Super ospite della puntata numero 27 di PARMATALK, in onda ieri su SportParma, è stato la vecchia conoscenza gialloblù Emiliano Bonazzoli, che ha vissuto la partita Parma-Lecco di sabato da doppio ex.
In questa stagione l’ex attaccante ha debuttato in Serie B, guidando il Lecco per 18 partite e proprio sotto la sua guida i blucelesti all’andata fecero l’impresa costringendo alla seconda sconfitta stagionale il Parma di Pecchia: «Nella partita del girone d’andata – ha raccontato – l’espulsione di Hernani dopo una ventina di minuti aveva agevolato l’andamento del match. Noi bravo poi a recuperare lo svantaggio e a ribaltare con due palle inattive. L’espulsione cioè aveva dato una grossa mano. Poi il Parma era uscito con un altro piglio: ma bravi noi ad andare sul 3-1, anche se un po’ “polli” a prendere il 3-2. Era stata una vittoria che ci aveva tirato su dalla zona bassa e ci aveva fatto andare a ridosso della zona salvezza. Stavamo vivendo un bel periodo». Ma al “Tardini”, in un match cruciale per Delprato e soci è stata tutta un’altra storia: «Sabato invece non c’è stata partita – ha proseguito Bonazzoli –, il Parma ha messo subito in chiaro che partita doveva essere: ha recuperato palloni nella metà campo del Lecco, ha segnato subito i 3 gol che hanno chiuso la gara».
Sui temi di natura tattica l’allenatore, negli scorsi anni alla guida del Fanfulla in Serie D, ha detto la sua, spiegando come con un certo arsenale a disposizione la scelta di un centrocampista in più o in meno nel 4-2-3-1 “pecchiano” sia piuttosto relativistica: «In certe partite si può scegliere di usare 4 attaccanti, in altre puoi schierare Bernabé tra i due centrocampisti… Però, avendo messo Bernabé dietro le tre punte, ha portato qualità e quantità, coperto anche da Estévez ed Hernani, che ha propiziato il secondo gol con un taglio da sinistra verso destra. Con questi giocatori può variare modulo. Sono giocatori intelligenti, che sanno muoversi nello spazio. Se li metti avanti o indietro, non cambia: sanno fare male».
In Emilia, Emiliano era stato protagonista, a più riprese, tra il 2000 e il 2003, vincendo una Coppa Italia (2001/2002) e segnando in tutte le competizioni: 15 gol e 3 assist in 54 partite il suo bottino nei 3.025′ minuti in campo con la casacca gialloblù. «Parma è l’unico club con cui ho vinto un trofeo, quindi ho un ottimo ricordo (ride, ndr). Quell’anno fu un po’ sfortunato – ha ricordato – perché cambiammo tre allenatori: Ulivieri, Passarella e poi Carmignani. Facevamo anche la vecchia Coppa UEFA: ringrazio Parma perché mi ha dato la possibilità dei giocare in Europa, è stato l’apice della mia carriera. Ho bei ricordi. I primi mesi, con l’arrivo di Prandelli, avevo davanti Adriano, Mutu, il “Gila”: e in accordo con Arrigo Sacchi decidemmo di mandarmi in prestito, alla Reggina. Ma nell’anno e mezzo che ho fatto mi sono trovato molto bene: non c’è quella grande pressione come in grandi piazze, a Parma ti lasciano lavorare serenamente».
Inevitabile poi un bilancio della sua prima esperienza da allenatore nel campionato di Serie B, a Lecco. Un’esperienza iniziata con una telefonata a sorpresa: «Quando mi ha chiamato il direttore Fracchiolla mi ha proposto questa cosa: “La prima scelta è Zaffaroni, ma se salta Zaffaroni, ho l’idea malsana di metterti come allenatore del Lecco, affiancato da Andrea Malgrati. Vediamo cosa dice il presidente”. In quel momento il presidente era malato, all’ospedale, e c’era un po’ di casino francamente. Dalla Serie D, dove avevo allenato il Fanfulla alla Serie B mi sembrava un salto per cui non ero ancora pronto. Però in quel momento mi sono detto: “Perché no? Male che vada mi cacciano via”. Giusto provarci, mettere in campo le tue idee: alla fine è andata bene, ho fatto bene ad accettare».
Con lui in panchina (tra la 10ª e la 24ª, oltre alla 1ª e alla 3ª che i Manzoniani avevano recuperato a campionato iniziato) la media punti era di 1,06 a partita. Tutto abbastanza bene fino alla pausa, prima di un crollo tra gennaio e febbraio: «Quando parti da un mercato estivo fatto in pochissimo tempo e hai una rosa costruita con tanti giocatori reduci dalla vittoria del campionato precedente, e poi qualcuno rimane fuori rosa e non è ben chiara la volontà della società… È mancata un po’ di chiarezza. Secondo me, con la pausa si è un po’ mollato: fino al 26 dicembre avevamo fatto ottime prestazioni. Poi, siamo andati in vacanza una settimana e con la pausa invernale è arrivato un calo. Penso non ci sia solo un problema e per quel sono stato cacciato: vari problemi hanno fatto scoppiare la situazione» ha chiosato Bonazzoli.
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