Dopo la pausa natalizia torna la rubrica firmata da Pietro Carmignani. Cinque domande e cinque risposte per analizzare il campionato di serie A e soprattutto la sfida del Tardini tra Parma e Juventus.
Mister Carmignani, a Parma non hanno ancora digerito la sconfitta contro la Juventus, lei è d’accordo con chi sostiene che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto?
E’ una sconfitta immeritata e decisa da alcuni episodi. Manninger è stato più impegnato di Mirante e questo la dice lunga. Ho visto una Juventus con grande carattere e determinazione, ma non ha certo espresso un calcio spumeggiante, anzi. Squadra corta solo nella fase difensiva, con un Chiellini veramente super. Purtroppo la classifica è talmente corta che con 2/3 sconfitte ti trovi dalla zona Champions League a metà classifica; la partita di domenica a Livorno sarà molto importante per il Parma, soprattutto per il morale e la convinzione della squadra.
Non l’ha sorpresa l’esclusione dal primo minuto di Valeri Bojinov?
Non sono nello spogliatoio e non seguo gli allenamenti, quindi non posso capire se la scelta è stata giusta o sbagliata. Io credo che il Parma abbia fatto una buona prestazione, ma forse ha letto male la partita, a livello tattico soprattutto nel secondo tempo quando si è limitata a gettare un gran numero di palloni nell’area di rigore avversaria. Quando è stato espulso Caceres i crociati avrebbero dovuto giocare palla a terra e sfruttare maggiormente le fasce e invece ha preferito affidarsi ai lanci lunghi. Sempre nella ripresa Guidolin ha schierato quattro punte, intasando troppo l’area di rigore che era ben presidiata da Chiellini. Infine permettetemi di ripetere sempre la stessa cosa: i portieri non escono mai. Avete visto i tre gol del Tardini, tutti nati nell’area piccola, è assurdo.
La società ha già fatto sapere che non interverrà sul mercato, se non in uscita, come valuta questa decisione?
Lo ripeto, la decisione spetta a Guidolin. Se il tecnico ha ritenuto di avere una rosa completa, allora la società non comprerà nessuno. Sono convinto, però, che con qualche rinforzo si possa provare a puntare alla Champions League. Prendiamo l’esempio della Fiorentina: ha comprato Felipe dall’Udinese perché crede fermamente di poter ambire ad un posto in Champions; se così fosse gli investimenti fatti a gennaio sarebbero subito ammortizzati a giugno.
Passiamo alle altre di serie A: il Milan è tornato ad essere stellare, l’Inter continua ad usufruire di “regali” arbitrali e in zona Champions piomba il Napoli…
Il Milan ha giocato una grande partita contro il Genoa, non ci sono dubbi. Sono rimasto stupito dalla prestazione di Ambrosini, uno così merita la nazionale. Non lo avevo mai visto così in forma. Mi sembra che attorno al Milan ci siano troppi proclami, prima di esultare bisognerà aspettare la sfida con la Juventus perché il vero problema dei rossoneri è la mancanza di continuità nei risultati e nelle prestazioni. Un applauso anche a Borriello per il gol in rovesciata: anche lui deve andare in Nazionale, non vedo troppe differenze con Gilardino. L’Inter? Vincere così diventa anche antipatico per una squadra che al momento non ha rivali. Gli arbitri continuano a soffrire di sudditanza psicologica, tant’è che gli errori vanno a favore sempre delle stesse squadre. Il fallo di mano di Quaresma è troppo evidente per non essere visto. Comunque Pandev è un grandissimo acquisto e appena ritroverà il ritmo partita sarà determinante. E Balotelli? Ne ha combinata un’altra delle sue. Ci hanno provato tutti a cambiarlo ma non ci sono riusciti. I suo atteggiamenti creano antipatia non per il colore della pelle, bensì perché è un istigatore e i suoi atteggiamenti infastidiscono chiunque, a Verona, a Bari e ovunque. Il Napoli: è una squadra con grandi qualità, l’arrivo di Dossena completa ulteriormente un organico già forte. Dispiace per Donadoni, un amico, ma ha pagato il fatto di non aver avuto esperienze importanti, Nazionale a parte. Mazzarri ha più esperienza e si vede, soprattutto nella gestione dello spogliatoio e nel dialogo con stampa e tifosi.
In fondo alla classifica il Siena di Malesani è molto pericolante e Conte ha dato le dimissioni da allenatore dell’Atalanta. E’ presto per emettere i primi verdetti, ma per alcune squadre la situazione è molto difficile. Come vede la lotta per non retrocedere?
Mi dispiace per le dimissioni di Conte, questo significa che a Bergamo la situazione è molto confusa, anche a livello societario. Prendere l’emergente Gregucci, poi affidarsi a Conte, un altro emergente, non è stata una scelta azzeccata. Il Siena, dopo le cinque reti incassate dalla Fiorentina, è in forte difficoltà; così come il Bologna di Baraldi, anche se deve recuperare ancora una partita. Il Catania, fino ad un paio di settimane fa, sembrava spacciato, poi due vittorie consecutive lo hanno rianimato. Vale sempre la stessa regola: con 2/3 vittorie consecutive cambia la classifica.