La quarta tappa del Giro d'Italia (i 216 km da Quarto dei Mille a Livorno) si è svolta all'insegna del dolore e delle lacrime, nel ricordo del belga Weylandt, morto ieri in seguito ad una terribile caduta in discesa.
La gara è partita alle ore 12, dopo che la fanfara dei bersaglieri ha eseguito il silenzio tra la commozione di corridori, addetti ai lavori e appassionati; le squadre hanno fatto l’andatura a turno, dandosi il cambio ogni 10 km e lasciando strada libera alla Leopard-Trek (la squadra di Weylandt) verso il traguardo. Una tappa avvolta nel silenzio, nel dolore, ma anche tra gli applausi sentiti di migliaia di tifosi. I tempi della quarta tappa, durata 6 ore, sono stati neutralizzati.
“I corridori hanno dimostrato una grande forza d’animo che è difficile trovare altrove” ha commentato il patron del Giro, Angelo Zomegnan, il quale ha voluto sottolineare la volontà dei corridori di voler comunque andare in strada e pedale per ricordare il loro amico e collega.
L’AUTOPSIA. Wouter Weylandt è morto sul colpo e “non ha sofferto”. Lo ha detto il medico legale Armando Mannucci al termine dell’autopsia sul corpo del ciclista belga morto ieri durante la terza tappa del Giro d’Italia a Rapallo. Non verrà allestita la camera ardente per Wylandt, il cui corpo si trova alla morgue dell’ospedale di Lavagna. Secondo le disposizioni dei familiari, la salma sarà preparata per essere imbarcata domani sul primo volo diretto a Gant, in Belgio, dove il ciclista abitava.
MARZANO, VI RACCONTO IL GIRO: “uNA TAPPA LUNGA E TRISTE”
Oggi è stata una tapppa molto lunga e triste per tutti noi. L’unico sorriso che sono riuscito a fare è stato quando Petacchi (compagno di squadra alla Lampre-Isd ndr.) si è fermato nel suo paesee ha potuto salutare iul suo bimbo. Siamo vicini al team Leopard e a tutti i colleghi. Domani sarà un altro giorno. Ciao a tutti. Marco Marzano
LA TAPPA DI DOMANI. Da Piombino a Orvieto. Una tappa di media montagna lunga 191 chilometri.Sono previsti 3 gran premi della montagna al Saraggiolo (930 m), a Croce di Fighine (731 m) e il Valico di Monte Nibbio (544 m) con successivo arrivo in salita.