Des Moines e Parma, due stadi accomunati da un futuro incerto.
Due stadi su cui il patron del Parma Kyle Krause sta spendendo forze ed energie da un paio di anni, tra difficoltà e problematiche che si aggiornano con il passare dei mesi. L’aumento dei costi dei materiali di costruzione, dovuti in parte al Covid, è tra le principali cause dei ritardi dell’inizio dei lavori, soprattutto per quanto riguarda lo stadio della città dell’Iowa, tant’è che si è passati da un preventivo iniziale di 75 milioni di dollari agli attuali 95 milioni.
Secondo quanto riferisce il quotidiano “Des Moines Register” nei giorni scorsi Krause si è rivolto alle istituzioni locali per chiedere “ulteriori finanziamenti pubblici” – oltre ai 30 milioni di dollari già stanziati – per completare lo stadio americano che avrà una capienza di poco più di 6mila spettatori. “I negoziati sono in corso” ha risposto una fonte qualificata al “Des Moines Register”. La situazione, dunque, è in divenire.
Così come è in divenire il progetto sul nuovo stadio Tardini che, dopo le discussioni politiche, le limitazioni e le conseguenti polemiche, è ancora fermo al palo. Il Comune attende di conoscere il progetto definitivo per verificare il rispetto delle limitazioni imposte nei mesi scorsi: secondo indiscrezioni il progetto doveva essere presentato a metà giugno, poi è slittato ai primi giorni di luglio, ma al momento non c’è nulla. “Nessuna novità, aspettiamo…” è il commento di una fonte interna al Consiglio Comunale a Sportparma.com. Di sicuro sarà un impianto all’avanguardia e interamente finanziato da fondi privati (a differenza di Des Moines), salvo nuovi colpi di scena.