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Eccellenza gir. A

Felino-Sani, fine di un’era durata sette anni. L’ex dg: «Fatto un lavoro miracoloso»

Felino-Sani, fine di un’era durata sette anni. L’ex dg: «Fatto un lavoro miracoloso»

Si chiude l’esperienza al Felino del direttore generale Mauro Sani dopo sette anni. Da qualche giorno l’ex dirigente è uscito dall’organigramma sociale del club rossoblù, dove era arrivato nel lontano 2012 dopo le precedenti collaborazioni con Noceto, Crociati Noceto e (da consulente) Mantova. Sani ha scelto i microfoni di SportParma per rendere pubblica la decisione di lasciare il sodalizio felinese.
L’intervista è stata anche l’occasione per ripercorrere la lunga scalata fatta dalla Seconda Categoria fino all’Eccellenza.

Direttore, benvenuto su SportParma. Partiamo dalla notizia del suo addio al Felino: crisi del settimo anno o naturale chiusura di un ciclo?
«È molto semplice: era da un po’, almeno da questa estate, che pensavo di essere arrivato alla fine del mio lavoro in questa società. Devo solo ringraziare chi mi ha dato l’opportunità di iniziare: in primis, l’attuale presidente Dante Bola e, poi, anche alcuni consiglieri che adesso non sono più in società, ovvero i fratelli Benecchi e i fratelli Lazzari. In sette anni siamo riusciti a fare una cavalcata, compiendo a mio avviso un lavoro miracoloso sia per la realtà del paese sia per la portata del club».

Di queste tre promozioni c’è un ricordo più bello degli altri? Uno che conserva con più affetto?
«Per quello che è il mio carattere, il momento più bello è sempre quello in cui si esce da una difficoltà. Non coincide con una vittoria, la vittoria è una logica conseguenza. Per me è stato tutto bello. La vittoria migliore spero sia quella che, a fine campionato, il Felino riesca a conseguire la salvezza, l’obiettivo dichiarato fin dall’estate: guardando la classifica attuale, non credo sarà un problema arrivarci».

Nel 2012 il Felino era in Seconda Categoria, oggi è in Eccellenza. I cambiamenti, di certo, saranno stati tanti. Come aveva trovato il club al suo arrivo? E come lo lascia adesso?
«Nel 2012 il Felino era una società – diciamo – di amici. Senza voler mancare di rispetto a nessuno, ma – come avviene in quasi tutte le realtà di Seconda Categoria – ci si ritrovava in un gruppo di amici per fare due allenamenti settimanali e per andare in campo alla domenica. Anche grazie al mio ingresso siamo riusciti a creare una certa nuova mentalità, cambiando quella precedente: non è stato semplice ma, lavorando con persone intelligenti e vogliose, è stato fatto un buon lavoro. La società è cresciuta tantissimo, sia a livello di prima squadra sia a livello di settore giovanile».

A proposito di mentalità: lo scorso anno il Felino si era affacciato alla Promozione con ambizione. Il testa a testa con Colorno e Piccardo, nonostante momenti difficili, è durato fino alla fine. Se lo aspettava la società di salire subito in Eccellenza?
«Onestamente ti dico che l’obiettivo era proprio quello. Per la squadra che era stata costruita nel mercato estivo, forse, i risultati sono stati inferiori alle attese. Sai bene che a dicembre 2017 avevamo chiuso il girone d’andata primi in classifica, con 4 punti di vantaggio: quello era il reale valore del girone A di Promozione dello scorso anno. Ci sono stati, poi, anche dei periodi difficili, ma devo dire che in quei frangenti la dirigenza è stata brava a riuscire a portare in fondo la stagione, concludendola anche in modo positivo».

Cose ne pensa del Felino di quest’anno? In estate sono stati acquistati diversi giocatori di valore, facendo “spesa” un po’ su tutto il territorio nazionale.
«La scelta è stata, per certi versi, condivisa: è stato bravo il direttore sportivo (Gianluca Maiavacchi, ndr), insieme con un’altra persona (il preparatore atletico Claudio Sasso, ndr), a fare queste operazioni di mercato. Secondo me, si è lavorato bene; da questo lavoro si possono gettare le basi per il futuro. E, poi, un’altra cosa molto importante da dire…».

Prego.
«Credo fortemente che quest’anno, a differenza dell’anno scorso, si sia formato un gruppo molto forte e molto unito. E questo aiuta sempre».

Quale può essere l’obiettivo del Felino in ambito locale? Non solo a livello di prima squadra, ma anche come settore giovanile.
«A mio modo di vedere il Felino deve mantenere questa categoria a livello di prima squadra e deve cercare di valorizzare il più possibile il settore giovanile: il club è arrivato a un punto in cui deve riflettere prima di fare altri passi, per non rischiare quanto di buono si è fatto sin qui».

Nel futuro di Mauro Sani, invece, cosa ci sarà?
«Sicuramente riposo (ride, ndr). Non penso che farò più il direttore sportivo. Se un domani dovessi avere un ruolo da qualche altra parte, sarà molto soft. Ma ad oggi non so nulla».

 

(In copertina, il dg Mauro Sani, a destra, con l’ex difensore del Felino Filippo Curti)

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