Uno dei “grandi” dilemmi di questa stagione riguarda i giovani. Tra quest’estate e gennaio ne sono arrivati tanti, tutti accompagnati da referenze e speranze.
Se lo chiedono in tanti: quanto valgono realmente? Sono pronti o non sono pronti per un campionato difficile come la serie A?
Le difficoltà che il Parma si porta dietro da inizio stagione non hanno certo agevolato il loro inserimento, così come la mancanza di un ritiro pre campionato che potesse amalgamare meglio vecchi e nuovi e diffondere le conoscenze tattiche del sofisticato calcio italiano.
Come sempre la risposta è nei numeri: come scrive l’agenzia Opta, il Parma è, insieme al Saint Etienne, una delle due squadre ad aver utilizzato il maggior numero di giocatori in questa stagione nei cinque maggiori campionati europei (36 entrambi). Molti di loro sono under 23. Un bel primato, in linea con la visione del presidente Krause, ma sul campo i risultati scarseggiano, il penultimo posto in classifica, infatti, è una certezza.
Parallelamente a questi dati, però, ce ne sono altri che fanno a pugni con i primi; si tratta della classifica dell’età media della serie A.
Il Parma è la quarta squadra con l’età media più alta: 28,9. I dati sono riferiti all’intera stagione 2020-21 e tengono presente solo i giocatori scesi in campo. Domenica scorsa al Bentegodi il crociato più giovane nell’undici titolare aveva 22 anni (Karamoh), il più anziano Kucka (33).
In questa speciale classifica davanti ai crociati ci sono Genoa (età media 29,5), Lazio (29,8) e Benevento (29,9).
Insomma, la verità sta nel mezzo. I giovani del Parma giocano: poco, ma giocano. Poi, se siano affidabili e pronti per le paludi della lotta salvezza, questo è un altro discorso, che deve necessariamente tenere conto di mille attenuanti e di un percorso di crescita e maturazione che richiede tempo.
(Nella foto il centrocampista del Parma Simon Sohm, 19 anni)