"Abbiamo fatto 30, facciamo anche 31" è quello che dirà Â stasera a cena Sylvain Chavanel quando, insieme alla sua squadra, festeggerà Â la vittoria di tappa, il suo 31à‚° successo in carriera appunto e 3à‚° sulle strade del Tour, che gli è valsa anche la vestizione della maglia gialla.
La prima settimana si chiude con il francese della Quick Step che, sull’inedito arrivo in quota a Station des Rousses, bissa il sigillo apposto a Spa nella 2a tappa, quando anche in quella circostanza conquistò la maglia gialla ai danni di Cancellara, proprio come oggi.
La vittoria in Belgio, però, non aveva pienamente soddisfatto Chavanel, visto che il gruppo si fermò per protesta causa le troppe cadute, non lo inseguì ed arrivò lentamente e compatto al traguardo, neutralizzando anche i piazzamenti. Insomma gli sembrava una mezza vittoria, anche se indossò il simbolo del primato che a sua volta dovette ricedere il giorno dopo allo stesso Cancellara nella tappa di Arenberg.
Chavanel quindi ha aspettato che gli si ripresentasse la giusta occasione per ripetere quanto fatto a Spa, ma senza sconti da parte degli avversari. Anzi facendo pagare un conto salato proprio al povero Cancellara, che arriverà sul traguardo con 14’12” di ritardo.
La tattica della Quick-Step in questa prima tappa di montagna è stata impeccabile: la maglia a pois Pineau spedito in fuga, insieme ad altri compagni d’avventura, per rafforzare la sua classifica ma anche per fungere da punto d’appoggio per Chavanel sulla penultima salita e lanciare così il suo capitano verso la gloria.
Nessuno ha opposto resistenza a tutto ciò o quanto meno chi ci ha provato non era pienamente convinto dei propri mezzi (ai –40, Voeckler ha fatto lavorare tanto la sua B-Box e poi si è smarrito verso l’arrivo, così come Cunego che invece era scattato da solo sul Col de la Croix de la Serra, riportandosi e staccandosi da Chavanel nel giro di pochi chilometri). Nel finale ha tentato di rifarsi sotto a Chavanel, guadagnando anche qualcosina, il giovane spagnolo Valls Ferri della Footon (2° a 57”), ma ormai era troppo tardi.
Al 3° posto a 1’27” si è piazzato Garate della Rabobank, che ha preceduto di 20” il gruppo degli uomini di classifica, che si sono studiati per tutti i 165 km della tappa, non facendosi mai vedere e risparmiandosi certamente per poi scannarsi domani sulle Alpi.
Adriano Malori sapeva che oggi non sarebbe stato il suo terreno ideale e così ha cercato di recuperare le energie psico-fisiche consumate in questi primi 8 giorni di Tour, conditi da uno splendido piazzamento nel prologo (12°), ma anche da un paio di brutte e rovinose cadute.
In classifica generale dietro la nuova maglia gialla, sale al 2° posto Evans (ad 1’25”) e spodestando Thomas naufragato a 20’, con Hesjedal al 3° (ad 1’32”), mentre Andy Schleck (nuova maglia bianca ed ora 4° a 1’55”) e Vinokourov (5° a 2’17”) aprono di fatto la graduatoria dei big, che domani saranno tutti attesi. Da domani non si scherza più.
Sms di Malori:
”Oggi tanta salita e tanta fatica, i dolori si fanno ancora sentire…sono arrivato con il gruppo dei velocisti, anche perché di più non andavo! Spero migliori la situazione, altrimenti è un macello e confido molto nel giorno di riposo di lunedì, visto che sto pagando le notti insonni…. Si è chiusa la prima settimana che era iniziata benissimo, poi è scesa la notte!! Quella notte che non ho più dormito come si dovrebbe…. le botte della seconda e terza tappa mi stanno condizionando tutt’ora…un vero peccato e molta rabbia, visto che ero arrivato in buona forma dimostrandolo al prologo….stringo i denti e pazienza…..può solo andare meglio!! Ciao a tutti, a domani”
Presentazione 8a tappa Station Rousses – Morzine-Avoriaz 189 km – 11 luglio 2010
Dopo aver scaldato i motori lungo le salite più pedalabili sui Monti del Giura, la carovana gialla farà rotta verso sud entrando in Alta Savoia ed incontrando così le Alpi.
L’8a tappa segnerà anche il primo arrivo in salita del Tour fissato ai 1796 metri di Morzine-Avoriaz (gpm di 1a categoria, 13,6 km di ascesa al 6,1%), ma prima ci saranno da superare altri 4 cime: le prime 2 di 4a categoria e molto brevi, ma la terza, il Col de la Ramaz (1a categoria, 14,3 km al 6,8%), posta a 45 km dall’arrivo potrebbe scremare sensibilmente il gruppo dei migliori o stimolare un’azione coraggiosa di qualche uomo di classifica, che prima di tornare a salire verso Morzine-Avoriaz, dovranno passare anche il dentino di Les Gets (3a categoria, 3,9 km al 4,8% e 1163 metri di altitudine).
Il di comprensorio sciistico di Morzine-Avoriaz è un must per gli arrivi del Tour de France, dove gli italiani hanno spesso timbrato il biglietto vincente. Negli ultimi 20 anni la Grande Boucle ci è arrivata altre 6 volte: la prima nel ’91 quando vinse Claveyrolat, poi soprattutto nel ’97 quando trionfò Pantani che studiava per diventare il Pirata l’anno dopo. Tra l’altro il nome del mitico Marco è legato anche alla vittoria di Virenque nel 2000, perché lo scalatore francese conquistò il primo dei suoi due successi a Morzine-Avoriaz (l’altro nel 2003) proprio l’indomani dell’ultima perla ottenuta in carriera dal romagnolo prima di lasciarci, quando vinse a Courchevel.
L’ultimo precedente è legato al Tour 2006, laddove il mennonita americano Floyd Landis fece stravedere inscenando in solitario un lungo e straordianario show, a distanza rivelatosi da baro, accertata dalla sua positività che gli fece restituire tappa, piazzamenti e soprattutto il Tour, conquistati tutti con l’inganno. Ma questa è e resterà un’altra storia, adesso vogliamo solo un degno successore del nostro Pantani sul traguardo di Morzine-Avoriaz.