“La regola delle cinque sostituzioni fa felici tutti, rose corte e rose lunghe – scrive oggi il nostro Antonio Boellis sulle colonne di Tuttosport -. Una manna dal cielo per chi come il Parma si porta dietro le scorie e gli infortuni del recente passato, pre lockdown. Perché l’ottima stagione dei gialloblù, attualmente al nono posto in classifica, a meno quattro dal Napoli – ma con una gara da recuperare – è stata segnata da una serie di sfortunati eventi. Una sequenza di infortuni più o meno gravi che, per lunghi periodi, hanno privato la squadra di Roberto D’Aversa di pedine fondamentali; giocatori su cui la società ha fatto importanti investimenti nell’ultima sessione estiva di mercato. Su tutti spiccano i nomi di Inglese, Karamoh e Grassi. Il loro minutaggio parla chiaro: 750 minuti il primo, 188 il secondo e 488 il terzo.
Sono passati tre lunghi mesi dall’ultima partita di campionato, Parma-Spal (a porte chiuse), e dal punto di vista dell’infermeria la situazione resta molto incerta. L’unica vera bella notizia è il ritorno di Sepe, fuori dal 26 gennaio scorso per una lesione completa del tendine adduttore lungo della coscia sinistra. E gli altri? Inglese è vicino al rientro, ma è fermo da gennaio a causa di una grave lesione della giunzione miotendinea dei flessori della coscia destra. Karamoh si era già aggregato alla squadra poco prima che scoppiasse l’emergenza Coronavirus, ma è fermo da metà novembre quando si ruppe il legamento collaterale. Chi dovrebbe essere più avanti nella condizione fisica è sicuramente Grassi, sebbene la stagione 2019-20 finora sia stata segnata da diversi problemi al ginocchio e alla schiena.
Come è facile intuire, la quarantena non ha risolto i problemi del Parma, perché a quest’ultime situazioni bisogna aggiungere i problemi pregressi, i nuovi acciacchi e i ritardi di condizione di tutti gli altri giocatori alle prese con vecchi infortuni. Gervinho, ad esempio, è l’ultimo ad essere rientrato dall’estero (Costa d’Avorio) e ha dovuto rispettare i 14 giorni di quarantena nella propria abitazione prima di tornare in campo. La condizione dell’ivoriano in vista della ripresa del campionato, a Torino, è uno dei punti interrogativi che deve risolvere D’Aversa, il primo a lanciare l’allarme: “Sono preoccupato perché rischio di tornare a giocare con 15 giocatori disponibili; mi auguro di recuperare tutti il prima possibile”, aveva detto la scorsa settimana. “Alla lunga avere una rosa lunga porta dei vantaggi, anche perchè non si parla solo di una settimana con tre partite, ma di un periodo più lungo”.
Il passare dei giorni ha migliorato il quadro generale, le condizione complessiva della squadra è cresciuta, e, dettaglio di non poco conto, mancano ancora nove giorni alla partita di Torino, quattordici a quella successiva di Marassi contro il Genoa. Due trasferte in stecca, prima del ritorno al Tardini contro l’Inter (28 giugno). Un trittico di partite in solo 8 giorni (per non parlare del resto del calendario) che obbligatoriamente richiede un ricorso massiccio alle sostituzioni. Proprio per questo motivo la regola dei cinque cambi è una condizione indispensabile per fronteggiare la situazione delicata che da tempo vive l’infermeria gialloblù. E’ vero anche, però, che bisogna avere un buon numero di alternative per fare cambi e far rifiatare tutta la rosa, e in questo senso il quadro di casa Parma non è roseo, appesantito dal rischio praticamente certo di nuovi possibili infortuni. Problemi che fino ad oggi, cioè pre coronavirus, il Parma aveva sempre superato egregiamente, trovando nuova linfa proprio nei momenti di emergenza. Non a caso è ancora in corsa per l’Europa League, a -4 dal Napoli e -1 dal Milan, ma con una partita da recuperare, quella di sabato prossimo a Torino”.