Lo sport sociale e per tutti vive tempi difficili e, visto l’andamento della situazione pandemica, l’allarme si rafforza e con esso preoccupazioni e timori.
A lanciarlo è Tiziano Pesce, presidente Uisp nazionale, in un’intervista su “Il Secolo XIX” a firma di Alessandra Rossi: “La grande crisi dello sport per tutti: ‘Anche in Liguria realtà iscritte all’Uisp dimezzate'”. Tiziano Pesce approfitta dell’occasione per lanciare un appello alle istituzioni nazionali e locali: non lasciate solo lo sport di base, perchè rappresenta un patrimonio di coesione sociale e opportunità di salute come diritto per tutti i cittadini, a tutte le tà.
tra ottobre e novembre, la seconda ondata di Covid ha portato le associazioni ad avere il 50% di tesserati in meno. “Così molte associazioni hanno gettato la spugna, altre invece sono state costrette a reinventarsi e a trovare nuovi spazi, magari all’aperto. Altre ancora stanno sopravvivendo grazie al sostegno dei soci. In ogni caso, chi è rimasto in piedi deve molto ai propri sforzi”, sottolinea Pesce.
Tra restrizioni, numeri contingentati, spese di gestione che lievitano, crollo degli iscritti, il Covid sta spazzando via lo sport: “Purtroppo, siamo di fronte a una crisi continua e, per sopravvivere, molte associazioni hanno acceso mutui. Ci sono dirigenti che per far fronte alla situazione, quasi con spirito di volontariato, sono intervenuti con risorse proprie”. Una delle voci che ha pesato maggiormente sulla sopravvivenza delle realtà sportive è stata la gestione degli impianti, dal momento che il pagamento delle utenze è andato avanti. A soffrirne maggiormente sono state le piscine, le ultime realtà a ripartire.
“Ma per i gestori mantenere le vasche durante i mesi di stop è stato un salasso e il futuro non è roseo, visti i rincari sulle utenze”, fa notare Tiziano Pesce. La strage dello sport di quartiere è dipesa anche dalla difficoltà economica di molte famiglie, che hanno tagliato l’attività sportiva. “I due anni di emergenza sanitaria incidono molto sul futuro sportivo dell’Italia. Lo scorso settembre eravamo ripartiti con buoni numeri, ma con l’impennata dei casi è tornato il calo degli utenti. Gli adolescenti hanno smesso di fare sport e l’obbligo di vaccinazione per l’attività sportiva al chiuso ha fatto sì che molte famiglie rinunciassero ad iscrivere i propri figli, perché avevano scelto di non propendere per la vaccinazione”, continua Tiziano Pesce. Il rischio è perdere il futuro dello sport in Italia.