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COMMENTO: Parma, nove minuti folli

COMMENTO: Parma, nove minuti folli

Nove minuti folli, indecifrabili e dolorosissimi. Tanto è bastato al giovane Moncini (22 anni) per ribaltare la partita e spedire il Parma al 4° posto, a -2 (Frosinone) dalla promozione diretta. Un film a metà tra il thriller e l’horror. Una sconfitta pazzesca (2-1), con i romagnoli in 10 uomini per l’espulsione del polacco Kupisz (44’ st), dopo che il Parma ha sciupato 2-3 occasioni, compreso un palo di Insigne, per chiudere l’incontro e rispedire al mittente gli assalti (vittorie) del giorno prima di Frosinone, Palermo, Venezia e Bari.
Il bicchiere si è svuotato dal 41’ al 50’ della ripresa, quando nessuno poteva immaginare un epilogo del genere, anche perché la squadra di D’Aversa aveva tenuto bene il campo, dimostrando personalità e predisposizione al sacrificio collettivo, soprattutto nel secondo tempo. Un Parma che D’Aversa aveva disegnato attorno alle giocate di Ciciretti e all’opportunismo di Ceravolo, oltre alla velocità e dribbling di Di Gaudio e agli inserimenti di Dezi e Barillà. Schemi e movimenti collaudati che l’esperto Castori (oggi 700esima panchina tra i professionisti) ha cercato di arginare senza difendersi in massa, correndo qualche rischio di troppo. Rischi e opportunità che i crociati non sono riusciti a trasformare in vittoria, complice una serie di rimpalli (sul primo gol) e l’unica disattenzione difensiva di Gazzola e Di Cesare.
Sfortuna, ma anche incapacità di chiudere i conti quando andavano chiusi. E a questo punto del campionato gli errori si pagano a caro prezzo e non si può porre rimedio.
Dispiace per gli oltre 2mila tifosi giunti al Manuzzi e che hanno sognato ad occhi aperti dopo il colpo di testa di Ceravolo (1-0). Una passione e un calore smisurati.
Il nervosismo finale, tra spintoni, minacce e placcaggi, è un cattivo messaggio che hanno dato le due panchine e alcuni giocatori in campo. Una situazione figlia di frustrazione e delusione, oltre ad alcune decisioni arbitrali che non sono andate giù a D’Aversa e company.
Il Parma non è più padrone del proprio destino nella corsa al secondo posto, ma questa serie B ci ha insegnato che bisogna crederci fino alla fine, perché le sorprese e le trappole sono sparse ovunque e per chiunque, Frosinone e Palermo comprese.

 

(Foto di Lorenzo Cattani)

 

 

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