Mantenere la Serie A, riconquistata a tre anni di distanza, è l’obiettivo dichiarato di un Parma giovane, sbarazzino, pronto a a giocare a testa alta con tutte le altre 19 avversarie.
La massima serie è tornata a essere la dimora del Parma, che nel match di “benvenuto” ha esibito un bel biglietto da visita contro una Fiorentina reduce da due finale europee consecutive. La prestazione dei ragazzi di Pecchia, usciti per giunta col rammarico di non aver conquistato l’intera posta in palio (l’errore di Cyprien a una manciata di secondi dalla fine resta ancora indigesto), è stata figlia della spensieratezza di un gruppo compatto, rodato e infarcito di tanti ragazzi di belle speranze che da diversi anni ormai giocano insieme con la stessa maglia.
Non è un caso che, fatta eccezione per i nuovi volti di Suzuki e Valeri, nove degli undici titolari fossero elementi della squadra che due stagioni fa si fermò in semifinale playoff e che a maggio scorso trionfò nettamente in Serie B, sollevando per la prima volta la coppa riservata ai vincitori. Un numero destinato a salire se si considerano anche i subentranti dalla panchina: tre su cinque portano i nomi di giocatori ormai “storici”. Alcuni dei protagonisti dell’attuale rosa, addirittura, erano presenti nel roster che nel 2020/2021 furono condannati a scendere in cadetteria: Balogh, Camara Cyprien, Hernani, Osorio, Man, Mihăilă, Sohm e Valenti c’erano allora e ci sono ancora. Chi più giovane, chi meno – benché nessuno di loro sia un over 30 –, i “senatori” del Parma rappresentano quella continuità di un progetto che, con ostinata convinzione, il presidente Krause sta portando avanti all’insegna di un mantra piuttosto chiaro: spazio ai giovani.
E così, con rinnovata maturità e nuove consapevolezze, alcuni di questi giocatori si sono messi nuovamente in mostra sotto i riflettori della Serie A: è il caso di Sohm Sohm, un po’ mediano e un po’ «falso 10» – come piace a lui – che alla sua 119ª partita ufficiale con la casacca crociata ha indossato per la prima volta la fascia di capitano, poi ceduta ad Estévez nella ripresa. Lo svizzero ha dato prova delle sue grandi potenzialità, che sono ancora più evidenti nel compagno di brigata Ange-Yoan Bonny, eletto MVP del match e ormai insostituibile riferimento al centro dell’attacco. Il francese, classe 2003, è stato in grado di tener testa ai tre scorbutici centrali della Fiorentina e, come spesso gli è capitato lo scorso anno, ha firmato l’ennesimo assist per un compagno. Stando a Transfermarkt, nella stagione 2023/2024 erano stati 10 i passaggi vincenti (anche se i Dati Opta gliene scalano, ingiustamente, due); adesso, in Serie A, ha già schiodato lo zero in appena 67′ giocati. E poi un altro numero significativo è il 50, come le presenze di Drissa Camara: l’ivoriano, prodotto del vivaio ducale, che già aveva esordito nel maggio 2021 in Serie A (13′ giocati in Parma-Atalanta 2-5) è stato schierato da Pecchia per gli ultimi 25′, extra time incluso, in quella che è stata la sua seconda presenza nella massima divisione, ma soprattutto il suo 50° caps con la maglia crociata.
La continuità del progetto giovani sarà la chiave per rincorrere la salvezza in Serie A. Sotto la guida del deus ex machina Fabio Pecchia, con cui il presidente Krause dovrà discutere il rinnovo di un contratto in scadenza il 30 giugno 2025.