Per il campionato di Serie A 2023 il Collecchio Baseball si affida ad un gradito ritorno. A guidare la squadra nella stagione in cui si celebrerà anche il cinquantesimo anniversario della fondazione della società sarà infatti Ettore Finetti.
Il “Toro” torna così a vestire la casacca dei collecchiesi con cui è cresciuto e con cui ha debuttato tra i “grandi” nel 1992: primo passo di una carriera che da giocatore lo ha poi visto giocare e vincere in Italia ed in Europa con Parma, Modena, Bologna e San Marino. Al suo fianco, alla guida del Collecchio, ci sarà uno staff di prestigio formato dai coach Luca Ferrarini, Miche Dorane e Andrea Gandolfi; Lorenzo Dallaturca ricoprirà il doppio ruolo di pitching coach e giocatore, mentre Carlo Alberto Azzoni sarà il preparatore fisico.
Torni a Collecchio con quali propositi e con quali sensazioni dopo le prime settimane di allenamento con la squadra?
«Le sensazioni sono molto buone. Vedo entusiasmo, vedo che c’era bisogno di una ventata di novità e sono contento. Sono tornato perché c’è un bel progetto con una volontà di cambiamento rispetto al passato e sono fiducioso di poter fare qualcosa di buono con questi ragazzi».
A proposito di progetti, negli ultimi anni hai guidato il Codogno riportandolo in Serie A nell’ultima stagione dopo alcuni anni non facili, anche a causa del Covid, per la società e per il paese stesso.
«Anche a Codogno si ripartiva ancora più da zero rispetto ad ora. Il primo anno avevo a disposizione solo i ragazzi dell’Under 18 più un paio di veterani, ma da lì siamo partiti pian piano con obiettivi realizzabili».
Gli obiettivi realizzabili per il Collecchio 2023 quali saranno?
«Per la prima squadra l’obiettivo è quello di mantenersi ad un buon livello, magari riuscendo anche ad alzare il livello qualitativo. È una squadra che gioca assieme già da diversi anni ed anche nell’ultima stagione ha dimostrato di essere composta da ragazzi di valore. Dovremo lavorare un po’ di più sulla preparazione fisica, e infatti già abbiamo iniziato in questo senso. Dovremo lavorare un po’ di più sulla tattica, perché nelle partite a cui ho assistito l’anno scorso ho visto alcune cose che, per giocatori di Serie A, vanno migliorate. Lavoreremo sull’approccio alle partite, perché penso sia mancata un po’ di strategia e spero e penso di potergliela dare».
Chi avrai al tuo fianco?
«Con me ci sarà sempre Luca Ferrarini. Poi Lorenzo Dallaturca, che ricoprirà sia il ruolo di giocatore che quello di pitching coach. Si aggiungono al gruppo Andrea Gandolfi, che si occuperà dei ricevitori, e Michele Dorante che si occuperà degli esterni. È uno staff tutto composto da ex giocatori del Collecchio, compreso il preparatore atletico, Carlo Alberto Azzoni, che ho voluto al mio fianco già in passato, e questo mi rende particolarmente felice».
State valutando anche diversi ragazzi del vivaio che vorrebbero farsi largo e trovare il loro spazio dopo aver messo il naso prima squadra nelle passate stagioni.
«Sì, assolutamente. Anche per questo assieme agli allenatori della prima squadra abbiamo svolto un allenamento sotto forma di try-out con tutti i ragazzi delle giovanili, dai più giovani all’Under 18, per imparare a conoscerli, per capire come si muovono, a che livello sono fisicamente, e devo dire che ho visto diversi giocatori molto interessanti. C’è una buona Under 18 e alcuni dei ragazzi verranno man mano integrati. Anche con loro abbiamo iniziato una preparazione fisica in palestra e poi da gennaio inizieremo anche la parte tecnica e molti di questi ragazzi lavoreranno con noi. Hanno quasi tutti 17-18 anni, per cui sono già pronti e c’è un ottimo materiale per ricostruire un gruppo di giocatori di Collecchio».
Qual è il programma invernale di una squadra di Serie A?
«Siamo una squadra di Serie A, ma non dobbiamo dimenticare che sono quasi tutti lavoratori e, per esperienza personale, so che in questo momento è importante anche gestire le proprie risorse. In questo periodo di novembre e dicembre voglio che si concentrino sulla parte fisica, poi da gennaio inizieremo ad inserire anche un paio di allenamenti di tecnica. Mi interessa più la qualità che non la quantità del lavoro».