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Pensieri Ovali

Il vecchio che avanza

Il vecchio che avanza

Si ragiona sulla nuova entità Â  che dovrebbe soppiantare, sostituire, accorpare GranDucato e Crociati, forse già Â  dalla prossima stagione. E come la chiameranno?

In un famoso, e stupendo quanto toccante, film di Ken Loach piovevano pietre. A Parma piovono macigni. Macigni che stanno per appiattire, quasi annichilire, il rugby di Elite parmigiano. Se prima erano in quattro a far ballare l’ovale, ora saranno in … uno a far ballare l’ovale. A proposito … continuano ancora a circolare in città, bus interamente tappezzati della pubblicità del Gran Parma Rugby e dell’Overmach!!! Va bene la nostalgia ma la Tep non ha i soldi per decolorarli o c’è gente che ancora paga la Tep per la pubblicità nonostante il corso sia finito da parecchi anni con giocatori che sono in Argentina da due?
E’ probabile che già a partire dalla prossima stagione (come da noi e altri media è stato scritto nei giorni scorsi), anche se qualche addetto ai lavori la fa più realizzabile da quella 2012/13, a Parma si arrivi ad avere una sola squadra in Eccellenza. Vorrebbe dire che dalle due cittadine più una, Noceto promosso poi fatto accorpare alla Rugby Parma, si passa ad una. A questo sta portando la svolta celtica, e la carenza di denaro. Al top, pochi (giocatori) ma buoni, per provare a vincere. Come si chiedeva a gran voce un lustro fa. Che sia oggi o che sia domani, si sta però sfaldando il concetto di identità, di senso di appartenenza che nel rugby è molto forte … qui da noi lo possiamo anche definire “campanile”. Anche se a volte, l’orgoglio occorrerebbe metterlo in saccoccia se si ha passione per il rugby, politica o non. Come fare a ricostituirlo nel caso di un nuovo soggetto con un corpo e quattro teste? Ecco, appunto: le teste. Non abbiamo un buon pregresso a Parma sulle unioni, vedasi Amatori e Noceto col GrAN. Almeno quelle nascevano da una volontà diretta. Si vuole arrivare ad un soggetto unico per l’Eccellenza, a Parma? Allora, forse, è il caso di cambiare i soggetti: dirigenti nuovi. Nulla contro quelli attuali o appena antecedenti, sia ben chiaro, ma se si vuole dare una sferzata all’ambiente, se si vogliono evitare gli attuali ma soprattutto gli antichi livori, se si vuole cambiare, e trattasi del cambiamento di un cambiamento, occorre farlo tout court altrimenti sono sempre minestre riscaldate. Quando si parla di dirigenti nuovi al timone, intendiamo non coloro che non ci sono mai stati prima ma che provengono da anni trascorsi nell’ambito delle due/tre realtà (che potrebbero comunque essere coinvolti all’interno della struttura), bensì “nuovi di pacca”: che siano veramente terzi, amino il rugby, ma anche no, e abbiano managerialità e idee. Altrimenti si va avanti per inerzia ed un auto va guidata non fatta andare per inerzia. Chiaro che nessuno ha la bacchetta magica, ma qualcosa bisogna provare a fare.
Non è facile riportare anche solo 400-500 persone allo stadio, una miseria comunque ma se pensiamo che la media al XXV Aprile tra l’una e l’altra squadra è di 150/200 se va bene …, ma questo non è solo la conseguenza del livello tecnico inferiore. E occorrerà ricostituire un senso di identità che deve essere legato, a questo punto, alla massima espressione del TERRITORIO. E’ difficile, molto difficile, farlo recepire in un Paese ed in una zona che non hanno mai avuto questo sentimento (non a caso quei pochi tifosi della Rugby Parma vanno a vedere la “loro” squadra in C, che talvolta gioca in contemporanea). Si rischia che il XXV Aprile resti una cattedrale nel deserto (indipendentemente da qualche partita di Magners che possa essere giocata tra due stagioni) e che il rugby a Parma da oggetto di lusso diventi chincaglieria. Se vale il motto “uniti si vince” questo deve valere non solo per il campo e nell’accorpamento che si va profilando.
Qualcuno subodora che tra qualche anno si tornerà da dove si era partiti: col Noceto che risorgerà ancora come l’araba fenice, la Rugby Parma salvata dalle acque pure, il Colorno che fin che ha soldi resterà a certi livelli e via così con lo sfaldamento della nuova probabile entità. Chi vivrà, vedrà. Intanto, attendiamo sviluppi.

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