A Foggia è sbocciato il Parma. Tre gol, uno su azione, uno col solito schema letale su calcio piazzato e l’ultimo dal dischetto. Una prova di forza e maturità che va oltre il 3-0 finale, perché la squadra di D’Aversa ha gestito la partita in lungo e largo, creando una decina di occasioni dalle parti di uno “stordito” Guarna. Un gioco corale e una costanza di rendimento che, non esageriamo, mai avevamo visto in questa stagione. La legittimazione di una superiorità tecnica, ma anche tattica e caratteriale. Il Foggia è uscito dalla Zaccheria tra i fischi e con le ossa rotta, l’ultima sconfitta in casa risaliva al 16 dicembre 2016. Un dato che fa luccicare ancora di più i tre punti conquistati dal da Parma bello da vedere, che diffonde un’insolita fiducia, come non eravamo abituati a vedere da un po’.
E’ ancora presto per dire se le ultime due vittorie siano il salto definitivo verso una nuova dimensione, verso un traguardo che solo a pronunciarlo fa venire i brividi. Di certo, D’Aversa sembra aver trovato la quadratura del cerchio, in difesa e in attacco, tant’è che questa sera ha confermato in blocco i quattro difensori anti-Entella, e in attacco ha lanciato Insigne dal primo minuto, confermando Di Gaudio a sinistra; l’ex Carpi è diventato insostituibile, la sua imprevedibilità e i suoi movimenti tra le linee sono la perfetta interpretazione del 4-3-3. Un modulo che, aveva ragione D’Aversa, comincia a girare con una certa fluidità, nei movimenti e nell’ultimo passaggio. Restano da sistemare altri aspetti, in primis a centrocampo dove la fase offensiva è ancora poco efficacia, tant’è che a parte Barillà, nessuno dei centrocampisti ha segnato un gol.
Confortanti conferme arrivano anche dai due nuovi terzini, Mazzocchi e Gagliolo, due “applicati” (il primo nasce come esterno d’attacco, il secondo come centrale difensivo), con quest’ultimo che si conferma un uragano forza 100 sui calci da fermo: se non fosse per il secondo gol ingiustamente annullato a Palermo, oggi sarebbe a quota tre.
L’altra nota di merito della serata va a Scozzarella, il cervello del Parma. Un giocatore trasformato.
Così come tutto il Parma, che in classifica resta a 3 punti dalla vetta, cioè aggrappato al treno giusto.
E poi c’è D’Aversa: lucido e chirurgico nelle scelte, bravo a correggere i difetti di una squadra che piano piano sembra aver trovato la retta via. Sembra. La sfida di domenica prossima contro l’Avellino ci dirà se i sogni corrispondono alle realtà. Le sensazioni sono positive, la burrasca è passata, anche se il Foggia, decimato dalle assenze, non è sembrato un avversario irresistibile.
Il post scriptum è tutto per Insigne: il ragazzo si sta prendendo la scena a suo di gol (e non solo), fantastico quello di questa sera; non è un caso che la sua maturazione proceda di pari passo con quella del Parma.
(Nella foto l’esultanza dei crociati sotto il settore ospiti dello Zaccheria – Foto parmacalcio1913.com)