Supervisore e tutor il tecnico francese Jean Bidal, già Â all'opera da diverse settimane
Tu chiamala, se vuoi, evoluzione. La Rugby Parma, per i diversi motivi ormai arcinoti, ha detto addio lo scorso anno alla squadra seniores di eccellenza e pur, come il Noceto, avendola mantenuta in serie C, riparte, o meglio si rilancia dal settore giovanile lanciando la nuova sfida/progetto: Scuola di Rugby. Progetto che è stato presentato in pompa magna questa mattina nella Sala Consiliare del Comune alla presenza anche di diverse vecchie, più o meno, glorie gialloblu come, ad esempio, l’ex ds Aldo Boraschie l’ex azzurro Luigi Capitani. Un progetto teso a qualificare il lavoro del settore giovanile per costruire quelli che un domani devono rappresentare il movimento parmigiano ai massimi livelli. Una sorta di accademia di club, quella che la Federazione aveva progettato alcuni anni fa e poi naufragata miseramente (in quanto mossa politica), come quella che realtà come Noceto ha coltivato in questi anni e che professa attraverso il nome delle proprie squadre ma con qualcosa in più. Gli Assessori allo Sport locali, Ghiretti e Antonini, non hanno mancato di ricordare la lunga storia della Rugby Parma di cui il prossimo anno ricorre l’80° anniversario, citando pure i 40 di Noceto e Amatori, una delle poche società ad identificarsi così a lungo col territorio. Il neo Assessore provinciale ha ricordato altresì la valenza del coinvolgimento della scuola come istituzione (in sala era presente la 4^G dell’Istituto Bodoni che dovrebbe il primo tassello di questa liason) per la sua funzione di educatore. Occorre allargare la base, occorre qualificarla con l’aiuto di tutti; si legge anche in quest’ottica l’appello fatto dal presidente Borri che ha sottolineato la convinzione su questo nuovo assetto del rugby italiano che rappresenta lo sbocco naturale dei giovani del vivaio, almeno per i prossimi tre anni … , sul quale la società si butta a lavorare a capofitto, verrebbe da dire come non mai.
Per farlo la Rugby Parma si avvale dell’opera preziosa di Jean Bidal, tecnico francese che su mandato dell’International Rugby Board spande il verbo tecnico rugbystico nel globo e che in Italia è venuto più volte a fare istruzione agli allenatori nelle varie sessioni, ad esempio, programmate anche dal CRER. Bidal, che si è espresso in francese, chiedendo scusa, non fidandosi del suo italiano ancora zoppicante, ha ricordato l’esperienza guida del modello dello Stade Toulousain convinto che si possa “esportare” pure alla Rugby Parma. Un accordo pluriennale di cui Bidal si è detto molto contento, teso a favorire l’apprendimento del rugby e l’organizzazione di un vero e proprio stile di gioco “made in Rugby Parma”.
Qualche “dritta” su ciò che potremmo vedere in occasione della celebrazione degli ottant’anni l’ha fornita l’Assessore Ghiretti che ha fatto sua un’idea di un ex dirigente gialloblu (Enzo Barbieri) di far disputare una partita di ragazzi in Piazzale della Pace, uno dei cuori pulsanti della città.