Un annoso problema che da ormai qualche anno affligge il calcio dilettantistico a qualunque livello ed età, a partire fin dai giovanissimi, è la povertà di grandi cannonieri che vivano col solo scopo di buttare la palla in rete, non importa quando né dove né come.

Indubbiamente su questo avrà anche inciso la deriva, positiva o negativa che sia, “barcelloneggiante” degli ultimi tempi, portando conseguentemente a una reinterpretazione degli allenamenti e dei piani partita (e – se volete – a uno snaturamento, o quantomeno allontanamento, dei princìpi “breriani” dai quali ha preso le mosse la gloriosa storia del calcio peninsulare). Il gol deve ormai essere bello, o peggio, meritato addirittura, fino a farci dimenticare che già di per sé il gol è il bello e il merito del calcio, essendone l’essenza; va da sé che diventa per sua stessa natura l’atto assolutamente più difficile, non a caso il meno frequente, nel gioco del football.

Ci porta esempio di questo lungo preambolo il caso quantomai curioso dello Junior Pallavicino, squadra della Terza Categoria parmense: ormai giunti alla settima giornata di campionato (più una di coppa) i giovani biancoazzurri di Busseto non sono ancora riusciti a segnare nemmeno una rete in partite ufficiali. Le difficoltà in avanti non hanno comunque impedito loro di guadagnare due punti in classifica (frutto ovviamente di due pareggi per 0-0, per di più nelle ultime due giornate contro Fognano e Torrile San Polo), vedendosi pur sempre relegati all’ultimo posto della categoria.

Si dice il piacere sia tanto più dolce quanto più a lungo si attenda per conquistarlo: se i ragazzi del Pallavicino riusciranno a non perdersi nel vortice dell’ossessione, allora, quando la palla varcherà la soglia della porta, sicuramente per loro si compirà quella meravigliosa catarsi chiamata gol, e mai piacere sarà stato tanto dolce.

(In copertina, un’azione offensiva dello Junior Pallavicino – Foto: Marcello Noto / Fognano Calcio)