Entra in contatto:

Baseball e Softball

Mario Mascitelli, quest’anno baseball e teatro si fonderanno

50690

Baseball e teatro, in rigoroso ordine di apparizione, per lui pari sono. Due palcoscenici di diversa foggia che Mario Mascitelli (nella foto, sulla sin. a fianco di Gianguido Poma con la nazionale Juniores) calca abitualmente nel terzo millennio. Attore, autore, regista, direttore artistico del Teatro del Cerchio, Mascitelli, ex giocatore di diverse squadre italiane, a Parma della Crocetta, ha un lungo trascorso di coach di battuta della nazionale Juniores e in questa stagione è tornato a far parte in pianta stabile dello staff tecnico del nuovo Parma baseball targato Zbogar dopo alcune stagioni di “stacco”: «Diciamo che la collaborazione, in realtà, non si è mai interrotta anche se prima l’impegno era più dilatato. Il tempo è sempre poco e non si può essere presenti come si vorrebbe però il progetto mi piace, la società nuova mi piace, ci sono tanti giovani, con cui lavoro ormai da 14 anni in nazionale, per cui ho raccolto ben volentieri l’invito» dichiara un Mascitelli barbuto come non mai per motivi scenici. Mai come quest’anno, i due palcoscenici, quello a forma di diamante e quello rettangolare, si uniranno in una sorta di osmosi per un evento unico, particolare: «Sono 5 anni che sto lavorando a questo progetto su “L’ultima partita” cioè la storia di Lou Gehrig, legato sia al gioco del baseball sia alla malattia, la SLA (in precedenza denominata Morbo di Gehrig, ndr). Quest’anno, finalmente, lo spettacolo verrà alla luce. Debutteremo con un primo studio il 30 di aprile, al Teatro del Cerchio: sarà un momento anche per celebrare il nostro sport, per farlo conoscere anche a un pubblico diverso; a luglio ci sarà una replica allo stadio “Cavalli”. La nostra idea è quella di portare lo spettacolo in giro per l’Italia nelle città del baseball, possibilmente all’aperto, ancora meglio vicino o in un campo da baseball».

Questo poiché anche lo sport, come il teatro, la storia, è cultura e «si avvicina di più alla rappresentazione teatrale perché, come in teatro, avviene tutto lì e ora, sul momento, senza possibilità di replica e non si può fermare». Lo sport è metafora del teatro, o viceversa: lavori in équipe ma ci sono momenti in cui sei solo ad affrontare gli altri: «Esattamente. Anche quando sei da solo sul palco in realtà c’è un lavoro di squadra alle spalle; la similitudine è assolutamente presente, come nel caso di questo spettacolo». Di cui non riveliamo altro. Resta ancora un dubbio … amletico, in Mascitelli, riguardo alla casacca. Non possiamo non chiudere parlando di questo nuovo Parma che si appresta a iniziare la stagione (venerdì e sabato a Bologna): un mix di molti stranieri, 5, il massimo consentito, e di molti giovani, con una vecchia volpe, di ritorno, come Zileri a fare da simbolo-guida, coadiuvato da Gomez: «Trovo che questa sia la caratteristica più interessante, la società ha lavorato bene; non puoi mettere in competizione così alta soltanto dei giovani. Gli stranieri mi sembrano azzeccati sia dal punto di vista tecnico che umano; in generale alzano il livello e ci aiutano a migliorare a livello internazionale. Il mio sogno resta sempre quello di vederne il meno possibile, di stranieri, in maniera che gli atleti di scuola italiana possano avere il sopravvento; fondamentalmente, però, sono cambiate le generazioni: la fame di baseball che aveva la mia generazione è una fame diversa da quella che hanno i giovani di oggi». Un tempo, fino agli anni ’80, si giocava nei cortili, magari rompendo anche un vetro qualche rara volta, nei vari campetti, oggi decisamente più difficili da trovare. E’ cambiato tutto, oggi è tutto multimediale, forse anche le politiche: «Bisognerebbe ripartire da un punto zero» conclude drasticamente Mascitelli «Ci sono tanti progetti ma si tende a partire dall’alto per scendere verso il basso, invece bisognerebbe partire dal basso per salire verso l’alto».

Commenti
Pubblicità
Pubblicità

Altri articoli in Baseball e Softball