Il passaggio dalla Serie B alla Serie A vale circa 26 milioni di euro per il Parma.
E’ la cifra che emerge dai ricavi del massimo campionato italiano appena concluso e che si ripeteranno anche nella stagione successiva (2024-25) in base ai criteri di distribuzione dei diritti tv previsti dalla Legge Melandri (una quota del 50% è suddivisa in parti uguali tra tutti i club di A), a cui vanno aggiunti i premi in base al posizionamento finale in classifica o il paracadute in caso di retrocessione in Serie B.
Calcoli e percentuali che, come stimato da diversi siti che si occupano di calcio e finanza, porteranno nella casse dei club linfa vitale per andare avanti, sebbene queste cifre, aggiunte a quelle derivanti dagli incassi da botteghini e merchandising, non servano a coprire i costi complessivi di molti club italiani.
Il Parma, ad esempio, ha chiuso il campionato di Serie B con un monte ingaggi di 22,3 milioni (fonte Gazzetta dello Sport). Cifra destinata a crescere nel corso della prossima stagione, così come cresceranno gli gli introiti e le spese. In pratica, il rischio è che gli introiti derivanti dai diritti tv servano “solo” a pagare gli stipendi e le relative tasse. Ma forse potrebbero non bastare.
Il patron crociato Kyle Krause ha già stabilito il budget per il mercato estivo, niente follie, ma la necessità di investire oculatamente e in prospettiva. Il ds Pederzoli, fresco di rinnovo contrattuale, è già al lavoro per quella che si preannuncia un’estate bollente ma che richiede scelte lungimiranti.