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Il Gede Risponde

Il Gede: Parma, ho visto poco carattere. Cessioni importanti, ma nessun dramma

Il Gede: Parma, ho visto poco carattere. Cessioni importanti, ma nessun dramma

Torna il campionato di Serie A e immancabilmente torna anche l'appuntamento del lunedì con "Il Gede risponde", una storica esclusiva firmata da Sportparma, che da anni dà  voce all'ex tecnico del Parma per analizzare i vari aspetti e le varie sfumature dell'ultimo turno, con particolare attenzione alla sfida del Parma.

Bentornato mister. Purtroppo partiamo da una sconfitta… Che Parma ha visto nella trasferta di Cesena?
“Un saluto a tutti gli amici di Sportparma. Partiamo: il Parma deve sistemare alcune cose, certo il mercato aperto non aiuta. Ha ragione Donadoni a tirare un sospiro di sollievo per la fine del mercato. La squadra è mancata sotto l’aspetto caratteriale, a differenza di quanto succedeva la passata stagione. Non siamo partiti come avevamo finito. Ieri un tempo per parte. Il Cesena ha sfruttato una delle tre occasioni che ha avuto. Poi il Parma è andato in confusione, nella ripresa tanto possesso palla ma senza la necessaria cattiveria sotto porta, anche sul finire Lucarelli ha avuto un’ottima occasione. Non ho visto il solito Parma propositivo. Belfodil non è mai stato in partita. Il centrocampo è cambiato tanto, praticamente tutto.
Con Amauri dall’inizio forse sarebbe stata un’altra partita, ma forse non era al top della condizione”.

Le probabili cessioni di Amauri e Biabiany sono un segnale pericoloso o solo la voglia e l’esigenza di rinnovare una squadra che potrebbe aver perso stimoli?
“Solo domani si potranno dare giudizi sul mercato del Parma. Se la squadra perde di valore ci perde anche Ghirardi, a livello economico. Le indecisioni di mercato si sono fatte sentire in campo, vedi Biabiany che oggi è un giocatore del Milan. E’ evidente che se perdi Amauri, Biabiany, Parolo, Gargano e Marchionni non potrai più avere una rosa con lo stesso tasso tecnico. Comunque, sono convinto che arriveranno giocatori di sperrore, magari meno conosciuti”.

L’incertezza societaria quanto può influire sui giocatori, a livello psicologico?

“Non bisogna più pensare a quello che è stato, al torto subito. La pena è stata troppo grande, ma basta pensare a questo. Il presente è un’altra cosa. Bisogna rimboccarsi le maniche, se la società non ha più le disponibilità per fare cose importanti, allora si farà quello che si può, con il supporto di tutti i tifosi. Poi dopo se non siamo più da sesto posto, ma da decimo, va bene lo stesso.”

La sosta aiuterà Donadoni ad amalgamare ulteriormente il gruppo, considerando anche i nuovi arrivati?
“Donadoni ha 14 giorni per lavorare con il gruppo al completo. Arriveranno tutti giocatori allenati fisicamente, si lavorerà più sull’aspetto tattico. Alla ripresa non dimentichiamoci che ci sarà il Milan”.

Sono cambiati presidenti federali, Ct, allenatori, dirigenti… Per il calcio italiano può essere l’anno zero?
“Per la struttura federali e le riforme che dovranno fare sicuramente è l’anno zero. Le idee di Conte non sono troppo diverse da Prandelli o Donadoni, ma è logico che qualcosa cambierà. Il calcio italiano non è così drammaticamente brutto come lo si dipinge. E’ importante ri-partire dalle scuole calcio, dai bambini di 7 anni, con allenatori che sappiano veramente insegnare la tecnica. I risultati non devono essere al centro di tutto, bisogna guardare alla formazione del giovane giocatore. Poi servirebbero le seconde squadre, con allenatori specifici per dare la possibilità a tutti di giocare, invece di andare in prestito ed essere seguiti poco. Questa è la base, scuola calcio in primis.
Fatemi dire due cose sul Mondiale in BRasile: Prandelli ha fatto tanta confusione e ha sbagliato tanto, anche tatticamente. In ritiro i giocatori facevano quello che volevano. Anzi, lasciamo perdere…”.

La Juventus è la favorita numero e poi tutte le altre?

“Il campionato avrà sempre la Juventus come lepre: è cambiato l’allenatore ma i giocatori migliori sono rimasti, e questo è quello che conta. Conte ha esagerato a lasciare la Juve. I bianconeri sono fortissimi, è difficile rinforzarla se non con top player da 40-50 milioni, cifre che solo gli sceicchi si posso permettere. Allegri è preparato. Roma rinforzata? E’ da vedere, tutti dicono questo. Per me è un’ottima squadra, ma aspettiamo un attimo prima di dire che abbia raggiunto il livello della Juve. Napoli? E’ meno squadra delle altre pretendenti allo scudetto, commettono errori difensivi a bizzeffe. Sarà ora che Benitez lavori di più sulla fase difensiva. Il Genoa ha giocato alla grande ma non è bastato. Meritava di vincere. Il Milan incuriosisce, Inzaghi ha in mano tutto e tutti. Iniziare con una vittoria (contro la Lazio dell’ex Pioli) dà entusiasmo e credibilità, non andiamo oltre, non corriamo. Credo che abbia preso giocatori abituati a giocare in grandi squadre, un aspetto da non sottovalutare. Comunque è presto per esprimere un giudizio, di certo va atteso con simpatia.
L’Inter ha cambiato diversi giocatori dimostrando di pensare al futuro. La squadra è ancora lenta e prevedibile. Mazzarri parla, parla e parla, ma l’Inter migliore si è vista quando ha giocato con le due punte. Potenzialmente i nerazzurri si potrebbero aggregare al gruppo delle pretendenti lo scudetto. Inter, Milan e Fiorentina sono un gradino più in basso.

Le altre? A partire dall’Udinese di Stramaccioni?

“Con un Di Natale così va bene qualsiasi allenatore va bene sulla panchina friulana. L’Udinese può fare un buon campionato ma tutto dipende da Di Natale, il giocatore in grado di fare ancora la differenza. La Lazio non mi è piaciuta a San Siro, ma la ritengo una squadra con un enorme potenziale. Ha ragione Pioli quando dice di non aver mai allenato una squadra così forte.
Il Torino è un’incognita ma ha perso due giocatori di spessore come Immobile e Cerci. Sono curioso di vedere cosa farà il Cagliari. Il Sassuolo può essere la sorpresa con Zaza motivatissimo”.

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