Tutti a lezione da D’Aversa, compreso l’amico De Zerbi. Il Parma brilla come una montagna di lingotti d’oro, il Sassuolo si schianta alle prime due curve, colpito mortalmente da Gervinho e Alves, prima in contropiede e poi su calcio d’angolo, i marchi di fabbrica del tecnico crociato. Un Parma ha spellarsi le mani: bello, avvolgente e concreto. Una macchina da guerra che studia gli avversari in maniera maniacale e punisce al primo errore, grazie ad un’impressionante capacità di trasformare un azione difensiva in offensiva con 4-5 tocchi. Un capolavoro dell’essenzialità. L’interpretazione di un calcio moderno-antico che fonda le sue basi su un profonda conoscenza del campo e del materiale a disposizione (i giocatori). Oltre ad una grinta e convinzione che possono trasformare giocatori operai in ingegneri del calcio. Il 2-1 di oggi all’ora di pranzo non fa una grinza, perché il Parma ha meritato di vincere, con e senza Var (nel complesso Valeri non ha arbitrato male, nonostante le feroci critiche del Tardini). I gialloblù sono stati superiori, anche se i numeri della partita dicono che il Sassuolo ha avuto il 74% del possesso palla. Un dato che non conforta neanche De Zerbi, le cui scelte iniziali sono apparse inadeguate e le mosse di D’Aversa, con Siligardi tra le linee e Gervinho a infilzare il coltello nella burrosa difesa neroverde, oltre ad un pressing alto (molto alto, mai come oggi), lo hanno colto di sorpresa. Impreparato. E forse anche un po’ presuntuoso: nel senso che non si è vista un’adeguata organizzazione difensiva nel contenere Gervinho, Inglese e tutti gli altri.
Se non ci fosse stato il rigore di Babacar (giusto) probabilmente la partita sarebbe rimasta chiusa, sigillata. Mai in discussione. Il primo tempo del Parma, infatti, è stato sontuoso, autoritario, di qualità. Poi nella ripresa le dinamiche sono cambiate e il Parma ha abbassato il baricentro, tuttavia senza rischiare molto se non nel finale dopo un’uscita da paura di Sepe e un diagonale di Matri (parato).
La vittoria di oggi, la sesta in campionato (la terza al Tardini), si porta dietro una serie di considerazioni positive: la conferma di Scozzarella e Bastoni, l’eleganza intramontabile di Siligardi e il solito devastante Gervinho, 4° gol casalingo su 5 partite disputate. Oltre al primo gol di Alves, che nel finale ha salvato il risultato e messo una pezza alla papera di Sepe. La classifica dice 20 punti: +1 sulla Roma, +2 sulla Fiorentina, +9 sulla terzultima. Sesto posto in classifica. Pazzesco. Fantastico. Il sogno continua…
(Foto di Lorenzo Cattani)