La cultura sportiva nel 2010 non è tutta da buttare. Se infatti è vero che nelle discipline con maggiore visibilità Â come il calcio, vincere è diventata un'ossessione e i valori anche a bassi livelli stanno venendo meno, c'è anche da sottolineare che al giorno d'oggi lo sport è sempre più aperto a tutti, anche ai meno fortunati.
Grazie agli sforzi del Cip (Comitato Italiano Paralimpico) e a non poche associazioni sportive che investono su strutture apposite e istruttori qualificati, sono infatti sempre di più i ragazzi diversamente abili che riescono a praticare sport, anche con successo Sognando magari di emulare le gesta di Oscar Pistorius… Un trend in costante miglioramento anche in Emilia Romagna e a Parma. Lo sport più praticato dai ragazzi è senza dubbio il nuoto, che in regione vanta circa 350 frequentatori con problemi motori o affetti dalla sindrome di down iscritti, e ha visto anche emergere alcuni talenti, che si sono imposti a livello nazionale e internazionale. Su tutti nella disciplina spicca l’atleta non vedente Cecilia Camellini, classe 1992 di Modena, già oro italiano, europeo e mondiale (nel 2007 in Brasile), ma soprattutto grande protagonista alle Paralimpiadi di Pechino del 2008 con due argenti nello stile libero. Anche a Parma si sono messi in evidenza ad alto livello diversi ragazzi, basta pensare, per citare alcuni esempi, ai successi anche recenti ottenuti da gente come Lara Civa e Filippo Magnani della Gioco Polisportiva, o da Davide Mora e Francesco Delpiano, della Ci.Gi.Esse Fornovo.
Molto praticati anche judo e pallacanestro, discipline che in Emilia Romagna contano 100-150 disabili iscritti ciascuna. In particolare il basket in carrozzina è molto in voga a Parma, dove l’uomo-simbolo della disciplina è l’infaticabile Walter Antonini e sono ben due (su sei in totale in regione), Gioco e Magik, le società ducali che contano squadre iscritte a campionati nazionali e regionali. Sempre in voga anche l’atletica e l’equitazione, mentre tra gli sport emergenti, da segnalare l’interesse crescente per tennis, tiro a segno (il 40% nazionale si trova in Emilia) e soprattutto hand-bike, anche se quest’ultima disciplina è rivolta soprattutto a vittime di incidenti stradali. Come Norberto De Angelis e Alex Zanardi, ad esempio, due noti grandi sportivi romagnoli vittime di gravi incidenti stradali che si sono cimentati con successo nell’hand-bike.
Ma l’intenzione è ovviamente quella di non fermarsi qui, come testimonia il presidente del Cip dell’Emilia Romagna Gianni Scotti. «Da quando, nel 1999, ho assunto questo incarico, la quantità di disabili che si sono avvicinati allo sport è aumentata sensibilmente e sempre di più. Undici anni fa a livello regionale contavamo appena 250 atleti – spiega Scotti – Attualmente il numero dei ragazzi, che ora vengono tesserati direttamente dalle federazioni, è aumentato dieci volte: in regione siamo intorno a 2500 ragazzi che praticano sport. Grande merito della crescita del fenomeno e della sempre maggiore integrazione è dovuto all’interesse sempre maggiore da parte dei media: non va dimenticato infatti il successo delle Paralimpiade, trasmesse per intero in televisione. Se aumenta il seguito, aumentano anche le risorse e gli iscritti».
Fenomeno in aumento, anche se vorrebbe di più il delegato provinciale di Parma Giovanni Dario Andreetti, che, salito in sella da pochi mesi, ha la ferma intenzione di rinnovare e ampliare il movimento parmigiano. «Fare sport è sinonimo di integrazione e per questi ragazzi è l’ultimo dei problemi, ma sono ancora tanti a non farlo. A livello scolastico su 10mila disabili di un’età compresa tra i 6 e i 18 anni in Emilia Romagna oltre un migliaio sono a Parma, ma di questi praticano sport solo il 10-15%. Qui ci sono già sportelli in Comune e all’Università, dove circa 600 studenti sono diversamente abili, ma si può dare di più. Purtroppo da parte di alcune società c’è ancora diffidenza (più che mancanza di strutture) e in alcune regioni, tipo Lombardia, i numeri sono in calo». Andreetti, di comune accordo con il presidente regionale Scotti e il Comune di Parma, ha già individuato come operare per migliorare il “sistema”. «Il primo passo sarà entrare nelle scuole con iniziative finalizzate alla promozione. Lo vogliamo fare, già dall’anno prossimo, per far conoscere e insegnare gli sport ai ragazzi disabili – spiega Andreetta – Servono inoltre più strutture, più trasporti, specie in provincia dove, a parte i grandi centri come Fidenza e Salso, ci sono poche opportunità. I nostri obiettivi? Saremo troppo ambiziosi, ma non vedo perché, se i giovani studenti disabili sono 1000 non debbano tutti e 1000 praticare uno sport».
Gioco Polisportiva: dal 1983 attivi a 360 gradi
Tra le società di Parma sensibili allo sport per disabili in particolare una da anni lavora con ottimi risultati in varie discipline. Si tratta della Gioco Polisportiva, fondata nel 1983 sotto il nome di Polisportiva “Don Gnocchi” e subito attiva in discipline come nuoto, atletica e tennis tavolo, con una ventina di iscritti. Nel giro di pochi anni la Gioco si farà strada e diventerà presto una delle società italiane più attive e stimate nel movimento sportivo per disabili. La squadra di basket in carrozzina, ad esempio, nata nel 1984, è arrivata anche a misurarsi nella massima serie. Nel corso degli anni si sono poi aggiunti altri sport come acquaticità, hand-bike, hockey in carrozzina (meglio noto come Wheelchairhockey, a Parma dal 2005), paracadutismo, tiro a segno e vela. La società ad oggi conta oltre 200 iscritti e ogni settore ha un suo responsabile: Marco Nicolini per il basket, Flavio Spaggiari per l’hand-bike, Gaetano Lo Presti per il nuoto, Marco Tagliavini (il presidente della società dal 2006) per il Wheelchairhockey e Giuseppe Colao per il tiro a segno. «Da 27 anni la nostra caratteristica principale è quella provare ogni sport ci venga presentato – spiega il presidente Tagliavini, che illustra il nuovo progetto didattico-sportivo-sociale – Abbiamo preparato un libero sulla disabilità nello sport che andrà in tutte le classi di quarta e quinta elementare e nelle prime medie della città al fine di far conoscere le discipline in modo divertente. L’iniziativa si estenderà anche alla provincia e in tal senso tra un paio di settimane avremo anche l’incontro decisivo con l’assessore Romanini. Un altro nostro obiettivo è quello di ritornare nella nostra sede, “la casa di Giò”, un punto di ritrovo importantissimo per noi e per i nostri ragazzi».