Cittadella (PD) – Le parole dei protagonisti di Cittadella-Parma (0-1) dalla sala stampa dello stadio Tombolato raccolte dai nostri inviati Lorenzo Fava e Leonardo Gabelli.
PECCHIA «Oggi, anzi nel secondo tempo, siano entrati fin troppo in quello che era il tipo di partita. Peccato per il primo tempo che poteva finire più largo per noi, nel secondo invece è stata una partita più di lotta e fatica ma a conti fatti sono contento. Sarà sempre la prossima la partita più importante, questa va già archiviata. Primo tempo molte occasioni non sfruttate, nel secondo avremmo avuto ripartenze ma mal gestite in cui avremmo potuto fare di più, tuttavia il Cittadella non ha avuto occasioni limpide se non con palle buttate spesso lunghe o seconde palle.
Meno brillante ma è stata la partita a svilupparsi così, Camara molto duttile, è in grado di ricoprire più ruoli, non è una sorpresa. Molto bene anche da subentrante. Domenica scorsa è stata più combattuta, oggi invece la classica partita di serie B; ci siamo sporcati le mani e l’abbiamo fatto con consapevolezza. Nella mia squadra non ci sono big. Cos’è big? Chi ha un po’ più di vissuto sono Buffon, Franco e Bob. Per me big dev’essere il clima nello spogliatoio.
Corsa playoff? Sarà per noi un’altalena fino alla fine. Tutto è aperto, non c’è un risultato predefinito. Regnerà l”imprevedibilità, a parte nei primi posti».
CAMARA «Prima di iniziare, saluto Lautaro, siamo tutti con lui. Non è una nuova posizione, col mister ho già provato diversi ruoli. Siamo tutti un gruppo, molto unito dobbiamo essere pronti in ogni momento anche da subentrato, e molto bene. Oggi il mister mi ha dato fiducia e io l’ho ripagato con il gol.
Il derby a Modena è sempre un derby, vediamo come andrà in settimana poi giocheremo. Potevo giocare di più? Siamo un gruppo, ho anche avuto infortuni muscolari purtroppo. Ho già giocato da trequartista in Primavera, non è un ruolo così nuovo per me. La Serie B è un campionato diverso, molto diverso per me ma sto lavorando tanto, anche in palestra, per migliorare dal punto i vista fisico. Siamo un gruppo unito, ogni tanto troviamo difficoltà a parlare. Lo spogliatoio è molto straniero, ma ci stiamo abituando».