Ultimo appuntamento della stagione con la storica rubrica di Sportparma, “Il Gede Risponde”, firmata dall’ex tecnico crociato Pietro Gedeone Carmignani.
La vittoria del Parma a Lecce, l’undicesimo posto in classifica, il +8 rispetto allo scorso campionato. Qual è il giudizio finale sulla stagione dei crociati?
“Il campionato del Parma è stato eccellente, con un finale altalenante, non in linea con il resto della stagione. Il Parma si è perso sul più bello, proprio quando era in zona Europa League. D’Aversa ha fatto un ottimo lavoro, ma con un punto interrogativo sul calo finale. Comunque, ottima stagione. Adesso la palla passa ai dirigenti e al nuovo progetto”.
Come si può migliorare la rosa attuale?
“Migliorare questa squadra non è facile, perché devi prendere giocatori che costano. La qualità tecnica generale è buona. Le basi ci sono eccome, andare oltre non è semplice, bisogna spendere soldi. Non puoi prendere solo degli svincolati per migliorare la rosa attuale. 8 punti in più rispetto all’anno precedente sono la conferma che la società continua a crescere e a svilupparsi. Ora bisogna vedere quale sarà il piano e le strategie della nuova proprietà”.
E’ Kulusevski il giocatore dell’anno?
“Kulusevski è insostituibile. Trovare un giocatore così è quasi impossibile. A Parma ha dato tutto, con grande entusiasmo, ha fatto la differenza. Kulusevski aveva ragione a dire a Gasperini che era già pronto per giocare da titolare…”
Scudetto alla Juve e secondo posto all’Inter. Era già tutto scritto?
“La Juve non deve perdere neanche le amichevoli, finale di stagione assurdo, un rilassamento inspiegabile, anche in ottica Champions. In Italia è troppo facile, vince con allenatori diversi, bisogna vedere cosa succederà in Europa. Da addetto ai lavori dico che questo non è un finale da Juve. Non so se la dirigenza è così tranquilla, le corde devono essere sempre tirate, non bisogna mai rilassarsi. Va bene, i giocatori hanno speso tanto, ma non è una bella situazione.
Nell’Inter fanno parlare sempre le parole di Conte: ha creato un baratro verso la società. Lo aveva fatto anche al Chelsea una cosa simile, poi è stato mandato via in anticipo. L’Inter non è la Juve e mi dispiace, ma se Conte faceva questo alla Juve la dirigenza non gli faceva finire neanche l’intervista. A Bergamo scriveva lettere agli ultrà, a Siena ha avuto problemi grossi ed è stato squalificato. O forse ha captato che la Juve potrebbe riprenderlo? Io non credo che la Juve sia contento della stagione di Sarri, ma un ritorno di Conte lo vedo difficile. Adesso l’Inter si trova presa per i capelli. Conte ha un contratto di 3 anni. A volte gli allenatori assumono atteggiamenti che costringono le società all’esonero e così conservano il loro stipendio. Comunque, il secondo posto dell’Inter è un merito, ma deve continuare a migliorarsi. ”.
Atalanta (terza) e Lazio (quarta) sono le altre belle sorprese di questo campionato?
“L’Atalanta ha fallito l’ultimo assalto, quello al secondo posto, ma questo non cancella la grande stagione, anche perché c’è ancora la Champions. Peccato per Ilicic, uno dei giocatori più forti al mondo nel suo ruolo; bisogna stargli vicino. L’Atalanta è senza un giocatore fondamentale ma può fare bene e giocarsi le sue carte contro il PSG. Atalanta un po’ stanca contro l’Inter, ma hanno 10 giorni per ritrovare la forma.
Per la Lazio vale lo stesso discorso del Parma, dopo il lockdown ha incassato sei sconfitte. E’ un dato clamoroso per una squadra che era in lotta per lo scudetto. Ha fatto un grande calcio per oltre metà stagione e ha confermato un super Immobile”.
Napoli e Milan possono ritenersi soddisfatte della qualificazione all’Europa League?
“Il Napoli era partito con un’idea e con un allenatore come Ancelotti, poi improvvisamente ha voltato pagina. Devono spiegare perché? Non andava più bene ai giocatori? Purtroppo nel calcio un anno vale 10 anni. La vittoria in Coppa Italia ripaga in parte una stagione deludente. Ora c’è la Champions che può ancora cambiare tutti i giudizi.
Il Milan ha fatto un cambiamento esponenziale nel segno di Pioli, sono arrivati risultati e gioco che hanno fatto cambiare progetti alla società. Un premio meritato per Pioli e il suo staff. Uno che antepone i fatti alle parole. E poi ha un grande staff: Murelli (un grandissimo uomo e giocatore) e Bonera (uno dei più grandi che ho allenato), sono due persone come Pioli. Lui è una grande persona, con grandi valori. Che sa sempre come comportarsi”.
Quali squadre hanno deluso?
“Per il Torino è stato un anno da dimenticare, sia nei risultati che nelle prestazioni. Bisogna fare tanti cambiamenti per il prossimo anno. Cairo ha sempre dimostrato grande passione, ma i tifosi chiedono un cambio ai vertici. Vediamo come andrà a finire. Il Genoa si è salvato all’ultima giornata, stagione non facile, con i soliti problemi societari: vendo o non vendo; Nicola ha portato un pò di serenità. E non voglio commentare la vittoria sul Verona.
Poi c’è la Fiorentina: la riconferma di Iachini è il giusto riconoscimento al suo lavoro e alla salvezza ottenuta con anticipo. Il prossimo anno le ambizioni Viola dovranno passare da un mercato importante. E poi ci sono le Brescia e Spal: sempre in difficoltà, soprattutto dopo gli esoneri di Semplici e Corini. Il Brescia era sin dall’inizio una candidata alla retrocessione… Nei campionati a 20 squadre ci sono differenze incolmabili, due squadre sono già retrocesse a metà campionato; per questo un campionato a 18 squadre sarebbe migliore e più competitivo.
Il Lecce ha avuto una stagione all’insegna del gioco offensivo, ma le squadre si costruiscono dalle difese. Liverani deve aggiustare qualcosa, non bisogna essere integralisti. Con una difesa messa meglio prendeva meno gol e faceva più punti; comunque il Lecce è una società sana”.
Il Sassuolo si è confermato una piacevole realtà, è d’accordo?
“Il Sassuolo è una splendida realtà, grande stagione, sempre in crescendo. Quando l’avevo vista a Parma, nel girone d’andata, non mi aveva esaltato, ma poi è cresciuto tanto; ha un allenatore con grandi idee ma con diverse lacune difensive. Buona anche la stagione dell’Udinese targata Gotti. Stesso discorso per la Sampdoria: Ranieri ha raddrizzato una situazione difficile; ha inciso sia sotto l’aspetto tecnico che psicologico”.
Il Cagliari ha già cambiato allenatore: fuori Zenga e dentro Di Francesco…
“Le società non hanno capito che gli allenatori devono lavorare per una stagione intera, altrimenti non sono giudicabili. Zenga non ha avuto modo di lavorare e di dare un’impronta alla squadra, è arrivato pochi giorni prima della sospensione del campionato”.