Il sasso, questa volta, lo ha lanciato il presidente dell'Amatori Parma Rugby, De Vincenzo, prospettando un accorpamento, parziale, con la Rugby Parma. Il suo omologo Rebecchi "Me ne parlo' ad inizio stagione ma non siamo ancora entrati nel merito"
In fisica, nel processo di fusione prevale l’interazione forte rispetto alla repulsione elettromagnetica. Metaforicamente, nel rugby parmigiano ha prevalso la seconda. Fu così all’epoca di GrAN e Rugby Parma, lo stesso questa estate col Progetto Parma. La storia ci ha comunque consegnato una squadra sola al vertice, anche se figlia di una terza via. Le dichiarazioni del presidente dell’Amatori Parma Rugby, De Vincenzo, rilasciate in occasione della presentazione della stagione agonistica hanno riportato d’attualità il tema fusione. Con la Rugby Parma. «Brucia il fatto che questa città non venga rappresentata da un’unica società ai livelli alti» disse De Vincenzo. A qualcuno saranno fischiate le orecchie. Il presidente dell’Amatori spiega come si potrebbe arrivare alla tanto chiacchierata unione delle due società cittadine. «Il progetto che ho in essere credo possa fugare tutte le velleità legate al campanile – sostiene De Vincenzo -. Noi e la Rugby Parma abbiamo un bacino molto ampio di giovani, si tratterebbe di lasciare inalterato il settore giovanile fino all’under 16, compatibilmente con le risorse economiche, in modo da continuare nel percorso di crescita, di non dispersione di forze e unire ciò che sta sopra; avremmo quindi un’economia dei costi». De Vincenzo dice di averne parlato col suo omologo della Rugby Parma, Fabrizio Rebecchi, annotando una certa “attenzione”. All’epoca di tali dichiarazioni Rebecchi era in Nuova Zelanda ed ora spiega così “l’attenzione”: «E’ vero che ebbi richieste da parte sua per affrontare la questione ma solo questo: al momento non si è entrati nel merito di nessun progetto. Ne parleremo, noi non rifiutiamo contatti con nessuno». Rebecchi non si pronuncia sull’ipotesi fatta dal suo omologo, e prospetta che la primavera potrebbe essere un periodo “ad hoc” per entrare nel merito, anche se in seno ad entrambe le società non vi è unanime condivisione in quella proposta sulle giovanili, autentico “faraglione” per i precedenti tentativi, in quanto c’è chi vorrebbe la “unificazione totale” prevedendo magari due squadre in ogni categoria se necessario.
La cittadella del rugby, gli auspici del parmigiano Dondi, le difficoltà economiche sono tutte tematiche che qualcuno vede come fattori coagulanti. Ma potrebbero non essere le sole. Solito rumore per nulla?