Seconda puntata della rubrica "Il Gede risponde". Cinque domande e cinque risposte firmate dall'ex tecnico del Parma, Pietro Carmignani. Un'analisi attenta e sapiente sull'ultima giornata del campionato di Serie A, dalla sconfitta dei crociati di Pasquale Marino contro il Catania alle gesta delle altre squadre, dall'Inter che torna al successo al primato a sorpresa del Chievo di Pioli passando per i flop di Milan e Roma.
Mister, dopo la vittoria all’esordio il Parma torna da Catania con una sconfitta, nonostante una prestazione tutt’altro che negativa?
“Nel calcio succede. Il Parma a Catania ha giocato bene, in particolare a centrocampo e in fase offensiva, creando diverse situazioni da gol che però gli attaccanti sono stati incapaci di realizzare. Il Parma anche ieri ha confermato di saper giocare un calcio piacevole, con diversi giocatori di qualità e portati ad attaccare. Per fare risultato serviva un po’ di concretezza in più, ma purtroppo nemmeno i cambi effettuati da Marino, hanno portato miglioramenti”.
Qualcuno a Parma si è lamentato dell’arbitraggio, in particolare dei due rigori assegnati al Catania.
“Ci si lamenta sempre quando si perde… Per me entrambi i rigori c’erano. E’ vero, è capitato di vedere fischiato di “peggio” ma anche di non vedere fischiati rigori più netti. Paci di certo ha commesso due ingenuità che poteva evitare di commettere, e non è la prima volta che incappa in certi errori. Sui calci d’angolo infatti è uno dalla trattenuta molto frequente. Nel caso del primo rigore è stato punito. Sul secondo rigore ha allungato la gamba e forse l’attaccante avversario è stato anche furbo, ma il contatto c’è stato. Aggiungo che protestare irrita l’ambiente e raramente porta a risultati. E’ successo l’anno scorso con la Samp, ma è stato un episodio, che spero peraltro non si veda mai più”.
Detto del Parma, passiamo alle altre. L’Inter vince ma non convince, mentre Milan e Roma, rinforzate dal mercato, le hanno prese di santa ragione.
“Partendo dall’Inter, che resta una corazzata, devo dire che i lavori sono ancora in corso, sia riguardo la condizione fisica che riguardo la mentalità. I giocatori devono ancora adattarsi ai metodi di Benitez, ben diversi da quelli di Mourinho, mentre l’allenatore spagnolo dovrebbe sfruttare di più la forma di Eto’o e avvicinarlo alla porta. La Roma ha perso soprattutto per questioni psicologiche. Ranieri aveva dichiarato di puntare alla Champions e i giocatori hanno giocato di conseguenza. La sostituzione di Totti dopo l’espuslione di Burdisso (che a mio avviso non voleva far male a Conti ed è stato il primo a pentirsene) ne è stata la prova, e la squadra da lì ha smesso di giocare. Il Milan ha fatto grandi acquisti in attacco e la società vorrebbe che quei quattro giocassero tutti insieme, ma se lo spirito è quello di stare là fermi ad aspettare, fanno fatica a giocare anche in tre. Con poca organizzazzione, poco aiuto e una difesa che se manca Nesta ha dei limiti si fa fatica contro squadre veloci ed organizzate come il Cesena. La Juve? Alla Samp mancava Pazzini e pensavo vincesse, invece non è successo, grazie alla grandi prove di Cassano e Pozzi, all’abilità di Di Carlo, ma anche ai disastri provocati da una difesa scollegata. Bene l’attacco, ma Del Neri si è preso una bella gatta da pelare. Male anche la fiorentina, battuta dal Lecce dopo una gara senza carattere e determinazione, virtù che devon oessere trasmesse dall’allenatore Mihajlovic”.
Se le “big” non convincono, lo hanno fatto le cosiddette “piccole”, in primis il Chievo primo in classifica.
“Evviva il chievo ed evviva Pioli. Il loro successo a Genova è stato una delle sorprese di giornata, una gara su cui non avrei mai messo il segno “2”. In una società che lavora bene da sempre il tecnico parmense ci ha messo del suo, e raccoglierà i frutti. Del Cesena, ben preparato e con talenti da seguire quali Giaccherini e Parolo, abbiamo già detto. Bene anche il Cagliari tutto pressing, mentre la Lazio ha vinto, ma per crescere deve ritrovare il miglior Zarate. Belle partite Napoli-Bari e Brescia-Palermo: quest’ultima è stata giocata alle 12,30, ma se a quell’ora si gioca così ben venga l’anticipo all’ora di pranzo. Non mi sono piaciuti invece l’Udinese e il Bologna: Guidolin e Malesani, che pure ha sempre predicato un gioco offensivo, dovevano osare di più”.
Detto del calcio giocato in settimana ha fatto scalpore la decisione dap arte dei calciatori di scioperare. Che ne pensa?
“Non esiste… E’ un’assurdità fare certe richeste. I giocatori “fuori rosa” non devono allenarsi con i compagni. E’ un eperienza che ho vissuto e assicuro che gli “scontenti”, i giocatori sul mercato, possono creare non pochi problemi, tipo lamentarsi per sciocchezze, e disturbare i compagni che invece devono concentrarsi sulla partita. Non ha senso neppure che un giocatore rifiuti una destinazione adeguata: capisco se uno viene mandato in B o all’estero, ma se viene proposto a una squadra di pari livello non vedo perchè debba rifiutare. Infine si lamentano di essere “controllati” fuori dal campo? Ok, io non ti controllo, ma tu giocatore fai quello per cui vieni pagato. E se ti presenti all’allenamento o alla partita in cattive condizioni. E se non fa quello per cui viene ben pagato è giusto che un calciatore venga multato. Prima di tutto la professionalità”.