Parma Calcio
Pecchia: «Il Genoa è cambiato con Vieira. Noi senza Benek ed Estévez»
Sabato di vigilia e di conferenza stampa per Fabio Pecchia che vedrà il suo Parma ancora impegnato di domenica.
Dopo la trasferta di Torino, l’inizio di 2025 prosegue fuori casa contro un Genoa che – ha detto Pecchia – ha cambiato pelle con il nuovo allenatore Vieira, che «ha dato solidità e cambiato stile di gioco». Per la trasferta a Marassi i crociati dovranno fare a meno di Benedyczak (infortunato) ed Estévez (non ancora recuperato), oltre alla solito lunga lista di indisponibili. Recupera invece Man, ma «andrà gestito».
Di seguito vi riportiamo le parole rilasciate da Fabio Pecchia durante la conferenza stampa a cui eravamo presenti anche noi di SportParma.
COME STA LA SQUADRA «Settimana abbastanza regolare. Non avremo con noi Benek (Benedyczak, ndr). Denis (Man, ndr) si è allenato in modo parziale: parte con noi, ma è da gestire. Poi il gruppo è quasi al completo».
ARRIVI E PARTENZE «Sarà un mese così: bisogna tenerne conto. Chiaro che Leo (Chichizola, ndr), come capita a tutti i giocatori con cui ho lavorato, ha dato tanto al club. Marcone ci darà una grande mano all’interno del gruppo, Løvik è qualche giorno che si allena con noi: c’è movimento, ma bisogna tenere testa sulla gara».
IL NUOVO GENOA «Cambio allenatore e cambio di squadra, oltre che di stile: è cambiato il modo di stare in campo, oltre a qualche interprete. In questo periodo ha fatto cose importanti, con una squadra che vuole giocare, vuol proporre, vuole essere molto alta nell’aggressione. E poi ci sarà un ambiente che spinge tantissimo, stimolante anche per i miei».
TUTTI DENTRO? «Estévez no. Prima ho detto “quasi”… Nei “quasi” vanno considerati Estévez e Bernabé».
CAMBI TATTICI «Per tutti i ragazzi, il fatto di vivere ogni partita e portarsi a casa qualcosa rappresenta tante esperienze vissute, positive e negative. Ogni partita è diversa dal punto di vista tattico. Io credo che i ragazzi debbano essere pronti a quello che la partita richiede: è successo con il Monza e con il Torino, questa capacità di adattamento deve essere sviluppata».
ANGELO A RIPOSO? «A Bonny ogni tanto faccia bene la panchina, così come a tutti i miei ragazzi. Io ho grande colloquio con tutti e fiducia in tutti. Poi a volte così si capisce se giochi o no. E poi ci sono i momenti di condizione. Ma anche l’opportunità di vivere la partita, affrontarla in un modo diverso. Qualsiasi altra alternativa ad Angelo è evidente che è totalmente diversa».
I NUOVI ARRIVATI «Per Marcone è molto più semplice, per Løvik è un adattamento molto diverso. Ha una settimana di allenamento: parte con noi, sarà con noi».
BERNABÉ, COMING SOON «Cominciamo a vedere un po’ di luce, bisogna essere moderati, però, e non farsi prendere la mano dal reintegro».
MIHAILA, COSÌ VALE! «Sono felicissimo per lo spirito che ha mostrato, per la voglia di mettersi a disposizione della squadra con giocate di qualità. Un gol annullato per pochissimo, poi altre occasioni: ha le qualità per dare un grande contributo non solo come atteggiamento ma anche tecnico».
BENTROVATO COLOMBO «Per l’esperienza che ha per quello che ha maturato in questi anni è un arbitro forte, in grado di gestire una partita importante».
GENOA SOLIDO «La stagione scorsa ha fatto più o meno 50 punti: è un gruppo già rodato, abituato a vivere queste situazioni. La partenza è stata diversa, ma con Vieira hanno trovato continuità. Sono cambiati nel modo di stare in campo e nello stile di gioco».
L’ADDIO DI CHICHI «Quando ci sono dinamiche di mercato, non voglio entrare nei dettagli. Ogni giocatore che alleno mi lascia qualcosa. Un ringraziamento per la professionalità e la serietà, perché è stato un giocatore importante per questi mesi. Poi si fanno delle scelte. Mi sento di dare un grande saluto e un in bocca al lupo a Leo».
CENTROCAMPO A 3 «L’aspetto tattico è importante, lo so. Però l’aspetto fondamentale è lo spirito, quello di domenica ce lo dobbiamo portare a dietro domani: avere un giocstoe in mezzo al campo in più può dare una compattezza diversa. E io devo tenerne conto. Lo spirito l’ho visto in ognuno dei ragazzi che era a Torino, considerate le malattie, la febbre e quant’altro».