Parma Calcio
Chivu: «Salvezza che vale uno scudetto». Gasperini: «Sarà difficile ripetersi»

BERGAMO – Dalla sala stampa del “Gewiss Stadium”, le dichiarazioni a caldo del post Atalanta-Parma (clicca qui per le pagelle), match terminato 2-3.
A rispondere alle domande dei giornalisti presenti in conferenza i due allenatori, Gian Piero Gasperini e Cristian Chivu. In rappresentanza dei crociati anche capitan Enrico Delirato, bergamasco doc.
Le dichiarazioni raccolte per SportParma nella “pancia” dello stadio bergamasco.
CHIVU «Ho mantenuto la lucidità e la calma. Sono stato fortunato nell’avere una visuale di quanto uno può avere rispetto a boprdocampo. Non è mai semplice perdere un giocatore dopo pochi minuti, perché devi scegliere anche tra giocatori non al massimo. All’intervallo, Valeri, che tutta la settimana non si è allenato, ha fatto di tutto per esserci, ma aveva troppo male. Ma devi scegliere in base a quello che succedeva in campo. Siamo andati sotto 2-0, ma non abbiamo fatto male nel primo tempo. A volte subisci, ma abbiamo cercato di essere propositivi, di venire qua a fare la nostra partita senza speculare sugli altri campi. Sapevamo che una vittoria ci avrebbe portato a raggiungere l’obiettivo e abbiamo fatto di tutto per raggiungerlo. Il 2-0 era un po’ troppo, ma magari essendo in tribuna sono stato più lucido nelle scelte… I discorsi da bar vanno evitati: non siamo in un podcast, non siamo al bar, siamo qui a giocarci la vita di un club. Sono contento per i ragazzi, per la società, per i tifosi. Non per me.
Io alleno da 6 anni. Prima squadra o Primavera è la stessa cosa. Cambia solo dal punto di vista fisico, non tecnico-tattico. Bisogna portare avanti le idee e le richieste di una società, ma alla fine bisogna capire dove ti trovi, dove lavori. Poi ho capito fin da subito che si tratta di una società con un progetto importante, che va portato avanti. Non ho mai avuto altri obiettivi. Volevo solo dare una soddisfazione alla città e alla società.
Non pensavo di salvarmi. Bisogna dire la verità. Abbiamo giocato contro le prime della classifica. E siamo arrivati all’ultima giornata con un vantaggio. Potevamo chiuderla con il Como o a Empoli? sì. Ma quello che pensiamo noi è quello che succede. Bisogna anche meritare. E in alcuni momenti non meritavamo. Alla fine ce la siamo giocati qua, contro l’Atalanta, la terza squadra del campionato, squadra che fino a qualche anno fa deteneva l’Europa League. Siamo venuti qua con assenze e recuperi miracolosi: abbiamo dato tutto.
Do tutto quello che ho: la mia passione, la mia integrità morale, il tempo che dedico. Tutto è importante. Stanotte è la prima che mi sogno una partita di calcio… ma non per tensione, perché a fine primo tempo parlavo di moduli sistemi e sistemi. 5-5-5 alla fine! è bello quando si raggiunge l’obiettivo. Bisogna essere consapevoli del fatto che le cose potevano andare diversamente.
Consigli per il futuro? Un confronto è sempre stato fatto, poi ovvio che non dedichi tutto il tempo per quello che sarà il futuro. La fiducia della società l’avevamo dal primo giorno. Arrivavo da 6 anni di Primavera, che non era quella dello stesso club: ringrazio la società per la fiducia. E ringrazio col mio staff, perché ci siamo messi in gioco, ma avevamo tanta fiducia nel gruppo che aveva tanta qualità e poteva aggiungere qualcosa rispetto a quanto fatto vedere. Avremo tempo per pensare al futuro, ma non mi vedo in altri posti. Sono riconoscente per quello che mi è stato dato. Sono felice qua: ho visto uno spogliatoio felice, dei tifosi felici. Sei bravo quando le cose vanno bene; poi quando non vanno bene ti cacciano via a calci nel culo.
La prima cosa che conta è il noi: essere premuroso nei confronti degli altri fa la differenza. Vi dico in onestà che noi dei problemi ne abbiamo avuti: abbiamo cercato di nasconderli, di non dire determinate cose. Oggi il discorso che ho fatto alla squadra è stato tra uomini: quelli che hanno subito cose importanti si sono messi a disposizione. Tutti si sono calati nella realtà. Sono contento di aver visto una reazione, ho visto gente piangere in spogliatoio. Perché sono mesi e mesi che ci sono dei problemi. Ho visto uomini veri piangere e questo è il bello del calcio. Quando tiri fuori il lato umano, conta sempre. Questi ragazzi sono uomini veri.
Torniamo a quello che ho detto ieri: la reputazione non me ne gìfrega un tubo. La coscienza fa vedere quello che sono. La reputazione fa vedere agli altri quello che pensano di me e a me di questo non frega niente. Io sono fatto così e non vorrei mai essere diverso. Io non ho bisogno di niente: faccio tutto per passione, riconoscenza, per questi ragazzi meravigliosi, per il mio staff che mi ha dato tanto. Ovvio che possiamo migliorare: ma io vorrei ringraziare tutti oggi. Questa salvezza vale uno scudetto. Nonostante da giocatore abbia vinto molto, sono orgoglioso di quello che gli altri sono riusciti a darmi. E questo è merito di staff, squadra, società. Molti hanno detto che lo staff non era collaudato, che non si conosceva: ma noi abbiamo accettato questa sfida. E ringrazio anche i tifosi, meravigliosi».
DELPRATO «Credo che la partita di stasera sia il riassunto della stagione: ottimo primo tempo con 2-3 occasioni nette, poi siamo andati sotto. Abbiamo pagato un po’ di gioventù. Non ti nascondo che quando siamo tornati negli spogliatoio i pensieri erano tanti: abbiamo fatto tutta la settimana a pensare alla nostra partita. Poi è normale che chiedi notizie dagli altri campi. Bravi a conquistarci la salvezza sul campo: ha tutto un altro sapore. Tra la promozione dell’anno scorso e la salvezza di quest’anno, non so quale sia la soddisfazione più grande. Dobbiamo essere più bravi a essere più esperti nei momenti della partita.
Per me era una partita speciale, per quello che rappresentava il nostro cammino. Personalmente avevo passato qua tutto il settore giovanile fino ad arrivare alla prima squadra: è bello, c’erano tutti amici e familiari.
Abbiamo dato tutti noi stessi, nonostante dei momenti difficili. Dispiace per i due gol subiti: abbiamo perso tante partite dove non meritavamo di perdere. Il primo tempo è il riassunto della stagione. Siamo andati sotto all’intervallo di due gol. Risultato troppo pesante forse. Dovevamo essere più bravi e arrivare all’intervallo con lo svantaggio di 1-0 che non sarebbe stato giusto. Ma con gli errori s’impara. Li metteremo a posto per l’anno prossimo.
Devo ringraziare tutti: da mister Pecchia a mister Chivu, mi hanno sempre dato la possibilità di giocare. Un ringraziamento ai compagni, alla società e ,in ultimo ma non per importanza, i tifosi che ci sono sempre stati vicini. Tra Cagliari e Lecce abbiamo affrontato i momenti di difficoltà maggiori e loro ci sono sempre stati vicino, sempre incredibili. E ci hanno dato tanto».
GASPERINI «Quello che mi emoziona di più è che Toloi è l’ultimo Mohicani rimasto da quando sono a Bergamo. Ora rimane solo Rossi, il terzo portiere. È stato l’ultimo che è rimasto di quel periodo. Lo striscione? Non è stato un bello scherzo (ride, ndr): se te lo dice così tanta gente, è il momento di far le valigie… Poi lo striscione è proseguito. C’era un bel clima, era una giornata di festa. Peccato aver sciupato un po’ il 2° tempo.
Fino all’anno scorso potevamo alzare l’asticella. A parte l’Inter, che consideravo la più forte, potevamo giocarcela alla pari con tutte. Credo che l’abbiamo fatto. Con un po’ meno di sfortuna, c’erano tutte le condizioni per provare ad essere ancora più vicini: quest’anno il campionato si chiude con un punteggio più basso. I ragazzi hanno fatto il massimo: 74 punti sono veramente tanti, abbiamo messo in fila tante squadre come Roma, Juventus, Fiorentina, Bologna, Lazio. Un merito straordinario al comportamento di tutti i giocatori, non solo in campionato ma anche in Champions. Per la prima volta dopo 9 anni ritengo che sarà molto difficile ripetersi: quello che sembra un risultato apparentemente normale, ovvero raggiungere la Champions, credo sia qualcosa di complicato. Dovremo confrontarci su questo. In questo momento credo di non essere più capace di mantenere questi livelli: ho la sensazione che tanti giocatori importanti possano andar via. Sarà questo: rifondare, con grande umiltà. Si parla di scudetto, ma raggiungere la Champions sia già qualcosa di straordinario. Mi dispiace dover abbassare l’asticella dopo 9 anni. Non so se sarà accettato o meno: ci si confronterà, al di là dei contratti che è una cosa successiva.
Il modella Atalanta ha significato risultati e bilanci a posto: è un grande orgoglio. Siamo stati una catena di montaggio perfetta. Forse, nell’ultimo anno, si è creata qualche crepa, ma ci consociamo così bene che è tutto è superabile. Ma, se non sei in sintonia, è difficile.
Tre aggettivi per l’Atalanta? Stagione oltre le migliori aspettative, difficile perché durissima, grande carattere da parte dei giocatori, che nelle difficoltà hanno fatto un finale straordinario: a parte oggi, 5 vittorie su 6. Straordinaria».
(In copertina, gli applausi di mister Chivu a fine di Atalanta-Parma – ©Foto: Lorenzo Cattani/SportParma)
