Due su due. Cioè sei punti e primo posto in classifica. Il vento dell’entusiasmo spinge il Parma in cima alla montagna (insieme a Perugia, Frosinone e Carpi), dove il cielo è limpidissimo e la vista è uno spettacolo della natura. Facile entusiasmo, direbbe qualcuno, a ragion veduta, ma per una serata è giusto sognare. Anche perché i crociati non avevano mai vinto a Treviso e non ottenevano due successi di fila alle prime due giornate da 70 anni.
I numeri dicono questo e sollecitano la ghiandola dell’entusiasmo, ma dopo un’attenta ed esauriente riflessione dell’1-0 di Novara (primo gol in maglia crociata di Barillà, con il destro, che non è il suo piede), è bene riportare la discussione sui binari della razionalità, perché la prestazione del Parma è stata condita da un pizzico di fortuna. Il Novara, infatti, ha colpito due traverse e recrimina per un paio di contatti in area di rigore; senza tralasciare una paratona di Frattali su una rovesciata di Sansone. Recriminazioni che, però, non devono mettere in dubbio i 3 punti di Calaiò e soci, perché la vittoria è stata sofferta ma legittimata da un buon primo tempo, con un netto possesso palla, oltre che da una maggiore facilità ad arrivare al tiro. Caratteristiche esaltate dalle continue discese dei terzini, dal sapiente lavoro in regia di Munari (in quel ruolo non è più una sorpresa, Scozzarella e Corapi dovranno farsene una ragione) e dalla vivacità di Baraye e Dezi. E soprattutto dal lavoro impeccabile dei due centrali difensivi, perfetti in marcatura su Macheda.
Il gol di Barillà è da manuale di scuola calcio, sezione schemi: angolo rasoterra ad uscire, velo sul primo palo e conclusione in porta del giocatore posizionato fuori area. Lo shema perfetto
Il Parma ha creato e subito poco, a differenza del secondo tempo dove, come è successo contro la Cremonese, la squadra ha abbassato i ritmi e indietreggiato, pur mantenendo attenzione massima nelle coperture, nell’aiutare il compagno vicino. Sofferenza e spirito di sacrificio, insieme a qualche problema di tenuta e brillantezza; caratteristiche che miglioreranno con il tempo. Scusate se è poco.
Semmai il vero problema (tanta roba) è quello a cui dovrà pensare D’Aversa nelle prossime settimane, perché se da un lato l’undici titolare delle prime due gare di campionato sembra offrire buone garanzie, dall’altro ci sono gli esclusi eccellenti (i vari Siligardi, Di Gaudio, Germoni…) che scalpitano per esordire e per accellerare il processo di integrazione nel mondo Parma.