Una visione di fare calcio in controtendenza alla precedente gestione: così si spiegano le evoluzioni dell’ultimo mese in casa Felino.
Tanti i cambiamenti in atto nel club rossoblù, i cui quadri dirigenziali sono stati ribaltati dal corso degli eventi, nel giro di trenta giorni o poco meno. La ricostruzione dei fatti — in seguito agli addii di cui si era fatta menzione nel nostro articolo di giovedì 12 dicembre (clicca qui) — e l’esposizione del nuovo corso felinese è affidata alle parole di Luca Saccardi (Direttore generale del club) e Luigi Padovan (vice presidente e, dal 14 dicembre, nuovo Direttore dello sviluppo strategico dell’area sportiva).
Dai motivi della riorganizzazione societaria, agli addii tecnico-dirigenziali, per non dimenticare il target che il GS Felino vorrà perseguire nella sua attività nei prossimi anni: questi e altri temi sono emersi nel corso dell’intervista rilasciata da Saccardi e Padovan a noi di SportParma.
Partiamo da una data 14 dicembre, il giorno del comunicato del Consiglio direttivo che annuncia una riorganizzazione societaria e le dimissioni di Maiavacchi. Cos’è successo da quel giorno?
Saccardi: «Fa parte di un bilancio dopo una prima parte di stagione. Due anni fa il progetto di sviluppo riguardava in primis il settore giovanile e ovviamente anche il calcio adulto, con la prospettiva di aprire canali nuovi come il calcio femminile. Ci siamo trovati distanti dagli obiettivi prefissati, abbiamo iniziato ad aprire una riflessione. Disattesa di progettualità e disattesa di risultati: tutto questo ha portato a budget, investimenti e quant’altro. Nessuno accusava la direzione tecnica di mancati risultati, però non abbiamo visto alcun tipo di reazione: anzi, la prima reazione sono state le dimissioni. Già qui c’è stata una prima rottura. Era novembre. Avevamo chiesto un piano B nell’arco di tre settimane, ma non è arrivato».
Non solo una questione sportiva e di risultati, quindi…
Saccardi: «Apolloni, ancora più che un grande allenatore, lo considero un grande uomo. Ma attorno a lui non è stata costruita una progettualità. La direzione tecnica avrebbe dovuto creare un piano di crescita. Ci siamo trovati in una situazione in cui non vedevamo il ritorno dell’investimento. È prettamente un tema organizzativo. L’asset del Felino è composto da persone che fanno i manager di professione. Il CdA in primis ha continuato a dare la possibilità di credere in un progetto che era partito insieme, finché non si è arrivati a una riunione: e lì il CdA ha messo una figura di riferimento, Luigi Padovan, come direttore strategico dello sviluppo sportivo. Avevamo bisogno di una figura di leadership che potesse mantenere equilibrata una società, che ha un potenziale come quella del GS Felino, che vale come la gestione di un’azienda, e che potesse permettere una crescita nei prossimi anni».
Padovan: «Io sono uno dei soci fondatori del GS Felino da quando è ripartito dalla Terza Categoria. Poi negli ultimi anni non ho fatto altro che dare il mio contributo come sponsor e negli ultimi due anni ho accentuato la mia presenza e sono entrato nel CdA. Noi a Felino siamo in una realtà dilettantistica e da tali dobbiamo comportarci: il tutto passa attraverso la sostenibilità. Abbiamo l’eredità di un debito pesante, derivante dall’idea di fare calcio con la prima squadra, probabilmente pensando di tornare ai fasti di trent’anni fa».
Saccardi: «Una precisazione. Non c’è stato nessun fuggi fuggi: la nave non è alla deriva, ma è stata rimessa in rotta e gli ufficiale sono tutti al loro posto di comando, con idee molto chiare per i prossimi due anni».
Quali sono gli obiettivi e il tipo di calcio che vi proponete di fare a Felino?
Saccardi: «L’anno scorso, a seguito della decima sconfitta consecutiva, non avevamo alcun tipo di piano alternativo. Eravamo distanti dagli obiettivi prefissati, non solo sul piano risultati ma soprattutto della gestione sportiva. La società ha grandissimo potenziale e ha bisogno di cambiare modello organizzativo. Da qui, la decisione di cambiare i quadri».
Padovan: «La mia visione di calcio l’ho sempre portata nel Consiglio: in una realtà come Felino sono convinto che dobbiamo fare attività per il sociale e per il territorio. E questo vuol dire intervenire prima di tutto dalla base. Naturalmente, se la prima squadra fa una categoria importante, questo dà lustro alla società. Ma sono sempre stato contrario a portare tutte le risorse nelle squadre seniores: a me interessa di più sviluppare il settore giovanile. Stiamo andando avanti su questa filosofia qui. Ma tutto passa attraverso la struttura».
La struttura: un ostacolo che vi trovate ad affrontare, sebbene due anni fa sembrava essere in dirittura il progetto per il rifacimento dei campi.
Padovan: «Sappiamo che i tempi dell’amministrazione comunale sono sempre molto lunghi. Non abbiamo abbastanza campi in rapporto al numero degli iscritti: siamo costretti a spostare le nostre squadre ai campi Stuard a San Pancrazio. Il progetto c’era, ma i tempi sono sempre molto lunghi».
Saccardi: «Nonostante i limiti posti dalle strutture, abbiamo puntato sul calcio femminile, che è arrivato in finale di Coppa: crescita e risultati sportivi sono andati di pari passo».
Rinunciare nell’immediato ai risultati della prima squadra (che quest’anno poteva essere il ritorno in Eccellenza) a discapito riorganizzazione generale di tutti gli altri aspetti: è corretto sintetizzare così la vostra “filosofia” di calcio?
Padovan: «Corretto. La nuova linea del GS Felino è partire dal basso per arrivare in alto. Intendiamo valorizzare le risorse e i giocatori del territorio. Significa che dalle giovanili si può tirar fuori dei giocatori da aggiungere di anno in anno ai giocatori del nucleo storico».
Saccardi: «Nei piani di ricostruzione si parte dalle origini per arrivare a una visione. Oggi c’è consapevolezza di chi siamo e di quello che vogliamo fare. La seconda differenza: prima c’era un modello organizzativo che si basava su una figura indispensabile; oggi nessuno di noi è indispensabile per portare avanti la visione, se non la conoscenza, la competenza, la disponibilità, la passione e l’amore per questa società».
Tornando a quanto successo in questo mese, vi aspettavate, però, tutti questi addii?
Saccardi: «Io me lo aspettavo. Quando chiedi un confronto e detti una linea e non ottieni il riscontro chiesto, è quasi inevitabile. C’era da trovare la soluzione e la soluzione non è arrivata».
È mancata però un po’ di comunicazione in tutti questi passaggi? Poteva essere un modo per farvi conoscere per staccarsi dalle figure precedenti che avevano identificato negli anni, agli occhi di tutti, il Felino…
Saccardi: «Certo, da questo punto di vista siamo mancati, sono mancato io. Abbiamo tante idee, ma come comunicazione verso media e istituzioni dobbiamo crescere. Una cosa la specifico, però: a novembre la direzione tecnica e sportiva voleva dimettersi, anche se poi tutto era rientrato. E per una società, in una situazione così, diventa poi difficile gestire la comunicazione. Noi, come CdA, abbiamo sempre detto che dalla barca non se ne sarebbe andato nessuno».