durante la settimana”.
Di te dagli spalti si apprezza, soprattutto, rapportata alla giovane età, la determinazione che hai quando sei in campo. Come vivi la pallavolo?
“La pallavolo è una continua sfida con se stessi, con i limiti che hai. L’importante é comprenderli, afferrarli rapportandoli con quelli degli altri migliori di te e provare a superarli. Bisogna cercare di arrivarci e magari oltrepassarli, ma fondamentale è il modo, il come, il metodo, senza farlo diventare un dramma, un’ossessione”.