Una goccia nell’oceano delle inchieste, dei processi e del rischio prescrizione. Due giorni fa il tribunale di Milano ha sentenziato che non fu Tommaso Ghirardi a vendere il Parma Fc a Giampiero Manenti. E fin qui nessuna novità, anche perché dagli atti notarili risulta che nel dicembre 2014 Ghirardi aveva venduto il club crociato alla Dastraso Holding di Rezart Taci, sebbene l’imprenditore albanese non sia mai stato condannato per i mancati adempimienti contrattuali e le numerose inadempienza economiche, in gran parte ereditate proprio dalla precedente gestione Ghirardi. E’ bene ricordare, infatti, che la montagna di debiti che ha seppellito il Parma Fc è stata causata dalla folle gestione Ghirardi (e non da Taci o Manenti), il quale nel 2007 aveva ereditato il club per un pugno di briciole dal commissario straordinario della Parmalat Enrico Bondi.
Ora il tribunale di Milano ha stabilito che Taci era a capo della holding Dastraso e ha agito come amministratore di fatto (vedi gli acquisti di Antonio Nocerino e Cristian Rodriguez), ma non è perseguibile civilmente a differenza della Dastraso che è è stata condannata a liberare la vecchia gestione dalle fideiussioni prestate a garanzia delle linee di credito del Parma. La sentenza dei giudici milanesi, inoltre, stabilisce che Ghirardi ha effettuato tutte le verifiche necessarie per attestare la solidità economica dell’acquirente, cioè Rezart Taci. Fu quest’ultimo a non ottemperare agli impegni presi e a vendere successivamente il club a Manenti.
Dunque, secondo i magistrati non vi fu nessun legamene tra Ghirardi e Manenti. O meglio: non fu Ghirardi a vendere il Parma a Manenti. Un particolare che non cambia il finale di una storia assurda e paradossale, in attesa del processo parmigiano che vede indagati a vario titolo 22 persone, in primis Ghirardi e Leonardi.