Torna l’appuntamento con la seguitissima rubrica “Il Gede risponde”, il commento all’ultima giornata di Serie A, con particolare attenzione al Parma, firmata dall’ex tecnico crociato Pietro Carmigani, da anni fedele “collaboratore” di Sportparma.
Il Parma incassa la 14esima sconfitta stagionale e vede allontanarsi sempre di più la zona salvezza. Aspettando i primi colpi del mercato, la permanenza in serie A è ancora possibile?
“Sono convinto che quest’anno la quota retrocessione non sarà molto alta. Chievo e Atalanta possono essere riprese, ma bisogna muoversi, il Parma deve fare in fretta. A Verona bene i primi 10 minuti, poi è venuta fuori la squadra di Mandorlini. Nella ripresa reazione di cuore e poca testa. Si è andati vicini al pareggio con Palladino, ma evidentemente non basta. Il Parma ha rischiato tre volte su contropiede prima del 3-1. Bisogna mantenere una certa logica tattica”.
Dopo la vittoria contro la Fiorentina, però, ci si aspettava un altro approccio alla partita. E’ d’accordo?
“Diciamo che è stata una bella partita, ma il forcing del Parma deve essere più ragionato. Nel complesso bisogna fare di più. Partita giocata benino, ma bisogna essere più cattivi. Oltre che giocare discretamente, bisogna avere un temperamento all’eccesso in questi momenti. Il Parma non può giocare come se avesse 25 punti in classifica. Nelle prossime due partite in casa contro Sampdoria e Cesena devono arrivare 6 punti se vuoi salvarti”.
Intanto il mercato non decolla…
“Oltre alla squadra la società deve fare la sua parte. Prendere giocatori solo in prestito non è il massimo; i giocatori di proprietà hanno stimoli superiori, perché sanno che se retrocedono il prossimo anno giocheranno in B. Sono d’accordo con Donadoni, servono giocatori di temperamento, già pronti; servono giocatori che diano il massimo, Gonzalez è l’uomo giusto perché è un giocatore di temperamento. I giocatori bisognerebbe comprarli, non solo in prestito. Bisogna programmare e ragionare in prospettiva. Nel complesso serve un’attenzione maggiore, tutto deve essere portato al massimo, perché serve un miracolo. Ai miei tempi Angiolini era un presidente sempre presente pur venendo da un altro mondo. La sua presenza era fondamentale. Il Parma sembra una squadra che va avanti da sola come se fosse a metà classifica”.
E Donadoni ha iniziato a lamentarsi…
“Povero Donadoni, cosa deve fare? Fa bene a lamentarsi per il mercato in ritardo. Speriamo che il Parma che non retroceda per le penalizzazioni dovute ai mancati pagamenti, perché a quel punto le colpe principali ricadrebbero interamente sulla vecchia proprietà”.
Domenica prossima c’è Parma-Sampdoria. Un giudizio sui blucerchiati, quinta forza del campionato?
“Ieri ha vinto una buona partita contro l’Empoli, tre punti che sono serviti a rilanciare le proprie ambizioni. Intanto la Samp è molto attiva sul fronte calciomercato: Muriel è un gran colpo, Eto’o ha una certa età e non so quanto possa dare”.
La vittoria della Juve a Napoli è un messaggio forte a tutto il campionato?
“Grande partita della Juve, grande presenza in campo, il Napoli non ha mai dato la sensazione di poter vincere. Al di là delle decisioni arbitrali, la Juve di Allegri ha vinto dove non avevano vinto Conte e Capello. Poteva essere una giornata pro Roma e invece è stata pro Juve. Nel Napoli sono venuti meno gli attaccanti, Higuain in particolare”.
Il pareggio nel derby capitolino suona come una sconfitta per Roma e Lazio?
“Un tempo per uno, la Lazio è stata molto abile, Anderson è stato travolgente. La Roma ha giocato con un formazione inioiale che ha lasciato diversi dubbi; Destro ancora in panchina. I cambi tra primo e secondo tempo sono stati decisivi. Sì, è un’occasione persa per entrambe”.
Cosa sta succedendo al Milan di Pippo Inzaghi?
“Serve una pausa di riflessione perché sono in una fase di involuzione. C’è stato un assedio costante del Torino, il Milan si è difeso e ha buttato via la palla. Poi è stato tolto Menez che era l’unico in grado di fare gol, messaggio sbagliato alla squadra. Il portiere del Toro non ha fatto una parata. Nelle ultime 11 partite il Milan ha vinto solo 2 gare. Ripeto, società e tecnico devono farsi un’esame di coscienza”.
L’Inter infila la seconda vittoria e continua la sua scalata verso il terzo posto. Ma è un traguardo possibile?
“L’Inter sta bene fisicamente e questo è un merito di Mazzarri, poi c’è la capacità tattica e tecnica di Mancini di saper variare il modo di giocare ed attaccare. Mancini ha grande personalità e il mercato è una diretta conseguenza. Il Genoa senza Perotti perde qualità e diventa prevedibile. Sono convinto che l’Inter lotterà per il terzo posto e se non ce la farà saranno dolori, anche perché il mercato di gennaio è improntato al raggiungimento del terzo posto e quindi ai milioni di euro che la società potrebbe incassare da una qualificazione alla Champions League”.
Quale è stata la partita più divertente dell’ultima giornata di campionato?
“Sicuramente Fiorentina-Palermo, il festival del gol. Una partita dominata per un’ora dai Viola, poi è venuto fuori il Palermo che ha dato spettacolo anche senza Dybala”.
Rinasce il Cagliari di Zola e sprofonda il Cesena di Di Carlo. La sconfitta dei romagnoli suona come una mezza condanna?
“Il Cesena gioca e si impegna, ma evidentemente non basta; ci sono dei limiti evidenti. Il cambio dell’allenatore non ha portato i frutti sperati: Di Carlo un punto in 4 partite. Zola, invece, ha voltato pagina e ha cancellato la batosta di Palermo. La strada è ancora lunga, ma se non avesse vinto ieri sarebbe stata dura, soprattutto a livello psicologico”.