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Energy Volley: la stella d’Oro Iacopo Gentile si racconta

Energy Volley: la stella d’Oro Iacopo Gentile si racconta

Iacopo Gentile è stato insignito della Stella d’Oro al Merito Sportivo del Coni che ha riconosciuto l’importanza e lo spessore sociale del suo impegno in prima linea da infermiere al servizio della collettività nella lotta al Covid-19.

Il centrale della WiMORE Energy Parma in Serie B, nato a Ortona in provincia di Chieti ma aretino d’adozione, ha ricevuto l’onoreficenza venerdì scorso nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo in occasione della Giornata Olimpica 2019 rinviata lo scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria.
L’emozione era tanta, mi hanno fatto anche parlare e un po’ la voce mi si spezzava -spiega Gentile, classe ’90, che in passato ha indossato anche le maglie di PescaraPinetoCittà di CastelloArezzo e Busseto– è stato un riconoscimento completamente inaspettato, quando mi è arrivata la raccomandata del Coni con la scritta che mi avrebbero consegnato la Stella d’Oro al Merito Sportivo pensavo in un primo momento fosse uno scherzo poi ho realizzato ed è stato veramente molto bello e appagante“.

Cos’hanno significato i tanti mesi in prima linea nella lotta contro il Covid?
“Sono stati mesi molto duri sia per me che per i miei colleghi. Il Covid è un brutto virus e all’inizio non sapevamo nemmeno come combatterlo quindi facevamo con quello che avevamo poi pian piano siamo riusciti a trovare qualcosa di meglio e a curare sempre più persone. Purtroppo ci sono state grandi e gravi perdite però ringraziamo il fatto che ora stiamo andando verso uno scenario migliore”.

Quanto è cresciuto a livello umano grazie a quest’esperienza?
“Quest’esperienza mi ha fatto crescere tanto sia dal punto di vista professionale che come uomo, mi ha fatto prendere consapevolezza di quanto sia preziosa la vita e di quanto sia prezioso anche il nostro lavoro per preservarla”.

Come concilia l’attività lavorativa con quella di atleta?
“Ammetto che non è facile, sono ormai dieci anni che faccio l’infermiere e il pallavolista. Devo ringraziare i miei colleghi e i capi sala che mi hanno permesso di fare determinati cambi con il lavoro e riuscire a conciliare al meglio la pallavolo e la professione d’infermiere”.

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