Entra in contatto:
Thiago Monteiro

Tennis Nazionale

ER Cup: Monteiro e Zeppieri guidano la cavalcata dei mancini

ER Cup: Monteiro e Zeppieri guidano la cavalcata dei mancini

In una giornata baciata da uno splendido sole i tabelloni dell’Emilia-Romagna Tennis Cup, torneo ATP 125 organizzato da Master Group Sport in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna sui campi del TC President a Montechiarugolo (Parma), si allineano ai quarti di finale mostrando una tendenza alquanto bizzarra, che merita un’analisi approfondita.

I MANCINI FANNO FURORE – Dei sedici tennisti di scena negli ottavi di finale ben sette sono mancini e di questi, quattro sono approdati ai quarti di finale, in attesa della discesa in campo della testa di serie numero 1 Albert Ramos Vinolas nel programma serale contro Giovanni Fonio. Se si pensa che in questo momento tra i primi cento giocatori al mondo ci sono appena otto mancini, mentre a Parma lo è quasi il 50 per cento dei qualificati al secondo turno, il dato si rivela a dir poco curioso. Si tratta di una coincidenza? Probabilmente sì.
E quanto è impattante affrontare un avversario mancino, soprattutto ai livelli di eccellenza del circuito ATP? Anche in questo caso, le risposte non sono univoche: nessuno studio scientifico ha mai dimostrato che giocare con la mano sinistra rappresenti un vantaggio, ma rimane il fatto che di mancini di successo (da John Mc Enroe a Marcelo Rios, fino a Rafael Nadal) la storia del tennis è piena e il loro swing possiedono quel tocco di magia difficile da spiegare e da interpretare per chi si trova dall’altra parte della rete. Così la giornata di oggi è stata l’occasione di assistere a tanti stili diversi al servizio della mano sinistra.

La forza bruta di Thiago Monteiro (nella foto), testa di serie numero 2 e numero 96 al mondo, che sfuria di diritto come un forsennato da ogni angolo possibile e non lascia molto scampo (64 62) al qualificato sloveno Blaz Rola, cliente pericoloso in virtù dei suoi trascorsi tra i primi 100 al mondo. La mano più educata con la capacità di grandi variazioni di Alessandro Giannessi, aggrappato ad una battuta pressoché perfetta e sempre in controllo con lo spagnolo Oriol Roca Batalla (64 62).
Il braccio che “può essere ferro e può esser piuma” di Giulio Zeppieri, particolarmente ispirato contro il friulano Riccardo Bonadio (62 75) e apparso in grande fiducia pure quando la partita diventa più equilibrata. Il laziale sa alternare in maniera magistrale soluzioni di potenza, grazie al velocissimo montante su servizio e diritto, e morbide carezze a prendere in controtempo l’avversario: l’impressione, considerando anche la crescita degli ultimi mesi e la fiducia per l’ottimo Roland Garros, è che sia lui l’atleta italiano più accreditato per il successo finale.

NIENTE BIS PER CARUSO, TRAVAGLIA AI QUARTI – Per un altro mancino invece gli ottavi rappresentano il capolinea del cammino all’Emilia Romagna Tennis Cup. Il ventunenne romano Matteo Gigante mostra interessanti potenzialità ma sbatte sul muro di Stefano Travaglia, finalmente tornato a livelli che gli competono.
Il marchigiano imposta una partita di pura solidità, puntando il colpo debole dell’avversario (il rovescio) e sfruttando i tanti errori gratuiti: nonostante qualche passaggio a vuoto, come nel secondo set quando Gigante si porta avanti per 5-2 e spreca un bel vantaggio per allungare lo scontro, la tattica di Travaglia è sufficiente per chiudere con un tie-break dominato e imporsi per 64 76.
Disco rosso per Salvatore Caruso, che non riesce a ripetere con il “cagnaccio” argentino Andrea Collarini (l’ennesimo mancino) la bella prestazione di ieri contro Francesco Passaro, anzi paga le fatiche di due ore e mezzo di battaglia cruenta e cede di schianto: sul 5-3 a sfavore tira fuori il meglio di sé per riacciuffare l’avversario, ma sul 5-5 la mancata concretizzazione di ben cinque palle break gli taglia le gambe ed è il preludio verso una rapida sconfitta in due set (75 64).

 

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità

Altri articoli in Tennis Nazionale