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Baseball e Softball

Primi passi verso il baseball: bambini a lezione con la Crocetta

Primi passi verso il baseball: bambini a lezione con la Crocetta

E' la sorgente di vita, "baseballistica" s'intende. Da lì i primi zampilli diventano flutti che provano a farsi strada tra gli ostacoli naturali che si intersecano nella passione per questo sport: capacità Â  tecniche, costanza, studi, altri sport e quant'altro.

La “scuola elementare” Crocetta Kids insegna l’a,b,c prima di salire alle … superiori, ma il reclutamento non avviene nelle scuole, non più. «Non hai mai reso quanto ci aspettavamo e lo abbiamo abbandonato qualche anno fa; il nostro reclutamento è il passaparola» spiega il guru del mini baseball della Crocetta, Pietro Chiesa. Una ventina di giovanissimi dai 5 agli 8 anni con una consistente task force di 7 tecnici che si dividono il compito non solo nei vari allenamenti ma anche all’interno degli stessi: oltre a Pietro Chiesa ci sono Filippo Tiburtini, Fabrizio Merlo, Carlo Fornari e tre personaggi di peso: Ilaria Catellani, ex giocatrice del periodo d’oro Crocetta, quello degli scudetti, e due allenatori “particolari”. Uno è Marco Aimi, un altro che ha la Crocetta appiccicata addosso, il secondo è Fabrizio Adorni, campione d’Italia con l’allora World Vision Parma. Particolari perché stanno plasmando anche i loro … eredi. «Rivedo un po’ quello che ho vissuto io e questo per me è motivo di grande soddisfazione» racconta Adorni «anche se ai miei tempi si cominciava nei campetti o nei cortili rompendo i vetri di qualche finestra. Tommaso (7 anni) si è avvicinato al baseball un paio di anni fa. Qui ci sono delle ottime strutture e c’è un gran bel gruppo, veramente un bell’ambiente».
Marco Aimi non hai mai spinto il figlio Riccardo, 8 anni, al baseball «In casa non ho una pallina, un guantone, nulla; non volevo che iniziasse su “induzione”. L’ho portato l’anno scorso per caso perché un suo amico giocava e gli chiedeva perché non provava anche lui; allora l’ho portato qui per ovvi motivi e mi son fermato per dare una mano ad allenare». Non solo tornei in loco ma anche fuori provincia o addirittura regione come quello di un paio si settimane fa a Rovigo o come il prossimo a Torre Pedrera «ne abbiamo vinti diversi, a Rovigo siamo arrivati secondi; ok…. fa piacere ma l’importante è come sempre che si divertano e imparino bene cammin facendo. E’ un impegno grosso ma soddisfacente perché i bambini sono molto bravi, sotto tutti i punti di vista. E poi ci sono allenatori fantastici ed un gruppo molto bello: bambini, genitori, allenatori. L’obiettivo per tutti loro deve essere “il Quadrifoglio”, ossia l’Ibl 1 passando per la nostra squadra maggiore». Sul discorso allenatori col pedigree, Chiesa è netto «Io auspico che sempre più ex atleti si mettano a disposizione delle società perché il loro è un valore aggiunto non solo dal punto di vista dell’insegnamento». Tra i piccolissimi e, ci si augura, futuri campioncini c’è anche un altro figlio d’arte: si chiama Matteo e di cognome fa Gerali, da parte di Michele. Dicono che abbia la stoffa per “superare” sia padre che zio: lo aspettiamo al varco…

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