Parma Calcio
L’appello di Delprato: «Col Brescia una battaglia, ma il muro gialloblù ci spingerà»
Parma-Brescia per Enrico Delprato non sarà una partita qualunque. Lui, bergamasco di nascita e di formazione calcistica, si troverà ad affrontare questa domenica un piccolo derby personale.
In conferenza stampa, nascondendo le emozioni, il versatile difensore crociato ha parlato dell’appuntamento contro le Rondinelle, specificando che, sì, è un derby, ma che in fondo la partita importantissima per le sorti playoff del Parma è un appuntamento con tre punti così come gli altri. Rispondendo ai giornalisti presenti Delprato ha anche parlato della sua capacità di ricoprire più ruoli e posizioni di campo nel corso della partita, una caratteristica che lo ha messo al centro del progetto tattico di mister Pecchia (clicca qui).
Ecco le dichiarazioni del numero 15 crociato, raccolte dal nostro giornalista Lorenzo Fava, dalla sala stampa del centro sportivo di Collecchio.
LA NOSTRA FILOSOFIA «Il nostro approccio alle partite è sempre stato quello di cercare di proporre il nostro gioco; è normale che in alcune abbiamo raccolto quello che meritavano, in altre un po’ meno. Il messaggio è sempre quello di trattare ogni partita come fosse una finale e portare a casa il massimo».
UN BRESCIA IN SALUTE «Il Brescia è un avversario forte, sinceramente non so le cause del campionato che ha fatto. Sta bene, nelle ultime 4 partite ha fatto 10 punti, si deve salvare: sarà una battaglia. Però non ci tiriamo indietro e tutti insieme cercheremo di portare a casa il massimo».
LA FIDUCIA DEL MISTER «Arrivati a questo punto della stagione gli obiettivi personali non mi interessano. Mi metto a disposizione del mister. L’importante è raggiungere l’obiettivo comune, non importa che io faccia 5 o 10 partite».
CONSAPEVOLEZZA «Sì, è vero che ho 23 anni e sono qua da due, ma mi sento un riferimento all’interno della squadra. La consapevolezza di portare a casa qualcosa di importante c’è dall’inizio dell’anno, non solo dalle ultime 4-5 partite. Cercheremo tutti quanti di portare a casa l’obiettivo. Prima di parlare dei playoff, bisogna fare bene le ultime partite».
QUARTO POSTO «Non è un giro di parole, ma davvero la nostra testa è solo sulla partita col Brescia. Bisogna pensare a una partita alla volta, la partita col Brescia è importantissima. Poi, più in alto arriviamo e meglio è».
IL DERBY PERSONALE «A tutti gli effetti per è un derby, io sono cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta. Però per me non cambierà nulla».
IN DIFESA «Ho iniziato a Livorno e ho sempre fatto il terzino destro. Poi posso giocare anche come terzo di difesa. Il mister mi ha provato anche come centrale di difesa, è un ruolo che potrà fare, ma ora non m’interessa: ora pensiamo al Brescia. ho la fortuna di avere la possibilità di giocare da centrale e a destra, ma ora non mi pongo il problema. M’interessa l’atteggiamento della squadra».
IN MEDIANA «Io centrocampista? Intanto ne approfitto per salutare Vincenzo Pincolini. Nella mia carriera, ho fatto nel settore giovanile il centrocampista, anche se non so perché ora spunta fuori questo ruolo (ride, ndr). Come dicevo prima, sinceramente ora non mi interessa. Il fatto di saper giocare in diverse posizioni è comunque un vantaggio perché non dà punti di riferimento agli avversari».
IL SOPRANNOME E L’APPELLO ALLA SQUADRA «Il mio soprannome nasce in Nazionale Under 20 con mister Nicolato e anche con Pincolini come preparatore, appunto: siccome giocavo da difensore e mi occupavo dell’impostazione del gioco mi hanno dato il soprannome di “Professore”. Forse anche perché sono uno preciso». I miei compagni sanno che sono di Bergamo e che giochiamo con il Brescia, ma non ci sarà bisogno di tanti discorsi.
I TIFOSI CHIAMATI A RACCOLTA «Quando si scende in campo e si vede il muro gialloblù dietro di noi, spinge tanto sia me che i miei compagni: è una spinta davvero importante. Questa col Brescia e la prossima in casa contro il Venezia sarà bello dare un segnale: tutti insieme, un blocco unico, per prendersi i playoff».