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Parma tra conferme e partenze: chi resta in Serie A?

Parma tra conferme e partenze: chi resta in Serie A?

Sebbene ancora ebbri del trionfo in campionato, in casa Parma c’è già da pensare alla stagione che verrà. In Serie A.

Prima di tuffarsi in un continuum onirico, che dal sogni promozione proseguirà nelle infatuazioni estive del calciomercato, la prima importante presa di coscienza sarà da fare sull’attuale rosa. In queste settimane di riposo, ampio spazio alle riflessioni che saranno decisive: mister Pecchia (e non solo lui) prenderà carta e penna per scrivere la lista di coloro che faranno parte del Parma che verrà.

PORTE GIREVOLI In porta, numero 1 indiscusso è stato Leo Chichizola: 95% dei minuti giocati, sempre titolare fino alla 36ª (quando si era ormai certi della promozione), uomo spogliatoio e uno dei pochi gialloblù ad aver già fatto campionati di prima divisione, in Argentina e Spagna; bisogna solo scoprire chi sarà al suo fianco. Non del tutto certa la permanenza del parmigiano Corvi (2 presenze nelle ultime due di campionato e portiere di coppa, dove ha disputato 3 partite): in B si è dimostrato un secondo affidabile e può essere iscritto come prodotto del vivaio alla lista della Serie A, ma a 23 anni ha bisogno di giocare. Scontato l’addio di Martin Turk (unico giocatore a non aver giocato neppure un minuto) per cui le sirene dell’addio non hanno mai smesso di suonare sin dalla scorsa estate, sovrastate soltanto dalle fanfare trionfali del campionato.

DIFESA A 3… CERTEZZE Si è già ampiamente celebrato l’addio di Ansaldi (che libererà, oltre al posto in campo, anche uno stipendio da top), molto meno (colpevolmente?) quello di Zagaritis: benché non ancora ufficiale, è da considerare certo il saluto del greco, in scadenza a giugno, su cui sono insistenti le voci per un ritorno in patria all’Aris Salonicco. La fascia sinistra è dunque un rebus in attesa di risoluzione, visto che tutti i giocatori schierabili vanno a scadenza nell’estate 2025: il 24enne Coulibaly (7 partite da “adattato”) e il 30enne Di Chiara (25 presenze) rappresentano al momento le alternative più valide, ma i campi del massimo campionato non li hanno mai calcati. Poi, sul centro-sinistra c’è il centrale Valenti che ha racimolato giusto una manciata di minuti (162′) dopo l’infortunio, ben lungi dalla forma migliore: anche a lui rimane un solo anno di contratto sul quale si sta cercando un accordo. Comunque sembra logico pensare che qualcuno possa essere ai titoli di coda, chiamando ad almeno un intervento sul mercato. Dietro, le certezze si chiamano Delprato, Circati e Balogh: 65 anni in tre, per tutti contratto fino al 2027. Il capitano e l’italo-australiano sono le colonne su cui fondare anche la prossima difesa, mentre Balogh sembra ancora acerbo per una Serie A da titolare, ma è un prodotto del vivaio e il futuro depone dalla sua. Incerto il destino di Osorio, il giocatore dalla bacheca più ricca tra quelli che restano in rosa: a livello prestativo è stato il miglior partner di Circati ed è oltretutto fresco di rinnovo, ma per una sola stagione: alla soglia dei 30 anni potrebbe strappare un altro contratto, forse in patria, qualora il Parma decidesse di fare a meno di lui.

REBUS NEL MEZZO Tra i centrocampisti l’unico con un contratto lungo è Bernabé (2027) che, dopo le recenti dichiarazioni d’amore al popolo gialloblù, si gusterà la sua prima esperienza in un campionato di primo livello. A ruota, Nahuel Estévez (2026), che con lo spagnolo continuerà a rappresentare l’animo caliente della mediana. Adeguando un pensiero dello scrittore Jorge Luis Borges, il centrocampo del Parma sarà come «gli argentini, che sono italiani che parlano spagnolo» con accento… svizzero. Infatti, il futuro di Simon Sohm sarà ancora nel Ducato, almeno fino al 2027: in brigata non vi è un altri con le sue caratteristiche di moderno centrocampista box-to-box. Con un’interpretazione diversa, potrebbe esserlo Hernani (scadenza 2025, ma con opzione): i 30 anni e i richiami insistenti dal Brasile (sponda Corinthians) potrebbero farlo desistere dalla permanenza a Parma. Anche il futuro dei francesi Hainaut (2026) e Cyprien (2025, che percepisce un compenso non da riserva) restano appesi a un sottile filo: il primo, più giovane, ha trovato pochissimo spazio in B ed è facile pensare che verrà mandato a farsi le ossa, mentre più contorta è la posizione dell’ex Nizza, “esiliato” dal club e reintegrato e rigenerato da mister Pecchia. Tra gli incerti, Camara (2025) sembra più destinato a restare: l’eleggibilità come prodotto del vivaio e le ottime doti tecniche, a fronte di un compenso (per ora) poco oneroso, potrebbero deporre a suo favore.

I “CASI” MAN&MIHA L’attacco è il reparto coi casi più spinosi. Benedyczak va in scadenza nel 2025: certamente le intenzioni sono di estendere la durata del contratto, come meritato dal polacco a suon di gol, l’infortunio ha solo rimandato una firma che è nell’aria. C’è trepidante attesa nello scoprire se Bonny (2027) si rivelerà anche sui grandi palcoscenici: ha già attirato le attenzioni delle squadre più importanti, ma l’attacco del Parma vuole ripartire da lui, e viceversa. Difficile, invece, credere alla conferma di Čolak: il grande acquisto dello scorso mercato estivo (2,90 milioni sborsati ai Glasgow Rangers), a 31 anni da compiere, non può ripetere una stagione da riserva nelle preferenze di Pecchia, pertanto sembra inevitabile il suo addio. Come lui, Tjaš Begić ha accumulato minutaggio davvero risicato in stagione e l’innalzamento del livello della competizione non gli gioverà: via in prestito?
Più di tutti, tiene banco l’affaire rumeno: tra dichiarazioni d’amore, attese e interessamenti altrui Man e Mihaila ancora non hanno rinnovato, e verosimilmente non lo faranno prima della fine dell’Europeo. La volontà è quella di andare avanti insieme, ma i rispettivi contratti in scadenza nel 2025 impongono riflessioni. Mai dare nulla per scontato, specialmente quando si tratta con un procuratore come Becali. Le ultime perplessità sono legate a Partipilo e Charpentier (2025): il primo non ha mai fatto la Serie A e in stagione è riuscito a ritagliarsi solo una veste da comprimario, mentre il Franco-congolese il ruolo da super-sub ritagliatosi potrebbe non bastare per la conferma in A e, al contempo, continuare gola a tante piazze della cadetteria.

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