Il Parma che non ti aspetti, arrugginito nei meccanismi offensivi, prevedibile nella manovra e salvato dalle parate di Zommers (decisivo in 4 occasioni). La sfida con l’Imolese finisce a reti bianche, più per demeriti propri che per meriti dell’avversario, che, comunque ha fatto la sua onesta partita, ben organizzata in campo, con un atteggiamento tattico (4-1-3-2) per nulla rinunciatario, seppur contropiede-dipendente.
E’ il terzo 0-0 della stagione dopo quelli contro Mezzolara e Forlì; situazioni e atteggiamenti simili, anche se oggi a parte il palo colpito da Melandri (ancora una volta partito dalla panchina, a quanto pare per problemi di condizione), il Parma ha creato ben poco. Vittima dei suoi stessi limiti, cioè dell’incapacità di dialogare che hanno palesato Baraye e Musetti (a differenza di quanto fatto 7 giorni fa con il San Marino), della poca spinta sulle fasce da parte dei due terzini (Messina e Agrifogli) e della mancanza di munizioni efficaci nei fucili di Lauria (vivace solo a sprazzi; vicino al gol nella ripresa su punizione) e Vignali, quest’ultimo la sorpresa della giornata. Siamo convinti che sul risultato finale pesino poco le scelte iniziali di Apolloni, anche se in tanti si aspettavano Sereni e non Vignali, appunto; Rodriguez in mezzo al campo, in qualità di vice Giorgino (infortunato, la sua assenza si è sentita eccome), ha sprecato l’occasione concessagli dal tecnico, con una prestazione insipida che in alcune circostanze (tiri sconclusionati e inopportuni) ha fatto arrabbiare anche il caloroso pubblico del Tardini. Le sostituzioni della ripresa (Adorni per Messina e Melandri per Vignali), poi, non hanno lasciato il segno, a differenza di tante altre volte. Su questo punto è bene tenere in forte considerazione le assenze pesanti e prolungate di Miglietta, Guazzo (rientra domenica prossima) e soprattutto Longobardi, uno che in attacco si fa un mazzo così e apre spazi (autostrade) per gli inserimenti dei centrocampisti. Un tipo di gioco che il 4-2-3-1 di Apolloni, o meglio il 4-2-4 – Musetti e Baraye hanno giocato spesso in linea –, sa esaltare le caratteristiche dei trequartisti e degli sterni. Così non è stato, a parte qualche mischia in area imolese, otto calci d’angolo, tiri sballati da fuori area, il Parma non ha prodotto granché.
Hanno inciso in maniera determinante, invece, le scelte dell’arbitro, il signor Gentile di Seregno, il quale a metà ripresa non ha visto un mastodontico fallo da dietro di un difensore romagnolo (Serra) su Musetti, nell’occasione astuto e lesto nel leggere in anticipo la traiettoria di un pallone vacante in area di rigore. Dettagli di una partita che il Parma non ha giocato bene, anche se l’impegno e la voglia di regalare una vittoria a capitan Lucarelli, il quale festeggiava la 250esima partita in maglia crociata (prima del fischio d’inizio è stato premiato dal presidente Nevio Scala che a sua volta ha ricevuto gli auguri di tutto lo stadio per il suo 68esimo compleanno), non sono mancati. Bello anche il gesto della società Imolese di deporre un mazzo di fiori sotto la curva Nord per ricordare Matteo Bagnaresi. Comunque, è 0-0. Il Forlì (il miglior avversario visto fin qui al Tardini) vince e rosicchia due punti sul Parma, ora il distacco è di 4 punti.