Il figlio d'arte giocò il primo derby in Super10 con la maglia della Rugby Parma; ora, con la maglia bluceleste, si appresta a giocare quella che è destinata ad essere l'ultima stracittadina.
Il primo derby non si scorda mai. Stagione 2000/01, la prima del GrAN, allora neonata società dall’unione tra Amatori Parma e Noceto, nella massima serie. A quei tempi si giocava la domenica, ma in quell’occasione la partita venne anticipata al sabato: era il 30 settembre. Ed era derby “vero” perché sia da una parte che dall’altra militavano parecchi elementi di Parma e provincia a partire dagli allenatori: Edoardo “Dodo” Marchi per la Rugby Parma (che non finì la stagione), Stefano Romagnoli per il GrAN (per quest’ultimo una partita nella partita). Se ai giorni nostri il “saldo parmigiani” è unilateralmente a favore dei blucelesti, allora era la maglia gialloblù a vestirne qualcuno in più: Larini, Pace, Giuseppe Manghi, Frati, Guidetti per citarne qualcuno, dall’altra parte c’erano Tanzi, Tedeschi, Beduschi; anche il grande ex Soncini ma quel derby ….
Luciano Artal guidava, allora come oggi, la prima linea del GrAN mentre Riaan Mey s’incaricava di andare a testare le difese avversarie. E Roland De Marigny sbarcava in Italia … per caso: nella Rugby Parma s’infortunò l’apertura samoana Toleafoa, quel derby di andata fu la sua quarta ed ultima partita in Italia, e la dirigenza ricorse a lui per sostituirlo.
Nelle fila gialloblù vi era anche un giovane figlio d’arte che del padre portava pure il nome, seppur con variante: Gian Marco Pulli. Fu tra quelli che in quella stagione giocò il maggior numero di partite: 20 ossia tutte. Il primo derby fu giocato “in casa” dal GrAN e lo vinse la Rugby Parma per 18-3; una partita non bellissima, tre cartellini, che mise a referto solo piazzati (6 per l’estremo gialloblù Pflugler, 1 per l’apertura bluceleste Boden) «Ricordi un po’ sbiaditi – ammette “Giangi” Pulli – ma fu una grande emozione». Emozione e adrenalina che non sono paragonabili a quelle di oggi proprio per la “quota parmigianità” in campo «Sicuramente. Essere parmigiano e giocare la stracittadina ti dà delle sensazioni intense. Come vivevo il pre-gara? Forse con un po’ più d’incoscienza, avevo dieci anni in meno …». Il padre, ex allenatore gialloblù e della nazionale, non lo caricava più di tanto prima e non entrava nel merito dopo perché «Non è stato mai uno di grandi parole; qualche consiglio ogni tanto ma i derby me li ha sempre fatti “vivere” da solo in tranquillità».
Un derby che è andato in onda per dieci anni, per alcuni un vanto, per altri un lusso «In Italia siamo stati l’unica città ad avere per così tanto tempo un derby di alto livello; di fusione se ne parlò e basta e le due squadre sono andate avanti comunque e bene, a dimostrazione che se si lavora con intelligenza e ragionevolezza due squadre a Parma ci potevano stare continuando ad essere la capitale del rugby» . Che derby sarà quello di venerdì? «Credo sarà una bella partita». Ultimamente non se sono visti molti di siffatta specie, ma confidiamo nell’auspicio di Pulli.
Il primo derby non si scorda mai, ma nemmeno l’ultimo e la domanda è superflua perché è lo stesso Giangi che ricordando un suo cruccio mette in evidenza ciò che tutti ormai danno per assodato «Non ho mai fatto meta in un derby, spero di sfatare questo tabù in questo che probabilmente sarà l’ultimo. Mi spiacerebbe un po’ se dovesse finire tutto quanto». Gian Marco Pulli è avviato ad essere, dunque, l’unico parmigiano ad aver aperto, con una, e chiuso, con l’altra, le danze.