199 centimetri sono sufficienti per raccontare le caratteristiche di Milan Djurić, volto nuovo di un Parma rivoluzionato sul mercato di gennaio.
Djurić si è presentato ai giornalisti locali nella sua stampa del “Mutti Training Center” di Collecchio, dove stamane ha svolto il primo allenamento con i crociati. Un gigante per il gioco, fatto di strappi e ripartenze, di mister Pecchia, il quale dovrà trovare il modo di rifornirlo con tanti palloni aerei. Lo stesso Djurić non si è nascosto dietro un dito, anche perché non servirebbe: «Le mie caratteristiche sono abbastanza visibili: mi piace giocare con gli esterni e sacrificarmi per la squadra». Il bosniaco, arrivato in Italia già all’eta di anno, sarà una figura di riferimento nello spogliatoio: il Parma lo ha preso anche per quello. Dall’alto dei suoi (quasi) 35 anni, arriva in punta di piedi, ma prodigo di consigli calcistici e non solo.
SCELTA FACILE «È stata una scelta semplice, sono stato contattato dal direttore e dal mister. Ho sentito l’importanza che hanno dato a me come calciatore e come uomo: è stata una scelta facile approdare in un club con grande storia e con un progetto importante».
PIÙ PUNTI POSSIBLI «So che durante l’arco del campionato ci sono momenti già di maggiore difficoltà e altri in cui tutto viene più facile. I ragazzi sono carichi, il mister con il suo staff cura ogni dettaglio. Ci sono i presupposti per partire al meglio. L’obiettivo è portare a casa più punti possibile».
LA CHIAMATA DEL PARMA «Da avversario ho sempre visto un Parma che punta sulla qualità e sui ragazzi giovani che hanno prospettive importanti. Mi sono subito messo a disposizione del gruppo: posso dare una mano anche nello spogliatoio. Mi ha fatto piacere che mi abbiano chiamato. Tanti ragazzi sono giovani, c’è un progetto importante e serio, che continuerà negli anni. Sono assolutamente contento, cercherò di dare il mio contributo».
NEL GIOCO DI PECCHIA «Penso di avere caratteristiche che sono abbastanza visibili (ride, ndr): mi piace giocare con i compagni, con gli esterni, mi sacrifico per la squadra, per i compagni e per la società. Queste sono le basi di partenza. Oggi mi sono allenato per la prima volta, ho visto tanti ragazzi forti. Sono a loro disposizione con le mie caratteristiche, per fare il meglio con il Parma».
UOMO-SALVEZZA «Negli ultimi anni mi sono ritrovato in queste situazioni (ride, ndr): l’obiettivo delle società era quello di salvarsi, io e i compagni abbiamo sempre remato dalla stessa parte. So di cosa c’è bisogno per raggiungere questo obiettivo. Cercherò di portare la mia esperienza ai compagni, sono sicuro che riusciremo a raggiungere l’obiettivo».
IN PUNTA DI PIEDI «Io entro in squadra in punta di piedi. I ragazzi sul campo hanno fatto bene, cerco di portare la mia etica del lavoro, la mia professionalità sia in campo che fuori. Posso dare dei consigli. Io posso dare consigli anche sulla cura del corpo, perché a una certa età a questi livelli bisogna fare le cose fatte bene. Poi, in campo ognuno ha le sue qualità: i ragazzi hanno caratteristiche incredibili».
CON BONNY «Ci siamo conosciuti oggi – che per me è stato il primo giorno di allenamento – perché ieri lui era raffreddato. Tutti me ne hanno parlato molto bene, non vedo l’ora di conoscerlo meglio».
OBIETTIVO «Il mio obiettivo personale coincide con quello di aqudra. Adesso dobbiamo guardare nel corto raggio, poi nel futuro far crescere tutti insieme questi ragazzi: è anche l’obiettivo della società».
LA FIDUCIA DI PECCHIA «Ho parlato col mister un paio di volte al telefono, lui mi ha esposto le sue idee. Io ho dato la mia disponibilità, ho sentito il direttore (Pederzoli, ndr) e il mister molto carichi e molto fiduciosi. La fiducia conta tantissimo. Poi, è stata solo una questione di accordi tra le due società».
LE SABBIE MOBILI DELLA A «Quest’anno è un campionato difficile nei bassifondi, tante squadre fanno punti contro tutti. Dobbiamo stare attenti, concentrati, vivere partita per partita e sfruttare le occasioni che si presentano».
IL NUMERO 30 «In passato avevo spesso il numero 11, percHé mia figlia è nata il 4 e mio figlio l’11. Ma l’11 era già occupata da Almqvist, giustamente, e allora ho scelto il 30 perché è la somma delle date dei miei figli: mia figlia è del 2013 e mio figlio del 2017. 13 e 17 fanno 30…».
QUEL GOL ANNULLATO «Quanto ha pesato per il Parma quel gol? Non so. Penso siano chiare le mie caratteristiche sulle palle inattive. Fortunatamente – ora posso dirlo (ride, ndr) – è stato annullato, quindi bene così».