Se a un calciofilo si domandasse di dare una definizione del concetto di «giorno più bello della tua vita», difficilmente la risposta indicherebbe immagini diverse da quelle vissute a Parma la scorsa domenica.
Vittoria del campionato e primato in classifica in una giornata “casalinga”, festeggiamenti, premiazioni ufficiali, corteo dei tifosi e caroselli per le strade, l’abbraccio di una città intera. Sono tutti elementi perfetti per una festa perfetta in una giornata perfetta. Alessio Cracolici, 40enne team manager crociato, potrà dirsi fortunato e felice, non si è fatto mancare niente di tutto ciò. Ma il destino ha voluto riservargli una sorpresa, del tutto personale, in più: il giorno della prima volta del Parma Calcio campione di Serie B – neanche a farlo apposta – è coinciso con la sua 300ª partita con i ducali. Da quel 12 febbraio 2017, data del suo debutto in Lega Pro (Albinoleffe-Parma 0-1), a domenica 5 maggio scorso contro la Cremonese sono intercorsi 2639 giorni, altri 298 match e innumerevoli emozioni. Uno di quei traguardi degni di essere evidenziati in carriera, e quella di Cracolici, nonostante le giovane età, è già abbastanza ricca di esperienze. Tutte, per altro, eterogenee.
Chi lo conosce bene e da tempo è pronto ad elogiarne il carattere determinato, l’intraprendenza e la capacità di aver saputo prendere le giuste scelte per costruirsi il proprio successo, grazie al merito. Il prototipo del self-made man, come lo chiamerebbero dalle parti del presidente Kyle Krause.
Dal suo approdo in Emilia – su richiesta dell’uomo-mercato Daniele Faggiano che lo aveva conosciuto a Palermo nel 2016 –, ha sempre proseguito sul sentiero tracciato del dirigente responsabile al servizio della prima squadra. Eppure, in rosanero aveva avuto modo di dar prova della sua versatilità, dopo gli inizi da giornalista al TGS (Tele Giornale di Sicilia), in una delle emittenti più importanti della sua regione. La chiamata del Palermo, allora presieduto da Zamparini, in cerca di una figura da inserire all’interno dell’ufficio stampa, gli aveva consentito di rimanere sempre nel mondo della comunicazione, trasformandolo – come avviene in questi casi – da “attaccante” a “difensore”. La nuova mansione come segno di svolta: già, perché l’idea di “proteggere” i suoi lo avrebbe coinvolto a tal punto da diventare, negli anni a venire, una missione che si sarebbe conciliata anche con il successivo incarico, quello di team manager, in cui lo si vede tutt’oggi all’opera specialmente durante i 90’, nei quali confabula con il quarto uomo a bordocampo, esegue i cambi impartiti da Pecchia con la sua lavagna luminoso, si sbraccia a più non posso per richiamare l’attenzione dei giocatori o dare loro la carica. E, poi, c’è tutto il lavoro settimanale da “responsabile” che, per definizione, è colui che è chiamato a fare da trait d’union fra staff tecnico, apparato dirigenziale e gruppo squadra: questioni di natura burocratico-sportiva e organizzativa sono sotto la sua attenta supervisione, oltre a quella del braccio destro Riccardo Gatto, il «life style team manager» – palermitano (ed ex rosanero) come Alessio, che anche a Parma può contare sul suo più giovane collaboratore – dei calciatori crociati.
Giornalista, responsabile ufficio stampa, team manager e non solo. Sì, perché Alessio Cracolici, nel 2020, si era pure tolto lo “sfizio” di laurearsi direttore sportivo a Coverciano, ottenendo l’abilitazione dopo 144 ore di lezione, due test scritti da superare e una tesi da elaborare ed esporre. «[…] Adesso ho le carte in regola se si dovessero in futuro aprire delle porte – aveva dichiarato l’allora 36enne team manager del Parma –. Ma so che ho tantissimo da imparare, dallo studio dei giocatori alla gestione dei conti. Ci vuole esperienza». Non è dato sapere se in futuro intraprenderà questo nuovo ruolo che lo vedrebbe dietro una scrivania o se vorrà aggiungere altre 300 partite da team manager: intanto, anche il suo contributo, in campo e fuori, è stato di fondamentale importanza per il Parma.