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Sebastian Bacchieri e Fausto Desalu agli Europei di Berlino 2018

Atletica

Da “prof” a “Cavaliere”, Bacchieri racconta: «Le onorificenze, Desalu e l’atletica a Parma»

Da “prof” a “Cavaliere”, Bacchieri racconta: «Le onorificenze, Desalu e l’atletica a Parma»

Dietro al successo di Tokyo 2020 di Fausto Desalu c’è la mano del “prof” parmigiano Sebastian Bacchieri.

Dal 2018 è l’allenatore ufficiale di “Faustino” (in precedenza, dal 2014, ne era stato l’assistente allenatore): insieme lavorano e faticano sulla pista del centro sportivo “Lauro Grossi” di Parma. In poco tempo Sebastian, grazie al lavoro svolto con Desalu e ai risultati conseguiti da quest’ultimo, ha acquisto un ben più prestigioso soprannome: infatti, dapprima, è stato prima insignito dal CONI con la Palma d’oro al merito tecnico nel 2021 e, poi, durante questa estate, ha ricevuto il titolo di Cavaliere della Repubblica. Una pergamena, firmata dal Presidente della Repubblica Mattarella e controfirmata dalla Presidentessa del Consiglio Meloni, che il “Cavaliere” custodirà con cura e orgoglio.

La redazione di SportParma ha colto così l’occasione per intervistare e rendere il giusto onore a una delle figure più importanti – benché nascosta “dietro le quinte” – dell’atletica parmigiana.

Cosa si prova a ricevere in poco meno di due anni sia la Palma d’oro al merito tecnico (nel 2021) sia, quest’anno, il titolo di Cavaliere della Repubblica? Queste benemerenze rappresentano un traguardo o un nuovo stimolo?
«Sicuramente è un onore ricevere a questa età riconoscimenti, visto che come allenatore sono giovane. Però, non può essere un punto di arrivo, ma un bellissimo punto di partenza. Diciamo che l’emozione più grossa è certamente stata l’Olimpiade, poi queste sono bellissime onorificenze che fanno molto piacere. Però, ripeto, non è assolutamente un punto di arrivo, anzi: speriamo di ottenerne altre in futuro specialmente in ambito sportivo».

Dove custodisce i premi?
«La pergamena da Cavaliere della Repubblica l’ho appena ritirata, proprio la settimana scorsa: quindi, è ancora a casa. Mentre la Palma l’ho messa in un luogo (non nell’abitazione, ndr) in montagna in un posto segreto. Molto presto, però, le farà compagnia la pergamena appena andrò su a portarcela…».

Com’è avvenuto il prima incontro con Desalu? E la prima gara insieme?
«Il primo incontro è avvenuto nel 2014, perché cercavano un assistente allenatore che affiancasse chi lo allenava al tempo. Ai tempi mi sono laureato in Scienze Motorie alla magistrale a Bologna; quindi, il presidente della sua vecchia società aveva chiesto al mio preside di facoltà una figura giovane ma competente che potesse fare questo ruolo. Io avevo appena fatto la tesi in Estonia e una volta rientrato e laureato con 110 e lode venne fatto il mio nome. Da quel momento in poi cominciò una “trattativa”: in quel periodo avevo provato a cercare fortuna all’estero negli Stati Uniti per fare un dottorato, appena arrivato negli USA mi hanno chiamato per svolgere questo lavoro con Fausto e senza pensarci troppo sono rientrato in Italia. Il nostro primo incontro è avvenuto a fine settembre 2014 ad una gara a Casalmaggiore, dove ci siamo presentati e conosciuti. Da lì è cominciato questo rapporto dove io facevo l’assistente del suo allenatore, prima due volte a settimana e poi tre. Il nostro rapporto si è evoluto poi nel 2018, quando lui ha interrotto i rapporti con il suo allenatore dell’epoca e mi chiese se potessi allenarlo e io diede la mia disponibilità. Il nostro lavoro è ufficialmente iniziato nel luglio del 2018, un mese prima degli Europei di Berlino».

Dopo l’oro olimpico di Tokyo 2020 (i Giochi si sono disputati nel 2021, ndr), è cambiato qualcosa del vostro modo di lavorare e di rapportarsi?
«Per lui è cambiato sicuramente, essendo diventato un personaggio abbastanza popolare e di spicco. Ma tra di noi e lui come persona non è cambiato nulla, il rapporto è rimasto identico a prima. Sicuramente il primo anno dopo Tokyo ha avuto più impegni istituzionali ed è stato più complicato gestire l’extra pista. Però, Fausto è un atleta professionista al 200% e ha rinunciato a fare ad esempio degli speech in pubblico per cercare di concentrarsi solo sugli allenamenti. Quindi lavoro nostro non è cambiato fondamentalmente nulla, è cambiato forse solo “l’esterno” dove c’è sicuramente più visibilità sui media e una maggiore risonanza mediatica sia che la gara vada bene sia che la gara vada male».

L’avvicinamento ai Mondiali di Budapest come procede?
«L’avvicinamento ai Mondiali quest’anno è stato un po’ problematic,o perché Fausto con le staffette in Polonia (ai Giochi Europei, ndr) si è fatto male durante il riscaldamento e ha riportato una lesione di 2° grado all’adduttore. Al momento quindi non abbiamo potuto svolgere il lavoro ideale al 100%, però adesso si è ripreso e sta correndo. Domenica gareggerà nel campionato italiano per provare a qualificarsi nei 200 metri gara individuale, mentre nella staffetta fortunatamente si sono già qualificati. Purtroppo, abbiamo fatto solo un 200 in stagione e poi con l’infortunio abbiamo perso un mese ma siamo fiduciosi».

Visto l’ottimo tempo fatto registrare sui 400 metri a Savona a fine maggio (46.15). Fausto in un futuro anche prossimo proverà ad affermarsi anche in questa distanza?
«Allora è stato un esperimento di cui io e Fausto avevamo già parlato alla fine della passata stagione ma sono già alcuni anni che ne parliamo, in quanto lui potrebbe avere caratteristiche giuste per correre sui 400m per il suo modo di correre. Quest’anno abbiamo dunque deciso di iniziare la stagione su questa distanza per poi riconcentrarsi sui 200, vedere come va e poi per il futuro post Olimpiadi di Parigi capire che strada intraprendere. Tuttavia, la sua prima passione sono i 200 e difficilmente li abbandonerà del tutto».

Il movimento dell’atletica parmigiana (in scia a quello italiano) sta vivendo un ottimo momento, visti anche i recenti successi di Tobia Bocchi e Sara Fantini ai Giochi Europei in Polonia. Come interpreti questi eccellenti risultati?
«Tobia lo vedo spesso in quanto ci alleniamo agli stessi orari e mi fa molto piacere, è un bravo ragazzo ed è molto forte e Renato, il suo allenatore, è molto bravo. Lavorano, secondo me, molto bene e stanno raccogliendo i frutti di quello che hanno seminato. Ricordiamoci che comunque in passato ha avuto dei problemi ed è riuscito a tornare a grandi livelli ed ora è a grandissimi livelli, fare 17.26 non è da tutti e sta facendo una grandissima stagione e sono ne sono contentissimo. Anche Sara Fantini sta trovando una continuità incredibile a livello internazionale ed è bellissimo da vedere. La sua è una disciplina dove stavamo facendo un po’ fatica quindi ben venga. Tutto questo da parmigiano e da appassionato di atletica è solo che positivo».

Per chiudere: ha una particolare dedica da fare a qualcuno?
«Riguardo al titolo di Cavaliere della Repubblica, il primo pensiero è stato rivolto a mia nonna, scomparsa tempo fa: sarebbe stata certamente super orgogliosa e ne avrebbe parlato con tutte le sue amiche. Anche perché probabilmente la sua generazione è quella che apprezza di questo genere di titoli dando valore e stima a chi lo riceve».

(In copertina, Bacchieri e Desalu agli Europei di Berlino 2018)
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