Era precisamente il 2 giugno 2022 quando Fabio Pecchia approdava al Parma dopo aver risolto il suo rapporto con la Cremonese. Ma non bastò, allora, la promozione in Serie A della squadra lombarda per restare sulla panchina dei grigiorossi.
Il tecnico di Formia sapeva che le sue richieste sugli obiettivi di mercato (e pare anche sulle strutture sportive) non sarebbero state esaudite dal patron Arvedi, dal dg Braida e dal ds Giacchetta. Con troppi ostacoli da superare legati alla costruzione della squadra che non sarebbe stata a sua immagine e somiglianza, il divorzio fu ben presto sancito e con il Parma alla finestra, allettato dalla possibilità d’ingaggiare un allenatore vincente in B, il trasferimento nel Ducato fu inevitabilmente consequenziale.
Oggi, a poco più di un anno di distanza, sembra di rivedere un film che si ripete: la trama non cambia nemmeno con un interlocutore diverso (Kyle Krause) e il finale del cortometraggio di coach Pecchia potrebbe essere già scritto. Le perplessità dell’allenatore crociato, al termine di una stagione finita in crescendo da parte della sua squadra, aumentano di giorno in giorno. E i primi tagli, quasi certi, sul mercato – i mancati rinnovi degli esperti argentini Ansaldi e Vazquez, l’opzione riscatto non esercitata sul pupillo Zanimacchia – sono segnali suscettibili di una sola interpretazione: la linea tracciata dalla società è divergente da quella del proprio tecnico, che già ha perso dei punti fermi da lui stesso desiderati e che ancora non sa se potrà contare sull’apporto, in campo, di capitan Buffon. Gigi nell’immediato post Parma-Cagliari – stando ai rumors raccolti della nostra redazione – sembrava deciso ad appendere guanti e scarpini al chiodo. L’assenza di voci di questi ultimi quindici giorni non fa altro che infittire il mistero di quello che a questo punto è un thrilling.
Il film non sembra prevedere un happy ending prima dei titoli di coda. L’«aziendalista» Pecchia, bravo a lavorare con i giovani a sua disposizione, tentenna e nutre più di una perplessità sulle scelte di mercato dettate da Krause, con il quale per altro non è stato trovato un compromesso per risolvere la questione legata al prolungamento del contratto in scadenza a giugno 2024. I presupposti sembrano davvero poco stabili per intraprendere una stagione ancora insieme. E ogni giornata che passa, in un assordante silenzio, fa pensare che le parti si stiano allontanando irrimediabilmente.
Eppure, forse, mancano a entrambi le condizioni per registrare una nuova pellicola: Pecchia potrebbe pensare di fare l’attore protagonista altrove, ma la Sampdoria sta per chiudere con Fabio Grosso (scartato dalla piazza di Marsiglia, nonostante l’endorsement di Ribalta) e la suggestione Frosinone sembra destinata a rimaner tale, visto che in Ciociaria andrà uno fra Eusebio Di Francesco (in pole position) e Andrea Stramaccioni; nel frattempo, Krause dovrebbe mettersi alla ricerca di un nuovo interprete cui affidare la regia del suo Parma. E ciò significherebbe ingaggiare il sesto allenatore in meno di quattro anni.